Stanislao Lista

Antonio Mancini, Ritratto di Stanislao Lista

Stanislao Lista (Salerno, 8 dicembre 1824Napoli, 12 febbraio 1908) è stato uno scultore italiano attivo a Napoli.

Il monumento di Piazza dei Martiri. Il leone trafitto, a destra, è opera di Stanislao Lista

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio dell'ingegner Giuseppe, Stanislao Lista studiò architettura e prospettiva con suo padre e belle arti presso il bolognese Giovanni Tamburini che, dopo due anni di studi a Salerno, lo incoraggiò a trasferirsi a Napoli, dove Lista si recò nel 1844 a seguire lezioni di pittura con Gaetano Forte e di scultura con Gennaro Calì, prima di iscriversi all'Accademia di belle arti di Napoli.

Fu docente all'Accademia di Belle Arti di Napoli dove fu maestro di artisti come Vincenzo Gemito, Giovanni De Martino, Raffaele Armando Califano Mundo, Francesco Jerace, Ettore Ximenes, Cesareo Natale[1], Costantino Barbella[2], Antonio Mancini[3], Luigi De Luca.

Si dedicò anche alla docenza per i meno agiati nelle scuole operaie, nel Collegio della Carità e alle scuole di disegno serali per operai a cura del Municipio.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Tra le sue opere vi è uno dei quattro leoni in marmo di piazza dei Martiri, a Napoli. Il leone, trafitto da una spada, è dedicato ai caduti carbonari del 1820.[4]
Per la facciata del Duomo di Napoli ha scolpito gli Angeli con i simboli di San Gennaro, che si trovano nel torrione di destra[5].
Nel vestibolo del Teatro San Carlo è la sua grande statua di Giovanni Paisiello.[6]

Le sue opere, conservate presso la Galleria dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, sonoː L'asmatico, olio su tela, 42x53,4 cm, donato dalla famiglia Lista nel 1920; Studio di nudo, pastello nero, 355x56 cm, 1844, saggio di scuola, dono 1925; Studio si nudo, pastello nero, 37,4x55,8 cm, firmato, dono 1925; Studio dal nudo, pastello nero, 41,2x53, 1889, firmato e datato, dono 1925; Il figliuol prodigo, disegno su cartone, 140x228, per il Concorso all'insegnamento nell'Istituto di Belle Arti, dono 1925.[7]

Un suo ritratto di padre Cappelloni (1859) si trova a Napoli, nella chiesa del Gesù Nuovo.

A Roma produsse il bassorilievo della Cena eucaristica , ordinatogli dalla Casa reale borbonica, per la facciata di una chiesa a Gaeta e oggi andato perduto, e il gruppo scultoreo La guarigione del cieco nato, opere per le quali ricevette una medaglia d'oro alla mostra Borbonica del 1859.[8]

Nel 1860 in dieci giorni modellò in stucco una scultura del generale La Marmora, per celebrare l'ingresso di Vittorio Emanuele II a Napoli.

Nel 1869 realizzò la scultura lignea dell'angelo reggicortina, per la culla del Principe di Napoli e un busto del padre in stile impressionista, mostrato alla Promotrice di Napoli e alla mostra di Parma del 1871, poi in mostre internazionali, a Parigi e a Roma.
Nel 1877 presentò all'Esposizione nazionale a Napoli una Immacolata Concezione in legno e disegnò un monumento a Lord Byron.

Nel 1878 pubblicò la raccolta Intorno all'arte del disegno - pensieri.

Onorificence[modifica | modifica wikitesto]

Dediche[modifica | modifica wikitesto]

A Roma vi è via Stanislao Lista, dedicata allo scultore, in località Macchia Palocco. A Salerno sua città natale vi è via Stanislao Lista.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Enzo La Pera, Arte di Calabria tra Otto e Novecento - Dizionario degli artisti calabresi nati nell'Ottocento, Rubbettino Editore, 2001.
  2. ^ Federico Trastulli, Stanislao Lista, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 65, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005. URL consultato il 25 gennaio 2017. Modifica su Wikidata
  3. ^ Antonio Mancini, su artcyclopedia.com.
  4. ^ La statua ha subito nel 2007 danni a causa di vandalismi; vedi l'articolo on-line del 01-12-2007 de la Repubblica.
  5. ^ Vedi la scheda sul Duomo di Napoli.
  6. ^ Vedi la sezione sul Teatro San Carlo della scheda sui monumenti di Napoli.
  7. ^ Galleria dell'Accademia,  pp. 112-113.
  8. ^ a b Stanislao Lista, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 65 (2005). Treccani.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Costantino Abbatecola, Guida e critica della grande esposizione nazionale di belle arti di Napoli del 1877, Napoli, 1877, pp. 201-203.
  • G. Gozzoli, Gli artisti viventi: cenni biografici, Roma, Forzani, 1881, p. 8.
  • Angelo De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, Firenze 1906, pp. 262 s.
  • Camillo Miola, Stanislao Lista nell'arte e nell'insegnamento, in "Arte e storia", XXVII, Pistoia 1908, 11-12, pp. 81–85
  • Carlo Siviero, Questa era Napoli, Napoli, Morano, 1950, pp. 101, 105.
  • Costanza Lorenzetti, L'Accademia di belle arti di Napoli, Firenze 1953, pp. 135, 141, 144 s., 299-303
  • Catalogo della Mostra celebrativa del bicentenario 1752-1952, Napoli 1954, pp. 13, 20 s.
  • Michele Biancale, Arte italiana Ottocento-Novecento, I, Roma 1961, pp. 175 s.
  • Emilio Lavagnino, L'arte moderna dai neoclassici ai contemporanei, II, Torino 1961, pp. 686, 690-692
  • Anna Caputi, Raffaello Causa, Raffaele Mormone (a cura di), La Galleria dell'Accademia di Belle Arti in Napoli, Napoli, Banco di Napoli, 1971, SBN IT\ICCU\NAP\0178087.
  • Mario De Micheli, La scultura dell'Ottocento, Milano 1992, pp. 259–261
  • U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIII, p. 289.

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