The Prince Chap (film 1920)

The Prince Chap
film perduto
Titolo originaleThe Prince Chap
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1920
Durata1.800 metri (6 rulli)
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generedrammatico
RegiaWilliam C. de Mille

James Mitchell Leisen (Mitchell Leisen) (assistente regista)

SoggettoEdward Peple (lavoro teatrale)
SceneggiaturaOlga Printzlau
Casa di produzioneFamous Players-Lasky Corporation
FotografiaL. Guy Wilky
Interpreti e personaggi

The Prince Chap è un film muto del 1920 diretto da William C. de Mille.

Il film si basa sull'omonimo lavoro teatrale di Edward Peple che aveva debuttato a Broadway il 4 settembre 1905[1] interpretato, tra gli altri, nel ruolo del conte di Huntington, da Cecil B. De Mille[2]. La commedia, nel 1916, era già stata portata sullo schermo in una versione firmata da Marshall Neilan intitolata pure lei The Prince Chap.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la morte della madre della piccola Claudia, il pittore William Peyton promette di prendersi cura della piccola, portandola via dai bassifondi londinesi. Ritorna quindi in patria dove, però, Alice, la sua fidanzata crede che Claudia sia in realtà la figlia di William. Gli chiede allora di scegliere tra lei e la bambina, ma il giovane non ha dubbi, volendo mantenere la sua promessa. Alice rompe il fidanzamento e sposa un altro.

Gli anni passano, Claudia diventa una giovane donna. Tra lei e William sboccia l'amore e i due si rendono conto che adesso possono iniziare una vita felice insieme.[1]

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film fu prodotto dalla Famous Players-Lasky Corporation.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il copyright del film, richiesto dalla Famous Players-Lasky Corp., fu registrato il con il numero LP15262[1][3].
Distribuito dalla Famous Players-Lasky Corporation, il film - presentato da Jesse L. Lasky - uscì nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti nell'agosto 1920.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Non si conoscono copie ancora esistenti della pellicola che viene considerata presumibilmente perduta[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) The American Film Institute Catalog, Features Films 1911-1920, University of California Press, 1988 ISBN 0-520-06301-5
  • Paolo Cherchi Usai e Lorenzo Codelli (a cura di), L'eredità DeMille, Edizioni Biblioteca dell'Immagine, Pordenone 1991

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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