Sylvia Likens

Sylvia Marie Likens (Lebanon, 3 gennaio 1949Indianapolis, 26 ottobre 1965) è stata una ragazza statunitense dell'Indiana vittima di un brutale omicidio.

Venne torturata fino alla morte da Gertrude Baniszewski, dai suoi figli e altri giovani del loro quartiere. I suoi genitori, che erano giostrai, avevano lasciato Sylvia e sua sorella Jenny nelle mani della famiglia Baniszewski tre mesi prima della sua morte in cambio di 20 dollari alla settimana. La Baniszewski, due dei suoi figli, Paula e John, e due giovani del quartiere, Coy Hubbard e Richard Hobbs, furono incriminati e condannati per il delitto. La tortura e l'assassinio di Sylvia Likens furono descritti dal pubblico ministero nel processo contro la Baniszewski come «il peggior crimine mai commesso nello Stato dell'Indiana».

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sylvia Likens era la terza dei figli dei giostrai Elizabeth Frances “Betty” Grimes Matheson (2 maggio 1927-29 maggio 1998) e Lester Cecil Likens (22 marzo 1926-22 febbraio 2013).

I suoi genitori ebbero, oltre che lei, altri 4 figli:

  • Diana e Danny (gemelli e di 2 anni più grandi nati nel 1947).
  • Jenny (resa disabile dalla poliomielite 13 febbraio 1950-23 giugno 2004) e Benny (13 febbraio 1950-3 agosto 1999).

Il matrimonio dei Likens era instabile e la famiglia si trasferì più volte. Sylvia è stata spesso costretta a vivere con i parenti, mentre i suoi genitori lavoravano. Sylvia fece da baby-sitter e stirò, lavori i quali erano, per coincidenza, gli stessi che Gertrude Baniszewski ricopriva. Il gruppo rock preferito di Sylvia erano i Beatles: durante i primi tempi con la famiglia Baniszewski, lei cantava appassionatamente con Stephanie Baniszewski, una delle figlie di Gertrude.

Sylvia e Jenny conobbero non meno di 14 indirizzi, a causa dei continui trasferimenti della famiglia. In passato erano state lasciate a casa di una nonna o affidate temporaneamente quando i genitori erano in viaggio con la giostra, nella speranza che la loro educazione non ne avrebbe sofferto. Nel 1965 Sylvia e sua sorella Jenny vivevano con la madre a Indianapolis, nell'Indiana, quando Betty fu arrestata e incarcerata per furto. Lester Likens, che si era da poco separato dalla moglie, predispose per le sue figlie la partenza con Gertrude Baniszewski, la madre di Paula, una ragazza di cui le due avevano da poco fatto conoscenza: sebbene Gertrude e i suoi sette figli fossero poveri, Lester, come riferì al processo, "non curiosò" sulle condizioni della casa e incoraggiò la donna a "raddrizzare le sue figlie", accettando di pagarla venti dollari alla settimana.

La Baniszewski, descritta dal The Indianapolis Star come una persona "emaciata e smunta, sottopeso e asmatica", soffrendo di depressione e di stress per i diversi matrimoni falliti, cominciò a sfogare la sua rabbia sulle ragazze dei Likens, percuotendole con delle pagaie, dopo che il pagamento da parte dei genitori non riuscì ad arrivare in tempo. Presto, la Baniszewski focalizzò il suo abuso su Sylvia, accusandola di aver rubato le caramelle che aveva comprato da un negozio di alimentari, e umiliandola quando lei ammise che una volta aveva avuto un fidanzato. Paula Baniszewski, che allora era in gravidanza, prese Sylvia a calci nei genitali e la accusò a sua volta di essere incinta, sebbene l'esame medico avesse dimostrato che la ragazza non lo era e non avrebbe potuto esserlo a causa della sua sterilità.

La Likens fu in seguito accusata di diffondere voci alla Arsenal Technical High School, secondo le quali Stephanie e Paula erano prostitute, il che, presumibilmente, indusse il fidanzato di Stephanie, Coy Hubbard (7 luglio 1950-23 giugno 2007), ad attaccare fisicamente la ragazza. La signora Baniszewski incoraggiò Hubbard e altri ragazzi del vicinato a tormentare Sylvia: tra le altre cose che le fecero, le spensero sigarette sulla sua pelle, la costrinsero a spogliarsi e le inserirono una bottiglia di vetro di Coca-Cola nella sua vagina in almeno due occasioni. Dopo aver picchiato Sylvia per costringerla a confessare di aver rubato una tuta da ginnastica dalla scuola che la Baniszewski non voleva comprarle (e senza la quale non avrebbe potuto frequentare le lezioni di educazione fisica), quest'ultima non la fece più andare a scuola e non le permise di uscire di casa.

Quando Sylvia urinò nel suo letto, la chiuse a chiave in cantina e le proibì di usare il bagno: in seguito, la costrinse a consumare le sue feci e urine. Poco prima della morte di Sylvia, la Baniszewski cominciò a incidere le parole "I'M A PROSTITUTE AND PROUD OF IT" ("Io sono una prostituta e sono fiera di esserlo") sul suo ventre con un ago rovente, anche se fu Richard Hobbs (7 novembre 1950-2 gennaio 1972) a finire l'incisione quando la donna non riuscì più a proseguire a causa dell'odore. Hobbs, con l'aiuto di Shirley Baniszewski che aveva solo dieci anni, utilizzò anche un bullone arroventato per marchiare il numero "3" sul petto di Sylvia.

La ragazza tentò di fuggire il giorno prima della sua morte, dopo aver origliato il piano della Baniszewski di bendarla e gettarla in una zona boscosa nelle vicinanze, ma fu catturata dalla donna non appena raggiunse la porta di casa. Come punizione, fu costretta al piano interrato e le furono dati solo cracker per nutrirsi. Il 26 ottobre 1965, dopo diversi pestaggi, ustioni e bagni bollenti, Sylvia Likens morì di emorragia cerebrale, shock e malnutrizione: quando Stephanie Baniszewski e Richard Hobbs capirono che la ragazza non respirava, Stephanie tentò di farle la respirazione bocca a bocca, prima di rendersi conto che non c'erano speranze e che Sylvia era morta.

Processo[modifica | modifica wikitesto]

Stephanie Baniszewski mandò Hobbs a chiamare la polizia da una cabina telefonica nelle vicinanze. Quando arrivarono gli agenti, Gertrude consegnò loro una lettera che la donna aveva fatto scrivere a Sylvia qualche giorno prima, indirizzata ai suoi genitori. Quest'ultima dichiarava che la ragazza aveva accettato di avere rapporti sessuali con un gruppo di ragazzi in cambio di denaro, i quali l'avevano trascinata nella loro auto, malmenata, ustionata più volte e inciso l'iscrizione sulla sua pelle. Prima che la polizia se ne andasse, però, Jenny Likens si accostò a uno degli uomini, dicendo: "Fatemi uscire di qui e vi dirò tutto".

Durante il processo, che fu altamente pubblicizzato, la Baniszewski negò ogni responsabilità per la morte, dichiarandosi non colpevole per infermità mentale; sostenne che era troppo distratta dalla sua cattiva salute e la sua depressione per controllare i suoi bambini. Gli avvocati dei giovani sotto processo (Paula e John Baniszewski, Richard Hobbs e Coy Hubbard) affermarono che i ragazzi avevano ricevuto pressioni dalla Baniszewski. Quando Marie Baniszewski, la figlia undicenne di Gertrude, fu chiamata a presentarsi come testimone della difesa, lei crollò e ammise di essere stata costretta a riscaldare l'ago con cui Hobbs aveva inciso la pelle di Sylvia, e di aver visto sua madre picchiarla e costringerla a stare nel seminterrato.

Nella sua arringa finale, l'avvocato della Baniszewski disse: "Io la condanno in quanto assassina ... ma dico che non è responsabile perché non è del tutto presente!" e si picchiettò la testa con un dito per rendere più esplicito il suo pensiero sullo stato mentale della donna. Il 19 maggio 1966 Gertrude Baniszewski fu condannata per omicidio di primo grado, ma fu risparmiata dalla pena di morte e condannata al carcere a vita. Sua figlia Paula, che aveva dato alla luce una figlia di nome Gertrude durante il processo, fu condannata per omicidio di secondo grado e alla reclusione a vita. Hobbs, Hubbard e John Baniszewski furono giudicati colpevoli di omicidio colposo e condannati da 2 a 21 anni di carcere.

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

I ragazzi trascorsero due anni in carcere. Nel 1971 a Paula e Gertrude Baniszewski fu concesso un altro processo: Paula si dichiarò colpevole di omicidio colposo, cioè senza intenzionalità e fu rilasciata due anni dopo, Gertrude invece fu nuovamente accusata di omicidio di primo grado; venne rilasciata per buona condotta nel 1985, e, nonostante una protesta pubblica e le petizioni contro il suo rilascio, la commissione per la condotta prese il suo buon comportamento in carcere in considerazione e la liberò. Gertrude Baniszewski cambiò il suo nome in Nadine van Fossan e si trasferì in Iowa, dove morì di cancro ai polmoni il 16 giugno 1990. Quando Jenny Likens, sposata e residente a Beech Grove, nell'Indiana, vide il necrologio della donna sul giornale, lo ritagliò e spedì a sua madre con il commento: "Buone notizie. Accidenti, la vecchia Gertrude è morta. Ah ah ah! Ne sono felice".

Jenny Wade Likens morì di attacco cardiaco il 23 giugno 2004, all'età di 54 anni. La casa al 3850 di East New York Street nella quale fu torturata e uccisa Sylvia Likens rimase vacante e fatiscente per gran parte dei 44 anni dopo l'omicidio e fu demolita il 23 aprile 2009: la struttura diventerà il parcheggio per una chiesa.

Richard Hobbs morì di cancro ai polmoni all'età di 21 anni, quattro anni dopo essere stato rilasciato dal riformatorio.

Dopo il massacro della Westside Middle School, John Baniszewski da allora si fece chiamare John Blake e rilasciò una dichiarazione sostenendo che i giovani criminali non sono privi di aiuto e descrivendo come aveva trasformato la sua vita: morì al General Hospital a Lancaster, in Pennsylvania, dopo aver a lungo sofferto di diabete il 19 maggio 2005, all'età di 52 anni, lasciando una moglie e tre figli.

Coy Hubbard, il ragazzo di Stephanie Baniszewski che picchiò Sylvia e che mise in pratica le sue mosse di judo su di lei, entrò e uscì di prigione dopo il suo rilascio e fu in seguito accusato e assolto per l'omicidio di due uomini. Morì di attacco cardiaco il 23 giugno 2007, all'età di 56 anni a Shelbyville, nell'Indiana: aveva una moglie e cinque figli, diciassette nipoti e un pronipote.

Paula Baniszewski, la più anziana dei figli della Baniszewski, ricevette una condanna a venti anni di reclusione per il suo ruolo nella morte di Sylvia. Durante la detenzione, partorì una bambina (inizialmente chiamata Gertrude), che fu successivamente adottata; tentò due volte di fuggire dal carcere senza successo nel 1971. Nel 1972 fu rilasciata per buona condotta e assunse una nuova identità. In seguito si sposò ed ebbe due figli; secondo alcune testimonianze oggi vive in una piccola fattoria in Iowa.

L'accusa di omicidio contro la seconda figlia di Gertrude, Stephanie, cadde dopo che questa diede accesso alle prove contro gli altri; divenne una maestra di scuola e assunse un nuovo nome, Si sposò ed ebbe diversi figli.

Le accuse di ferimento di persona contro i più giovani minorenni Anna Ruth Siscoe, Judy Darlene Duke, John Michael (Mike) Monroe, e Randy Gordon Lepper caddero a loro volta. Lepper morì il 14 novembre 2010 a Indianapolis all'età di 56 anni.

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