Storia del lesbismo

Bacio saffico come allegoria tra Giustizia e Pace.

Per storia del lesbismo si intende la storia dell'identità lesbica e del lesbismo nel corso dei secoli.

Nella storia originale[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante la scarsità di documentazione disponibile, le prime tracce scritte si possono far risalire al Codice di Hammurabi (1792 a.C. circa), che cita la figura della salzikrum, la donna-uomo, che poteva contrarre matrimonio con altre donne.[1]

La storica Judy Grahn ha messo in luce l'omosessualità presente negli inni ad Inanna scritti da Enkheduanna (2300 a.C. circa).

Antica Grecia[modifica | modifica wikitesto]

Tra il VII e il VI secolo a.C. la poetessa greca Saffo, nativa dell'isola di Lesbo, celebrò il suo amore per le donne; da lei hanno avuto origine i termini lesbico e saffico.

Ancora nel VI secolo a.C. Plutarco ricorda che a Sparta alcune donne trovavano l'amore tra le braccia di altre donne. Più tardi, nel 160 a.C. Luciano di Samosata presenta, senza alcuna simpatia, le “donne mascoline”. Le hetairistriai, di cui parla Platone nel Simposio, diventano le tribadi (dal greco trìbein τρίβειν, "sfregare"). Contemporaneamente (150 a.C.), nella cultura ebraica Rabbi Eleazar sancisce l'oscenità dei rapporti tra donne.

Coppia femminile, da una serie di dipinti erotici delle Terme Suburbane (Pompei)

Impero romano e cristianesimo primitivo[modifica | modifica wikitesto]

Nel tardo mondo romano le tribadi diventano "fricatrix" (dal latino fricare, sfregare).

Famosa, nel libro IX delle Metamorfosi di Publio Ovidio Nasone la storia di Ifide, fanciulla allevata come fosse un ragazzo, che si innamora della bella Iante.[2] Quando la madre rimane incinta, il marito dichiara che farà uccidere il bambino se si tratta di una femmina; la donna tenta allora di nascondere il suo sesso dandole un nome che è di genere ambiguo: Ifi. Quando il "figlio" compie tredici anni, il padre sceglie una fanciulla dai capelli d'oro di nome Ianthe come sposa del "ragazzo". L'amore delle due giovinette viene descritto con simpatia:

«Erano di pari età, entrambe erano incantevoli...
e così l'amore è venuto a tutte e due insieme
in semplice innocenza, e riempì i loro cuori
con altrettanta nostalgia.»

Tuttavia, come il matrimonio si avvicina sempre di più, Ifi indietreggia, chiamando il suo desiderio "mostruoso e inaudito": la dea Iside ascolta i gemiti disperati della ragazza, ne prova pena e benevolmente la trasforma in un maschio.

Riferimenti all'amore tra donne sono sparsi anche nell'opera del favolista latino Fedro, che ha tentato di spiegare il lesbismo attraverso un mito da lui stesso inventato: Prometeo, tornando a casa ubriaco da una festa, aveva erroneamente attribuito un genere maschile ad alcuni corpi femminili: "cosicché ora godono di un piacere perverso".[3]

È abbastanza chiaro che durante l'antichità, soprattutto nell'impero romano la pederastia e il lesbismo non sono stati tenuti in egual buona luce: Seneca il vecchio parla di un marito che ha ucciso la moglie sorpresa a letto con un'amante-donna, lasciando implicitamente a intendere che il "crimine" commesso dall'adultera era peggiore di quello avvenuto tra un maschio e una femmina.

Un altro esempio della visione del mondo riguardante il ruolo di genere sessuale nei tempi antichi ci viene documentato da Luciano di Samosata nel suo "Dialogo delle cortigiane": qui Megilla rinomina sé stessa Megillo, poi sposa una certa Demonassa di Corinto. Viene sottolineato che Megillo proviene da Lesbo. La sua amica Lena commenta: "Dicono che ci sono donne così a Lesbo, con facce come gli uomini, e che rifiutano categoricamente di sposarsi con gli uomini, ma solo con le donne, come se esse stesse fossero uomini". Megillo infine giunge a sedurre la stessa Lena, la qual però sente che l'esperienza è stata troppo disgustosa per poterla descrivere in dettaglio.

In un altro dialogo, sempre attribuito a Luciano, due uomini discutono su qual sia la forma migliore d'amore, quella verso le donne o quella nei confronti dei ragazzi, il tutto partendo sempre da una prospettiva maschile e non tenendo in alcuna considerazione l'eventuale scelta o preferenza della donna, finendo così col relegare il lesbismo a concetto impensabile.[4]

Il poeta latino Marco Valerio Marziale teorizzava che le lesbiche avessero una clitoride ipertrofica, mentre Decimo Giunio Giovenale, celebre per la sua misoginia, lamenta che la castità antica non esista più, e che le donne vadano oramai "cavalcandosi reciprocamente".[5]

In uno degli apocrifi del Nuovo Testamento, l'Apocalisse di Pietro[non chiaro] si descrive la punizione destinata agli omosessuali, maschi e femmine, nel profondo dell'inferno[6]: "uomini e donne venivano scaraventati giù da un'alta rupe, caduti in fondo dovevano subito dopo risalire in cima, e non vi era mai alcun riposo da questo tormento. Questi uomini erano coloro che avevano contaminato i propri corpi comportandosi come fossero donne; le donne che erano con loro erano quelle che giacevano l'una con l'altra come fossero marito e moglie".

Giamblico (245325) nei Babyloniaca ridicolizza Philaenis, un'atleta descritta mentre fa la lotta nel fango, beve e mangia come un maiale e sodomizza fanciulli con la sua enorme clitoride; nello stesso testo viene anche descritta una principessa egiziana di nome Berenice che ama e sposa un'altra donna: l'autore afferma che un tale amore è "selvaggio e senza legge".

Due donne di Zoan Andrea, incisione di epoca rinascimentale

Antica Cina[modifica | modifica wikitesto]

In Cina vi è stata tradizionalmente una certa tolleranza nei confronti del lesbismo, uno dei motivi principali viene dato dal fatto che le donne forniscono - all'interno della coppia - lo Ying (sostanza energetica necessaria per il fisico futuro figlio), ne deriva quindi che anche la masturbazione femminile secondo questa linea di pensiero si riduce ad un atto del tutto innocuo per il nascituro[7].

Alcuni storici come ad esempio John Boswell hanno scoperto certi elementi che denotano l'esistenza di rapporti omosessuali femminili, uno di questi è contenuto nelle parole di Ying Shao (140-206): "Quando due donne si relazionano tra loro come fossero marito e moglie, una tal relazione è chiamata "dui shi"[8].

Dal medioevo al XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Tuttavia, è con il diffondersi del Cristianesimo, che si arriva a una vera e propria condanna del "vizio" dell'amore tra donne. Gli unici riferimenti medioevali a pratiche lesbiche si rinvengono in riferimento a condanne, eresia, processi per stregoneria, eccetera. Secondo San Tommaso d'Aquino la copula tra donna e donna è un atto contro natura. Nel Concilio di Rouen del 1214 fu proibito alle suore di dividere lo stesso letto, pratica comune all'epoca per ovviare alle carenze del riscaldamento, ma ritenuta evidentemente "pericolosa". Alla fine del XVI secolo Pierre de Bourdeille, abate di Brântome, nel suo libro Les dames galantes traccia un colorito affresco dell'amore "donna con donna", secondo l'autore reso di moda in Francia dalla regina Caterina de' Medici.

La regina di Francia Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena venne accusata di omosessualità in numerosi pamphlets pre-rivoluzionari, da prendersi tuttavia col beneficio del dubbio in quanto da inserirsi all'interno di una più ampio e sistematico discredito operato all'epoca dai detrattori della regina. È pur vero però che Pidansat de Mairobert, autore a lei coevo, nello stesso periodo non disdegnava di scrivere e pubblicare il suo lavoro più noto, L'espion anglais dove si narra, peraltro, anche di una storia surreale di lesbismo settario.

Il Pidansat attinse a quanto ebbe modo di vedere in prima persona nella libertina corte francese, dove, seppure di nascosto, non erano infrequenti amplessi tra cortigiane. All'esterno, però, nulla doveva trapelare, poiché l'omosessualità restava una condotta biasimevole, come lo stesso Pidansat ebbe poi modo di constatare a proprie spese. Lady Eleanor Butler (1739-1829) e Sarah Ponsonby (1754-1831), le cosiddette "Signore di Llangollen" (Ladies of Llangollen), divennero famose per essere fuggite a vivere insieme, travestite da uomini. Intrattennero rapporti con letterati dell'epoca, e ottennero un vitalizio reale.

Nel XIX secolo la nascente psicologia e la sessuologia studiarono diffusamente il lesbismo, che venne considerato una perversione patologica, come la pedofilia o il sadomasochismo. È nell'Ottocento che si diffonde lo stereotipo delle donne mascoline, le "invertite" che, per nascita, non erano capaci di essere donne a tutti gli effetti. Lo stesso Freud, pur non classificando l'omosessualità maschile e femminile come una vera e propria patologia, l'identifica come un comportamento deviante, causato dall'arresto del corretto processo evolutivo della libido. Parent-Duchatelet, medico parigino, indica come causa del tribadismo l'eccessiva libidine e la dimora forzata in carceri.

Il XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura lesbica.

Tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo, tuttavia, con la nascita della cosiddetta "questione omosessuale", e parallelamente alla nascita del movimento delle suffragette, si assiste all'esplosione della cultura lesbica. È il periodo del Bloomsbury Group di Virginia Woolf, di Natalie Clifford-Barney, Gertrude Stein, Tamara de Lempicka, Vita Sackville-West, Radclyffe Hall, Ivy Compton-Burnett, Frida Kahlo, Renée Vivien, Isadora Duncan, Mercedes de Acosta, Eleonora Duse[10], Colette, Djuna Barnes, Alla Nazimova, Liane de Pougy, Annemarie Schwarzenbach, Romaine Brooks, Sibilla Aleramo e molte altre ancora: quasi tutte artiste, tutte dichiaratamente lesbiche o bisessuali.

Le attrici Greta Garbo[11] e Marlene Dietrich[12] diventeranno autentiche icone lesbiche. Al 1931 risale il primo film apertamente lesbico, Mädchen in Uniform, tratto da un romanzo di Christa Winsloe e diretto da Leontine Sagan. Nel periodo tra le due guerre mondiali, nei cabaret berlinesi diventa famosa la cantante Claire Waldoff.[12] È nella prima metà del secolo che l'identità lesbica si sviluppa, si consolida e diventa fenomeno. Il fascismo e il nazismo, con l'esaltazione del ruolo moglie-madre come funzione naturale della donna, con le limitazioni al lavoro delle donne causano un generale arretramento delle libertà civili delle donne.

In Italia l'omosessualità non è prevista come reato (a differenza di quasi tutti i Paesi europei, compresa l'Inghilterra) e la situazione non cambia neanche con il codice penale Rocco del 1930 voluto da Mussolini, in cui non vi sono norme contro gli omosessuali. In Germania invece il nazismo arriva alla persecuzione ed all'eliminazione fisica di molte lesbiche, imprigionate in campi di concentramento, sotto il simbolo del triangolo nero.

Dopo i fatti di Stonewall, la rivoluzione sessuale e lo sviluppo del femminismo degli anni sessanta e degli anni settanta l'omosessualità femminile diventa protagonista di molti libri e film, ed il "lesbo-chic" diventa uno stile utilizzato da molte campagne pubblicitarie. Il lesbismo si politicizza e si lega al separatismo femminista. Centrale il ruolo di Rita Mae Brown.

Determinanti i contributi teorici di Simone de Beauvoir, e successivamente di Kate Millett e di Monique Wittig, che provocatoriamente arriva ad affermare che "la lesbica non è una donna".[13]

Personalità e figure di spicco[modifica | modifica wikitesto]

Anne Heche e Ellen DeGeneres presentatesi ufficialmente come coppia agli Emmy 1997.
Amber Heard: modella e attrice bisessuale.

Anne Lister (1791-1840) è considerata essere stata "la prima lesbica dell'era moderna", ciò è dovuto all'annotazione scrupolosa della propria vita intima nel diario che ha continuato a scrivere per decenni[14].

Pur non avendo raggiunto una completa visibilità, e dovendo in molti casi lottare per la piena affermazione dei diritti civili, le lesbiche a partire dagli anni '80 diventano sicuramente un soggetto politico e "di costume" con cui fare i conti. Si incrementa la visibilità in numerosi campi: nella musica (Melissa Etheridge, K.D. Lang, Skin, le Indigo Girls, etc.), nello sport (Martina Navrátilová, Amélie Mauresmo, etc.), nella letteratura (Jeannette Winterson, Sarah Waters, etc.), nello spettacolo (Lily Tomlin, Jodie Foster, etc.).

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Il primo romanzo esplicito a tematica lesbica in lingua inglese è stato Il pozzo della solitudine (1928) di Radclyffe Hall, che un tribunale britannico trovò subito osceno perché difendeva "pratiche contro natura tra le donne". Il libro è stato vietato in Gran Bretagna per decenni ed ebbe una sorta di censura analoga a quella capitata a L'amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence (una storia di trasgressione femminile eterosessuale).

Altre opere di rilievo sono:

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Veronika Minder, Katzenball, Svizzera 2005. Ottant'anni di storia svizzera vista attraverso le vite delle donne lesbiche.
  • Susan Muska, Greta Olafsdottir, La vera storia di Tina Brandon, USA, 1997.
  • Gabriella Romano, L'altro ieri, GB, 2002. Cinque testimonianze di donne nate prima della "rivoluzione sessuale".
  • Gabriella Romano, Pazza d'azzurro, GB, 1997. Storia della relazione quarantennale di Nietta (Antonietta) Aprà con Linda (Flafi) Mazzuccato durante gli anni del fascismo e successivi.
  • Greta Schiller, Paris was a woman, USA, 1996.
  • Julia Pietrangeli, Odio i saluti. Un ricordo di Piera Zanotti, Italia, 2001. Ricordo della militante femminista e lesbica Piera Zanotti (1934-1999).

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Prima del XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Prima del XX secolo: L'ossessione lesbica di Toulouse-Lautrec[modifica | modifica wikitesto]

Il XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

XXI secolo[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stefano Zuffi, Love and the erotic in art, 2010, p. 235.
  2. ^ Daniela Danna, Amiche, compagne, amanti. Storia dell'amore tra donne, UNI Service, 2004, ISBN 978-88-88859-01-9, pag. 48 Archiviato il 13 dicembre 2013 in Internet Archive..
  3. ^ Sexual diversity and Catholicism: toward the development of moral theology By Patricia Beattie Jung, Joseph Andrew Coray.
  4. ^ Homosexuality in Greece and Rome: a sourcebook of basic documents By Thomas K. Hubbard.
  5. ^ Daniela Danna, Amiche, compagne, amanti. Storia dell'amore tra donne, UNI Service, 2004, ISBN 978-88-88859-01-9, pag. 46 Archiviato il 13 dicembre 2013 in Internet Archive.
  6. ^ Wesley Center Online, Apocalypse of Peter, su The Apocryphal New Testament, Clarendon Press, 1924. URL consultato il 7 agosto 2011.
  7. ^ (EN) Ruan Fang-fu, Sex in China: Studies in Sexology in Chinese Culture, su books.google.com.ar, 9 de febrero, 224. URL consultato il 2008.
  8. ^ Boswell, John. "Cristianesimo, tolleranza, omosessualità" Muchnik Editores, Barcelona, España. Trad. Marco Aurelio Galmarini. ISBN 84-7669-172-6
  9. ^ Citato in Paolo Zanotti Il gay, dove si racconta come è stata inventata l'identità omosessuale Fazi editore 2005, pag. 99
  10. ^ Daniela Danna, Amiche, compagne, amanti. Storia dell'amore tra donnepag. 9 Archiviato il 13 dicembre 2013 in Internet Archive.
  11. ^ Corriere della Sera - L'amore lesbico nelle lettere di Greta Garbo
  12. ^ a b Biografia di Marlene Dietrich
  13. ^ Biografia di Monique Wittig, su culturagay.it.
  14. ^ Chafee, Ellen, Lister, Anne (1791-1840), su glbtq.com, glbtq: An Encyclopedia of Gay, Lesbian, Bisexual, Transgender, and Queer Culture, 28 de noviembre. URL consultato il 19 settembre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2007).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jole Baldaro Verde, Valentina Manzini, L'omosessualità femminile come "rito d'iniziazione sessuale", da: "Rivista di scienze sessuologiche", vol. 9, n 1-2, 1996.
  • Judith Brown, Atti impuri. Vita di una monaca lesbica nell'Italia del Rinascimento, Il Saggiatore, Milano, 1987.
  • Alessandra Cenni Gli occhi eroici, Milano, Mursia, 2011
  • Rosanna Fiocchetto, L'amante celeste. La distruzione scientifica della lesbica, Il Dito e La Luna, Milano, 2003.
  • Margherita Giacobino, Guerriere ermafrodite cortigiane. Percorsi trasgressivi della soggettività femminile in letteratura, Il dito e la luna, Milano, 2005.
  • Margherita Giacobino, Orgoglio e privilegio. Viaggio eroico nella letteratura lesbica, Il dito e la luna, Milano, 2004.
  • Nerina Milletti, Analoghe sconcezze. Tribadi, saffiste, invertite ed omosessuali: categorie e sistemi sesso/genere nella rivista di antropologia criminale fondata da Cesare Lombroso (1880-1949), "DWF donnawomanfemme", 4 (24), 1994, pp. 50–122.
  • Nerina Milletti, Tribadi & socie: la sessualità femminile non conforme nei termini e nelle definizioni, in "Rivista di scienze sessuologiche" vol. 9, n. 12, gen/ago 1996, pp. 19–35.
  • Nerina Milletti e Luisa Passerini (a cura di), Fuori della norma. Storie lesbiche nell'Italia della prima metà del Novecento, Torino, Rosenberg & Sellier, 2007.
  • Roberta Padovano, Dove sorge l'arcobaleno. L'omosessualità nella storia e nelle religioni del mondo, Il dito e la luna, Milano 2002.
  • Gabriella Romano, I sapori della seduzione. Il ricettario dell'amore tra donne nell'Italia degli anni '50, pp. 140, Ombre Corte, Verona, 2006.
  • Romano Canosa, Il velo e il cappuccio. Monacazioni forzate e sessualità nei conventi femminili in Italia tra quattrocento e settecento, Sapere 2000, Roma, 1991.
  • Guido Ceronetti, La vera storia di Rosa Vercesi e della sua amica Vittoria, Einaudi, Torino, 2000.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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