Stefan Czapsky

Stefan Czapsky (Oldenburg, 15 dicembre 1950) è un direttore della fotografia statunitense.

Nei primi anni novanta ha collaborato con il regista Tim Burton per tre film: Edward mani di forbice (1990), Batman - Il ritorno (1992) e soprattutto Ed Wood (1994), il cui bianco e nero moderno gli ha valso i premi di diverse associazioni di critici cinematografici statunitensi.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in Germania da genitori ucraini, si trasferisce da bambino con la famiglia negli Stati Uniti, a Cleveland. Studia storia e critica cinematografica alla Case Western Reserve University e si specializza alla Columbia University di New York.[2]

Inizia la carriera nel mondo del cinema nella seconda metà degli anni settanta, come assistente alla macchina di Paul Glickman.[2] Nella prima metà degli anni ottanta lavora come capo-elettricista nelle troupe di importanti direttori della fotografia, quali Edward Lachman, Michael Ballhaus (Fuori orario di Martin Scorsese), Bruno de Keyzer e Haskell Wexler (Matewan di John Sayles).

Esordisce come direttore della fotografia nel 1986 con il film sportivo Sogni di gloria diretto da Rob Nilsson. Seguono nel 1988 la commedia yuppie-vampiresca Stress da vampiro e il documentario La sottile linea blu diretto da Errol Morris, regista che ritrova poi nel 1991 per un altro documentario, Dal big bang ai buchi neri, sullo scienziato Stephen Hawking, e per il suo primo film di finzione, La collina del demonio, tratto da un romanzo di Tony Hillerman. Nel 1989 lavora anche al mélo iperrealista Ultima fermata Brooklyn diretto da Uli Edel e si fa apprezzare nel circuito del cinema indipendente per la fotografia di una delle prime opere di Todd Solondz, Fear, Anxiety & Depression.

Nel 1990 viene scelto da Tim Burton per curare le immagini della favola gotica Edward mani di forbice, nella quale il regista dimostra «un talento visivo e scenografico stupefacente».[3] La collaborazione con il visionario regista prosegue con il cupo Batman - Il ritorno (1992) e culmina con la «magistrale fotografia»[3] di Ed Wood (1994), affettuosa celebrazione di un'epoca passata del cinema.

In seguito Czapsky dirada la sua attività cinematografica, dedicandosi prevalentemente alla pubblicità e ai videoclip musicali.[2]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Awards for Stefan Czapsky, su imdb.com, IMDb. URL consultato il 6 agosto 2011.
  2. ^ a b c Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Recco, Le Mani, 2007. ISBN 88-8012-387-4 Vol. A-K, p. 207
  3. ^ a b Il Mereghetti - Dizionario dei Film 2008, Milano, Baldini Castoldi Dalai editore, 2007. ISBN 9788860731869 p. 972

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Recco, Le Mani, 2007. ISBN 88-8012-387-4 Vol. A-K, p. 207

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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