Task Force 45

Task Force 45
Distintivo adottato dalla Task Force 45
nell'ambito delle operazioni in Afghanistan
Descrizione generale
Attivagiugno 2006 - 2016
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Servizio Forze armate italiane
TipoForze speciali
RuoloOperazioni speciali
Dimensione~ 200 militari
Guarnigione/QGForward Support Base (FSB) "Camp Arena", Herat (34°12′35.43″N 62°13′30.26″E / 34.209842°N 62.225072°E34.209842; 62.225072): Comando TF-45 e TU-A
Forward Operative Base (FOB) "El Alamein", Farah - Afghanistan (32°22′00.43″N 62°09′31.74″E / 32.366786°N 62.158817°E32.366786; 62.158817): TU-B.
Battaglie/guerreGuerra in Afghanistan
Sito internetCOFS
Struttura di comando
A livello funzionale:

A livello operativo:

Reparti dipendenti
fonti indicate in calce alla voce
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

«Non voglio rivelare dettagli. Posso solo dire che ho potuto osservare il lavoro e la professionalità di quella squadra (la Task Force 45, ndr). Credo che gli italiani sarebbero orgogliosi dei loro soldati.»

La Task Force 45 (TF-45) era un'unità militare interforze di Forze speciali italiane, operante, almeno dal giugno 2006 al 2016 in Afghanistan, nell'ambito dell'Operazione "Sarissa" dell'International Security Assistance Force (ISAF).

Lo Stato Maggiore della Difesa ne coordinava le operazioni attraverso il COFS.[2] La task force era riservata, e i componenti non erano conteggiati nel complesso del contingente italiano dei 3.880 militari (al 26 giugno 2011)[3][4] schierati in Afghanistan, motivo per cui il numero degli effettivi della TF-45 è ancora sconosciuto (sono stimati circa 200 effettivi, ma la cifra è incerta).

Secondo Gianandrea Gaiani, esperto militare e Direttore di Analisi Difesa[5], la TF-45 "costituisce la più grande unità di forze speciali mai messa in campo dall'Italia dai tempi dell'"Operazione Ibis" in Somalia"[6][7].

L'operazione Sarissa[modifica | modifica wikitesto]

L'Operazione "Sarissa" (dal nome di una lancia macedone), è la denominazione convenzionale di un'operazione di peacekeeping in Afghanistan in ambito ISAF, che ha visto impiegati elementi dei corpi d'élite italiani sotto il nome di Task Force 45, contro la resistenza talebana e a sostegno del governo della Repubblica islamica di Afghanistan.

La missione, sulla quale il governo italiano e i comandi militari mantengono il massimo riserbo, consisteva nello svolgimento di missioni di guerra non convenzionale, ricognizioni speciali, operazioni anti-terrorismo, liberazione ostaggi e civili, humint, servizio scorta personalità diplomatiche, lotta ai traffici illeciti di armi indirizzate agli insurgents, prevenzione di attentati diretti contro i militari italiani e della coalizione.[8]

La task force di forze speciali italiane operava a stretto contatto con personale delle forze speciali statunitensi, britanniche e degli altri Paesi della coalizione, oltre ovviamente agli afghani, dalle basi di Herat e di Farah[9].

Area delle operazioni[modifica | modifica wikitesto]

Provincia di Herat
Mappa della provincia di Herat Archiviato il 15 dicembre 2011 in Internet Archive.
Mappa etnica della provincia di Herat
Provincia di Badghis
Mappa della provincia di Badghis Archiviato il 27 ottobre 2005 in Internet Archive.
Mappa etnica della provincia di Badghis
Provincia di Ghowr
Mappa della Provincia di Ghowr[collegamento interrotto]
Mappa etnica della provincia di Ghowr
Provincia di Farah
Mappa della provincia di Farah Archiviato il 7 ottobre 2006 in Internet Archive.
Mappa etnica della provincia di Farah
Distretti della provincia di Herat Distretti della provincia di Badghis Distretti della provincia di Ghowr Distretti della provincia di Farah

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

La TF-45 è composta da militari provenienti da tutti i reparti delle Forze Speciali italiane (FS - TIER 1) e delle Forze per le Operazioni Speciali (FOS - TIER 2) ed agisce sotto esclusivo comando operativo del 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin"[10] dell'Esercito Italiano.

Come tutte le forze speciali italiane, la TF-45 ha come supporto operativo per i trasporti le Unità di Supporto Operativo per Operazioni Speciali (SOOS). Come supporto operativo per le trasmissioni, communications security (comsec), le Joint Task Force C4 (JTF C4), dipendente dalla Sub Agenzia di Ridistribuzione (SAR), di base al Provincial Reconstruction Team (PRT) di Herat[11].

Compiti[modifica | modifica wikitesto]

La TF-45 operava con le tecniche proprie delle Forze speciali per l'espletamento dei "classici" compiti delle stesse. Inoltre, la TF-45 essendo un "comando nazionale interforze "land oriented" (operazioni speciali terrestri) di cui fanno parte gli operatori delle FS TIER 1 di tutte le Forze armate italiane, e da assetti specialistici, a seconda delle esigenze" era chiamata a "creare un ambiente sicuro in Afghanistan, attraverso tutta la gamma delle operazioni speciali"[12]. Ha altresì avuto compiti di "search and destroy"[13][14] per obiettivi sensibili (sia luoghi che persone)[15].

Dipendenze[modifica | modifica wikitesto]

La TF-45 a livello funzionale (italiano) dipende da[16]:

A livello operativo:

Altre unità T.F. Nato[modifica | modifica wikitesto]

A livello operativo NATO esistono sul territorio dell'Afghanistan altre unità militari combattenti di Forze speciali:

Ordinamento[modifica | modifica wikitesto]

La TF-45 è suddivisa in due "Task Unit"[17]:

  • Task Unit "Alfa" (TU-A) con base ad Farah;
  • Task Unit "Bravo" (TU-B) con base a Herat.

Le "Task Unit", a loro volta, sono formate da più "Distaccamenti Operativi"[18]; quelli conosciuti sono:

Vi erano inoltre Distaccamenti Operativi del Gruppo Intervento Speciale dell'Arma dei Carabinieri, del 4º Reggimento alpini paracadutisti "Monte Cervino" del 185º Reggimento Paracadutisti Ricognizione Acquisizione Obiettivi dell'Esercito Italiano e il supporto tecnico operativo dell’11º Reggimento Trasmissioni (Esercito Italiano)

Basi[modifica | modifica wikitesto]

Elicottero da trasporto tattico NH90 dell'AVES in supporto operativo alla FOB di Farah

La TF-45 dispone di due basi:

Il 9 agosto 2009 un incendio divampò e distrusse la Base della TF-45 a Farah, che si trova all'interno di una base statunitense. Le fiamme attecchirono alla riservetta munizioni, che esplose. Le schegge colpirono almeno due elicotteri statunitensi mentre altre bucarono i serbatoi di carburante. Il sindaco di Farah arrivò con un'autopompa per aiutare le truppe NATO. La causa dell'incendio venne individuata in un malfunzionamento di un generatore elettrico[19][20].

Operazioni effettuate[modifica | modifica wikitesto]

  • Operation "Wyconda Pincer" - Distretto di Bala Buluk e Distretto di Pusht Rod, della Provincia di Farah, Afghanistan - dal 18 settembre 2006 al 23 settembre 2006. Lanciata operazione congiunta delle truppe scelte italiane, spagnole, statunitensi ed afgane (tra le unità impegnate vi erano la Task Force 45, il 66º Reggimento fanteria aeromobile "Trieste" ed i paracadutisti spagnoli di una QRF italo - iberica). Almeno una settantina di insorti talebani rimasero uccisi in scontri con i soldati italiani.
  • Operation "Wyconda Pincer 2" - Distretto di Bala Buluk e Distretto di Pusht Rod, della Provincia di Farah, Afghanistan - dal 27 settembre 2006 al 4 ottobre 2006. La stessa Task Force italo - spagnola prosegue nel rastrellamento contro le forze talebane che cercano di riconquistare i due distretti afgani.
  • Operation "Wyconda Rib" - Distretto di Gulistan, della Provincia di Farah, Afghanistan - dal 1º ottobre 2006. Riconquistati dei distretti afgani occupati due settimane prima dai talebani. Almeno nove insorti talebani rimangono uccisi negli scontri
  • Operazione Speciale "Tiger Achilles" - Valle del Gulistan, nel Distretto di Gulistan, della Provincia di Farah, Afghanistan - marzo 2007. Nonostante il silenzio dei governi di Italia e Spagna, fonti NATO confermano che in contemporanea all'Operazione "Achille", lanciata dalle forze NATO ed afgane contro i ribelli nella provincia di Helmand, la Task Force di Reazione Rapida italo - spagnola prende parte a scontri ed imboscate volti ad intercettare ed eliminare gruppi di talebani in fuga. Solo alcuni di questi scontri a fuoco saranno poi resi noti dai media e dalle autorità militari italiane.
  • Operazione "Palk Wahel" - Provincia di Helmand e Provincia di Farah, Afghanistan - 19 settembre 2007. Incursori della Task Force 45 e una QRF di bersaglieri prendono parte ad un duro scontro per intercettare e distruggere un numeroso gruppo di insorti talebani in fuga dalla provincia di Helmand. Fu necessario l'intervento di due elicotteri Mangusta per avere la meglio sugli attaccanti.
  • Operazione di salvataggio ostaggi, 23-24 settembre 2007. Il 23 settembre due agenti del Sismi (oggi AISE) ed il loro interprete vennero catturati da banditi locali. La Task Force 45, i servizi segreti militari della Coalizione in Afghanistan, furono immediatamente allertati. Il gruppo era composto non da integralisti ma da miliziani specializzati nella presa di ostaggi, afgani o stranieri, ed il gruppo dietro promessa di riscatto minacciava le autorità di giustiziarli, anche se probabilmente gli ostaggi finivano comunque consegnati alla vicina milizia talebana (dietro versamento di un secondo riscatto) per essere giustiziati ed usati come propaganda filo talebana. Identificato il covo dei rapitori e temendo un immediato trasferimento degli ostaggi presso i talebani, scattò nella notte un'operazione congiunta tra le Forze Speciali Britanniche (SBS) e la Task Force 45 (probabilmente un reparto misto formato da incursori di Esercito e Marina). I britannici, la forza d'attacco principale, dovevano intercettare il convoglio di mezzi in allontanamento, per liberare gli ostaggi, neutralizzare gli ostili e probabilmente catturare o eliminare il comandante del gruppo per ottenere informazioni. Gli italiani ricoprivano il ruolo di forza di supporto, per favorire la cinturazione della zona obiettivo, cioè evitare fughe o l'arrivo di rinforzi avversari, e l'obiettivo primario della Task Force 45 era catturare il covo dei rapitori, pur avendo la certezza di non trovarvi ostaggi ma solo miliziani. Al termine del blitz, i cui dettagli sono coperti da segreto militare, è tuttavia noto che tutti i rapitori rimasero uccisi nello scontro e gli ostaggi liberati, anche se tutti e tre rimasero feriti (si parlò anche di probabile fuoco amico). Due ostaggi sopravvissero, ma il terzo, Lorenzo D'Auria, agente del Sismi, non riuscì a sopravvivere. Trasferito in Italia, sposatosi con la compagna da cui aveva già avuto dei figli, moriva il 04 ottobre 2007.
  • Battaglia del Gulistan - Distretto di Gulistan, della Provincia di Farah, Afghanistan - 1°/21 novembre 2007. In seguito all'occupazione di tre distretti da parte di un gruppo di circa 700 insorti talebani, resosi anche responsabili della morte di una ventina di poliziotti e di decine di civili afgani, fu costituita una Task Force composta da circa 500 soldati scelti tra forze speciali italiane, statunitensi ed afgane. Tra i militari italiani coinvolti vi erano gli incursori della Task Force 45, i bersaglieri e gli equipaggi di cinque elicotteri Mangusta ed otto cingolati Dardo, in totale 200 soldati. Dopo circa tre settimane di duri scontri i tre distretti erano stati riconquistati, anche perché i talebani decisero di sacrificare una piccola retroguardia per salvare il grosso delle loro forze oltre il confine iraniano. Sebbene non vi siano stati mai comunicati ufficiali, sembrerebbe che la Task Force Alleata non abbia subito perdite, a parte alcuni feriti, mentre tra gli insorti vi sarebbe un bilancio di vittime significativo: tra i 60 ed i 200 uccisi.
  • Esercitazione Anti-Guerriglia - Provincia di Helmand e Provincia di Kandahar - maggio 2008
  • Operazione Anti-Guerriglia, Bala Murghab, Afghanistan - 16 luglio 2010. Nel corso di un'operazione a supporto delle truppe afghane e della Coalizione sul confine tra la provincia di Helmand e il territorio affidato al contingente italiano, un reparto della Task Force 45 si ritrovò ad ingaggiare un duro scontro con centinaia di insorti talebani. Gli incursori tennero testa agli attaccanti impiegando fucili di precisione e mitragliatrici di squadra per decimare gli insorti, permettendo l'arrivo di una QRF composta da altri incursori e da fanti del 66º Reggimento "Trieste" (della Brigata Aeromobile "Friuli") e di elicotteri Mangusta. L'intervento degli elicotteri convinse gli attaccanti alla fuga, ma oltre 70 insorti erano rimasti uccisi, 15 furono fatti prigionieri e alcune decine feriti. Tre incursori della Task Force 45 furono feriti nello scontro, due alpini ranger del "Monte Cervino" e un incursore di Marina del GOI, che era stato colpito ad un polmone, ma riuscì a sopravvivere. In Italia inizialmente si diede notizia solo dei tre feriti italiani; successivamente l'episodio ha dato adito a polemiche sulle regole d'ingaggio sia delle truppe italiane sia delle truppe della Coalizione che operano nel territorio affidato agli italiani.
  • Provincia di Farah, Afghanistan, 17 settembre 2010. Individuati un gruppo di quattro talebani che collocavano un ordigno esplosivo. Una pattuglia della Task Force 45, composta da incursori del 9º Reggimento Paracadutisti d'Assalto "Col Moschin", raggiungeva la zona e prontamente disattivava l'ordigno; nel tentativo di arrestare i quattro attentatori però la pattuglia fu fatta oggetto di intenso fuoco da parte di un gruppo di una trentina di talebani. Due incursori venivano colpiti, mentre i loro colleghi rispondevano al fuoco, richiedevano il supporto aereo e provvedevano all'immediata evacuazione dei feriti; il contatto finì con l'arrivo di un elicottero Mangusta, che mitragliava gli aggressori, uccidendoli quasi tutti. Uno dei due feriti, il tenente Alessandro Romani, sfortunatamente perdeva la vita nell'ospedale militare, perché colpito in un punto non protetto dal Kevlar e per la grave emorragia provocata dal proiettile. Il militare fu decorato alla memoria e questa perdita suscitò l'interesse di molti italiani verso la Task Force 45.
  • Battaglia di Herat - Città di Herat, del Distretto di Herat, della Provincia di Herat, Afghanistan - 30 maggio 2011. Duri scontri nei pressi del Comando militare italiano, preceduti dall'esplosione di alcune auto bombe. Il bilancio è di cinque militari italiani feriti ed un numero imprecisato di vittime tra gli afgani, diversi morti e feriti, ma senza precisare quanti fossero civili e quanti membri del commando di aggressori. L'episodio avvenne a qualche mese dalla consegna alle autorità afgane di alcuni distretti dell'Ovest, prima tenuti da presidi militari italo - spagnoli.
  • Attacco alla Sede della Esko International ad Herat - 3 Novembre 2011. Secondo quanto riferito da fonti ben informate, gli ostaggi caduti nelle mani dei terroristi negli edifici occupati erano 18 tra i quali tre italiani e un gran numero di indiani, mentre le truppe che hanno rapidamente circondato l'area appartenevano alla forza di reazione rapida, un paio di plotoni di fanteria italiani e fucilieri dell'aria (Aeronautica Militare), mantenuti in costante pre - allarme per far fronte a crisi come questa. Attivata immediatamente anche la componente antiterrorismo della Task Force 45 che ha la sua base e il suo comando all'interno di Camp Arena. Circa una ventina di uomini del Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri (gli specialisti dell'antiterrorismo e della liberazione di ostaggi) e del Gruppo operativo incursori della Marina hanno pianificato ed eseguito il blitz, sviluppatosi nella tarda mattinata, pare anche con l'impiego di elicotteri per condurre un attacco simultaneo agli edifici controllati dai terroristi penetrandovi da porte, finestre e tetto. Furono impiegate anche granate accecanti per limitare la reazione dei terroristi. Il fuoco preciso degli incursori ha ucciso tutti i terroristi, come ha confermato Noor Khan Nekzad, portavoce della polizia afghana. La fotografia che ritraeva l'unico incursore ferito nel blitz, un carabiniere del GIS, sorretto da due colleghi della stessa unità, fece il giro del Mondo e destò l'ammirazione di molti, cosa piuttosto insolita per un reparto di forze speciali la cui esistenza non è mai stata confermata dal governo italiano. Il blitz è stato definito impeccabile da numerosi analisti militari[21].
  • Il 3 aprile 2012 la Task Force 45 entrava in azione. Nel corso di un blitz furono sequestrati esplosivo, numerose armi e munizioni e vennero arrestati alcuni ribelli, rinchiusi poi nel carcere di Herat.

Comandanti[modifica | modifica wikitesto]

Primo comandante della Task force 45 è stato il tenente colonnello paracadutista del "Col Moschin" Roberto Vannacci[22]

I comandanti del JSOTG "Condor-A" sono stati[23]:

Decorati[modifica | modifica wikitesto]

Caduti[modifica | modifica wikitesto]

Data morte Caduto Città nascita Prov. Data nascita Grado Reparto Missione Luogo Causa Note
01 15 ottobre 2009 Rosario Ponziano Palermo PA 28 gennaio 1984 primo caporal maggiore 4º Reggimento alpini paracadutisti "Monte Cervino",[38] International Security Assistance Force - Operazione "Sarissa" strada tra la Città di Herat e la Città di Shindand
Distretto di Adraskan, Provincia di Herat - Afghanistan
Incidente automobilistico [39][40]
02 17 settembre 2010 Alessandro Romani Roma RM 18 luglio 1974 tenente 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin"[41] International Security Assistance Force - Operazione "Sarissa" Distretto di Bakwa, Provincia di Farah - Afghanistan Combattimento [40]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Davide Frattini, "McChrystal: «Gli italiani si battono bene. Potremmo chiedere di più»", Corriere della Sera, 6 marzo 2010
  2. ^ www.marina.difesa.it
  3. ^ Consistenza numerica per Nazione dell'ISAF Archiviato il 30 settembre 2011 in Internet Archive.
  4. ^ Contributo nazionale all'ISAF
  5. ^ Curriculum Vitae di Gianandrea Gaiani Archiviato il 19 luglio 2011 in Internet Archive.
  6. ^ Gianandrea Gaiani, "Urgenti i rinforzi in Afghanistan Occidentale" Archiviato il 21 agosto 2009 in Internet Archive., Analisi Difesa, Intermedia S.a.s., San Giovanni in Persiceto (BO), Anno 8 - Numero 81, ottobre 2007
  7. ^ Citazione di Gianandrea Gaiani Archiviato l'8 novembre 2014 in Internet Archive., Citazione di Gianandrea Gaiani,
  8. ^ Documento comando NATO su Operazione Sarissa
  9. ^ "Intervista Parla il comandante dei commando italiani - «Task Force 45» in prima linea nei covi dei talebani»»" Archiviato il 28 novembre 2012 in Internet Archive., Il Tempo, Roma, 12 dicembre 2008
  10. ^ Brigata forze speciali e lezioni apprese - Analisi Difesa
  11. ^ Luca Carniel, "La JTF C4 del 2º Reggimento Trasmissioni nella città di Herat (Afg)" Archiviato l'8 novembre 2014 in Internet Archive., Miles - Rivista Militare Virtuale, 2007
  12. ^ Fr.Bus., "Intervista Parla il comandante dei commandos italiani - «Task Force 45» in prima linea nei covi dei talebani»" Archiviato il 28 novembre 2012 in Internet Archive., Il Tempo, Roma, 12 dicembre 2008
  13. ^ Carlo Bonini, "90mila uomini e 3 miliardi di euro ecco il vero volto della guerra", La Repubblica, Roma, 12 ottobre 2010
  14. ^ Giancarlo Chetoni, "Omicidi mirati per la Task Force 45", ariannaeditrice.it, 6 ottobre 2010
  15. ^ Task Force 45: i soldati invisibili, su brigatafolgore.net.
  16. ^ Forze Speciali Italiane: i migliori corpi del Sistema Difesa Italia, in infiltrato.it, 10 ottobre 2017. URL consultato l'11 ottobre 2017.
  17. ^ Fr.Bus., "Intervista Parla il comandante dei commandos italiani - «Task Force 45» in prima linea nei covi dei talebani»»"[collegamento interrotto], Il Tempo, Roma, 15 dicembre 2008
  18. ^ "Task Force 45: barbe vere!", RAIDS Italia, Editoriale Lupo, Firenze, n° 256, gennaio 2009, ISSN 1721-3460 (WC · ACNP)
  19. ^ Fonte: Wikileaks[collegamento interrotto]
  20. ^ Fonte: L'Espresso tramite Wikileaks
  21. ^ Blitz antiterrorismo delle forze speciali italiane, su ilsole24ore.com, Il Sole 24 ore, 3 novembre 2011.
  22. ^ https://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Attualita/Spezzino-al-comando-del-contingente-242835.aspx
  23. ^ Ernesto Vassallo, "Afghanistan: Enduring Freedom - ISAF" Archiviato il 7 aprile 2012 in Internet Archive., cifr.it, Centro Italiano Filatelia Resistenza, Milano, 2011
  24. ^ Decreto Ministeriale del 15 gennaio 2003[collegamento interrotto]
  25. ^ Decreto Ministeriale n° 939 del 12 dicembre 2008
  26. ^ Decreto Ministeriale n° 942 del 12 dicembre 2008
  27. ^ Decreto Ministeriale n° 943 del 12 dicembre 2008
  28. ^ Decreto Ministeriale n° 955 del 2 gennaio 2009
  29. ^ Decreto del Presidente della Repubblica n° 1 del 27 marzo 2009
  30. ^ Decreto del Presidente della Repubblica n° 254 del 2 aprile 2009
  31. ^ Decreto del Presidente della Repubblica n° ... del 24 luglio 2009
  32. ^ Dettaglio decorato, conferimento del 4 novembre 2012
  33. ^ Decreto del Presidente della Repubblica n° ... del 24 luglio 2009
  34. ^ Decreto Ministeriale n° 2 del 9 settembre 2009
  35. ^ Decreto del Presidente della Repubblica n° 5 del 12 novembre 2009
  36. ^ Decreto del Presidente della Repubblica n° ... del 2 agosto 2010
  37. ^ Decreto Ministeriale n° ... del 23 dicembre 2010
  38. ^ nella C.C.S.L. - Compagnia Comando e Supporto Logistico, inquadrato nel Distaccamento Operativo Incursori della Task Force 45 operante presso il Joint Special Operations Task Group "Condor-A"
  39. ^ Nota ISAF n° 41SMT29393498582009-10#1336.02 (da Wikileaks.org)[collegamento interrotto]
  40. ^ a b Ministero della Difesa, "Le Operazioni Militari - Operazioni internazionali in corso - Afghanistan - ISAF (ITALFOR Kabul e RC-W) - Incidenti e Caduti" - www.difesa.it - Roma, 2003-2011
  41. ^ inquadrato nel Distaccamento Operativo Incursori della Task Force 45 operante presso il Joint Special Operations Task Group "Condor-A"

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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