Sword and sorcery

Illustrazione di Harold Saylor De Lay per una scena del racconto a puntate Red Nails (l'ultimo del ciclo narrativo del celebre barbaro Conan) di Robert E. Howard; quest'immagine, in particolare, fu pubblicata per la prima volta nella rivista Weird Tales (agosto/settembre 1936, vol. 28, no. 2, a pag. 205). Rappresenta una tipica azione clou, all'interno di un'opera Sword and sorcery.

Lo sword and sorcery (in acronimo S&S, lett. "spada e stregoneria"), detto anche heroic fantasy ("fantasy eroico"),[1] è un sottogenere della narrativa fantasy imperniato sui conflitti di piccola scala fra un protagonista dalla moralità ambigua e avversari di natura spesso sovrannaturale, talvolta con l'inserzione di elementi romantici.[2]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Questo sottogenere ha radici antiche e, come molta letteratura fantasy, trae ispirazione dalla mitologia ed epica classica, come l'Odissea di Omero, ma i suoi progenitori immediati sono i romanzi di cappa e spada di Walter Scott (Ivanhoe, 1820), Alexandre Dumas (I tre moschettieri, 1844) e Rafael Sabatini (Scaramouche, 1921)[2], che già presentavano in un'ambientazione realistica diversi tropi poi reinterpretati in chiave fantastica dallo sword & sorcery; altro antecedente furono i primissimi testi fantasy di sapore avventuroso, come i romanzi Il serpente Ouroboros (The Worm Ouroboros, 1922) di Eric R. Eddison e La nave di Ishtar (The Ship of Ishtar, 1924) di Abraham Merritt o il racconto La fortezza inespugnabile, se non da Sacnoth ("The Fortress Unvanquishable, Save for Sacnoth", 1910) di Lord Dunsany. In aggiunta, lo sword & sorcery in senso stretto fu anticipato di pochi anni dal genere assai simile del planetary romance (a sua volta un filone del science fantasy, il cui iniziatore fu Edgar Rice Burroughs con il ciclo di Barsoom (1912-1943): in particolare Burroughs pubblicò i suoi racconti sulla rivista pulp The All-Story, il medesimo genere di testata che più tardi avrebbe accolto il vero e proprio sword & sorcery[2]. In ultimo luogo, va segnalato che le primissime opere del filone erano debitrici delle Mille e una notte per i repertori di creature magiche e oggetti incantati, e della letteratura picaresca per le fosche ambientazioni urbane.

L'effettiva invenzione del fantasy epico è quindi attribuita a Robert E. Howard, che pubblicò su Weird Tales il seminale ciclo di Kull di Valusia (1929-1930) e aprì così la strada a opere similari dei suoi colleghi e corrispondenti Clark Ashton Smith, Henry Kuttner e Catherine Lucille Moore, mentre Fritz Leiber pubblicò la propria produzione su Unknown, testata rivale di Weird Tales[2]; una trentina di anni dopo Lyon Sprague de Camp, anch'egli formatosi su Unknown, antologizzò i capolavori di questa stagione in una serie di quattro antologie (1963-1970) per i tipi di Pyramid Books, codificando così la fisionomia estetica e commerciale del sottogenere.

Definizione del sottogenere[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

L'espressione "sword and sorcery" fu coniata da Fritz Leiber nel numero di aprile 1961 della fanzine Ancalagon e dettagliata nel numero di luglio 1961 di un'altra fanzine, Amra, in risposta alla richiesta di Michael Moorcock: questi aveva pubblicato sul numero precedente di Amra un articolo in cui chiedeva un nome per definire il tipo di storie scritte da Robert E. Howard.[3] Nell'articolo su Amra Leiber scrisse:

«Sono più certo che mai che questo campo dovrebbe essere chiamato storie di sword-and-sorcery. Questo termine descrive accuratamente il livello culturale e l'elemento sovrannaturale [specifici nel genere] e inoltre lo distingue immediatamente dai romanzi di cappa-e-spada (avventure storiche) e (incidentalmente) anche dai romanzi di cappa-e-pugnale (spionaggio storico).»

Per quanto le esatte caratteristiche più fini del sottogenere siano oggetto di dibattito, il consenso generale è che la narrativa sword and sorcery sia una branca fantastica della letteratura d'avventura, studiata per la forma narrativa del racconto o del romanzo breve (il che è ovvia causa e conseguenza della sua creazione sulle riviste di narrativa): nello specifico, lo sword and sorcery si svolge tradizionalmente in mondi immaginari dal sapore esotico e fiabesco, ha come protagonisti individui straordinari per capacità e tenacia, e coinvolge questi protagonisti (di norma un singolo o un duo) in conflitti di portata ristretta e personale, tale per cui lo scontro fra eroi e malvagi si svolge in spazi e tempi relativamente ristretti, mantiene un ritmo serrato e coinvolge il destino immediato di singoli individui o di piccole comunità. Su questo impianto generale si innestano poi elementi estrapolati altre forme narrative: la scala personale dei conflitti agevola l'inserzione di sotto-trame sentimentali (se non apertamente erotiche) o di una patina umoristica; alle scene d'azione vere e proprie si intrecciano conflitti asimmetrici, simili alle situazioni del thriller o della storia di spionaggio; il sovrannaturale è tendenzialmente presentato nelle tinte fosche proprie dell'horror, proponendo figure perturbanti di mostri, stregoni e demoni piuttosto che i concetti solari di fata o di elfo presenti in altre forme di fantasy. Questa commistione di avventura, orrore, erotismo e commedia imprime al genere anche una caratteristica ambiguità morale, tale per cui i personaggi nobili sono comunque smargiassi e furfanteschi e gli antagonisti presentano una certa macabra solennità. Dalla predilezione per il testo breve deriva altresì che molte saghe sword & sorcery consistono di vari episodi autoconclusivi collegati da una trama orizzontale relativamente lasca, in cui il protagonista o i protagonisti restano psicologicamente statici o vivono uno sviluppo interiore piuttosto limitato, ponendo invece l'enfasi sulle loro emozioni immediate durante la singola avventura; tuttavia esistono anche opere corali che esplorano una medesima ambientazione dal punto di vista di più personaggi, cambiando prospettiva di racconto in racconto.

Rapporti con altri generi[modifica | modifica wikitesto]

Come accennato in precedenza, la narrativa sword and sorcery presenta delle importanti affinità con il genere coevo del planetary romance, una forma di letteratura science fantasy direttamente derivata dal genere ottocentesco del mondo perduto: le opere planetary romance sono infatti storie d'avventura avveniristica (anziché soprannaturale) ambientate su pianeti diversi dalla Terra, nelle quali l'esotismo delle civiltà e dei biomi alieni prevale sulla verosimiglianza scientifica dell'esplorazione, e molta enfasi viene data alle vicende sentimentali o di cappa e spada collocate nel contesto di culture extraterrestri classicheggianti o medievaleggianti. Nelle primissime opere di questo filone, come il ciclo di Barsoom, gli elementi fantastici erano quasi accessori rispetto alle sequele di inseguimenti e duelli rocamboleschi (donde la definizione di sword and planet), ma produzioni successive come la saga di Northwest Smith (1933-1940) della stessa C. L. Moore o il Ciclo marziano (1944-1963) di Leigh Brackett dedicarono uno spazio maggiore sia alle tecnologie futuristiche sia a elementi magici e macabri, dando adito a vere e proprie forme ibride con lo sword & sorcery.

È altrettanto degno di nota che, pur derivando da fonti simili, lo sword and sorcery è per molti versi antitetico al sottogenere dell'high fantasy; quest'ultimo, infatti, porta in scena conflitti di scala macroscopica fra concetti assoluti di Bene e Male, conflitti in un cui una compagnia di eroi positivi affronta un antagonista intrinsecamente malvagio, e i protagonisti vivono nel corso della vicenda un percorso di formazione. Nondimeno, alcune opere dall'intreccio e dall'estetica high fantasy mutuano dallo sword and sorcery il gusto per le moralità grigie, evitando una prospettiva manichea, e certe saghe sword & sorcery nei momenti climatici espandono il conflitto sulla vasta scala proprio dell'high fantasy. Si segnala pure che la mescolanza fra i due generi, qualora eseguita in chiave nichilista, con un'estetica al limite dello splatter e minimizzando l'elemento sovrannaturale, produce il sottogenere del grimdark, i cui iniziatori sono Glenn Cook con la saga de La Compagnia Nera e George R. R. Martin con le Cronache del ghiaccio e del fuoco.

Opere rappresentative[modifica | modifica wikitesto]

L'elenco include sia opere di sword and sorcery vero e proprio sia testi con contaminazioni science fantasy:

La rappresentazione femminile nello sword & sorcery[modifica | modifica wikitesto]

Bêlit, regina dei pirati creata da Robert Howard, una delle prime eroine delle avventure Sword and Sorcery. Illustrazione della copertina della raccolta L'Era di Conan: Bêlit Vol.1. Edizione italiana © 2019 Panini S.p.A.

Nonostante le opere di C. L. Moore, Joanna Russ e altre autrici, lo sword and sorcery è stato a lungo dominato da protagonisti maschili: i personaggi femminili erano normalmente damigelle in pericolo che dovevano essere salvate e protette dall'eroe o avversarie dipinte come perfide seduttrici; anche in opere con protagoniste femminili composte da romanziere donne, come l'apprezzata trilogia della Strega Bianca di Tanith Lee (1975-1978), permaneva per convenzione narrativa il pericolo ricorrente di violenza sessuale a danni delle eroine. Tale stereotipizzazione si era affermata a dispetto dell'appoggio di Robert Howard ai movimenti femministi, posizione che lo aveva portato ad affiancare Conan a coprotagoniste proattive (Bêlit in La regina della Costa Nera, 1934, e Valeria in Chiodi rossi, 1936) e a imperniare singoli racconti di ambientazione rinascimentale sulle avventuriere Agnes de Chastillon (1932 ca.) e Sonya di Rogatino (1934, personaggio poi rielaborato in Red Sonja, eroina di fumetti e film sword and sorcery a soggetto originale prodotti negli anni Ottanta).

Un rilevante sforzo di superare questa rappresentazione della realtà venne dalla romanziera Marion Zimmer Bradley, che curò per un decennio la collana annuale di antologie Sword and sorceress (1984-2014), espressamente concepita per dare spazio ad autrici femministe e a opere con protagoniste femministe non influenzate dagli stilemi della realtà: la serie fu immensamente popolare e Bradley continuò a dirigerla fino alla sua morte, dando con ciò un notevole apporto alla rappresentazione paritaria entro il sottogenere.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Heroic fantasy in Clute e Grant, p. 464
  2. ^ a b c d Sword and sorcery, su sf-encyclopedia.co.uk, 5 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2013). Anche in Clute e Grant, p. 915.
  3. ^ Peterson 2012, p. 105.
  4. ^ Citato in Peterson 2012, p. 105.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Fantasy: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di fantasy