Spinacia oleracea

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Spinacio
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
Ordine Caryophyllales
Famiglia Amaranthaceae
Sottofamiglia Chenopodioideae
Genere Spinacia
Specie S. oleracea
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Caryophyllales
Famiglia Chenopodiaceae
Genere Spinacia
Specie S. oleracea
Nomenclatura binomiale
Spinacia oleracea
L.

Lo spinacio (Spinacia oleracea L.) , denominato anche "la spinace" (variante non comune secondo il vocabolario Treccani), è una pianta erbacea della famiglia delle Amaranthaceae[1][2].

Originario dell'Asia sudoccidentale, è stato introdotto in Europa attorno al 1000, sebbene sia diventato sempre più importante come alimento solo nel corso del XIX secolo. Di questa pianta si consumano le foglie spesse e verdi sia come ortaggio fresco sia per l'industria conserviera (in Italia per lo più surgelati).

Può essere consumato cotto o crudo e il gusto differisce notevolmente; l'alto contenuto di ossalato può essere ridotto mediante cottura a vapore.

Si pensa che gli spinaci abbiano avuto origine circa 2000 anni fa nell'antica Persia da dove furono introdotti in India e nell'antica Cina attraverso il Nepal nel 647 d.C. come "la verdura persiana"[3]. Nell'827 d.C., i Saraceni introdussero gli spinaci in Sicilia[4]. Le prime testimonianze scritte di spinaci nel Mediterraneo sono state registrate in tre opere del X secolo: un'opera medica di Abū Bakr Muḥammad ibn Zakariyyā al-Rāzī, e in due trattati di agricoltura, uno di Ibn Waḥshīyah e l'altro di Qusṭus al- RUMI.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Gli spinaci sono in coltivazione delle piante annue (bienni se completano il ciclo e vanno a seme), crescono fino a 30 cm. Le foglie sono alterne, semplici, da ovate a triangolari e di dimensioni molto variabili: 2–30 cm di lunghezza e 1–15 cm di larghezza, con foglie più grandi alla base della pianta e piccole più in alto sullo stelo fiorito. Produce rosette di foglie carnose, che possono essere stropicciate o lisce in fase vegetativa; successivamente, il gambo si allunga e forma steli di fiori durante la fase riproduttiva, con foglie strette e appuntite.

I fiori sono unisessuali, poco appariscenti, di colore giallo-verde, 3–4 mm (0,1-0,2 pollici) di diametro, e maturano in un grappolo di frutti piccoli di 5–10 mm. La pianta è dioica.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2018, la produzione mondiale di spinaci fu di 26,3 milioni di tonnellate, la Cina rappresentava il 90% del totale.

Produzione di spinaci (2018)
Paese Produzione (milioni di tonnellate)
Cina 23,8
Stati Uniti 0,38
Giappone 0,23
Turchia 0,23
Mondo 26,3
Fonte: FAOSTAT

Contenuto di ferro[modifica | modifica wikitesto]

Gli spinaci sono effettivamente ortaggi con un basso contenuto di ferro, ma è diffusa l'errata convinzione che ne contengano un quantitativo elevato.

L'origine di questa credenza, più volte smentita[5], avrebbe due possibili fonti anche se diversi autori non concordano e la fanno rientrare nei casi di leggende metropolitane.

La prima è legata ad un errore di battitura su un'etichetta: il chimico tedesco E. von Wolf nel 1870 fu incaricato di valutare la composizione nutrizionale di molti alimenti, compresi gli spinaci. Ottenne un valore di 2,7 mg per 100 g. Dà i suoi risultati al suo segretario per la trascrizione, ma quest'ultimo commette un errore di battitura e posiziona male la virgola, trasformando 2,7 in 27 mg, che attribuisce agli spinaci dieci volte il suo vero contenuto di ferro[6].

La seconda è una pubblicazione di un altro chimico tedesco, Gustav von Bunge, che nel 1890 trovò 35 mg di ferro per 100 g ma in spinaci essiccati ridotti a polvere[7]. La verità sul contenuto di ferro degli spinaci fu ristabilita da altri chimici tedeschi nel 1937, ma rimase confidenziale fino a quando T.J. Hamblin riportò questa "bufala" sul British Medical Journal nel 1981[8].

Nel 2010, in un articolo pubblicato sull'Internet Journal of Criminology, il criminologo britannico Mike Sutton mostrò che questo presunto errore nei decimali era esso stesso un mito. In effetti, non appare nella letteratura scientifica prima dell'articolo del 1981, e non sono stati i ricercatori tedeschi del XIX secolo a sopravvalutare il contenuto di ferro degli spinaci, ma un team dell'Università di Wisconsin nel 1934, che aveva corretto i suoi dati già nel 1936[9].

A parità di peso altri vegetali hanno un contenuto di ferro molto più alto: lenticchie (9 mg di ferro ogni 100 g), semi di girasole (8,9 mg), farina di soia (8,4 mg), ceci (6,7 mg/100 g).

Inoltre altre sostanze presenti negli spinaci, quali l'acido fitico e l'acido ossalico, formano col ferro dei composti di coordinazione e pertanto lo rendono meno biodisponibile.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ (EN) Spinacia oleracea, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato l'11 settembre 2023.
  3. ^ Spinach History - Different Types of Spinach, su vegetablefacts.net. URL consultato il 13 maggio 2020.
  4. ^ Rolland, Jacques L., 1945-, The food encyclopedia : over 8,000 ingredients, tools, techniques, and people, Robert Rose, 2006, ISBN 978-0-7788-0150-4, OCLC 70176309. URL consultato il 13 maggio 2020.
  5. ^ Popeye's spinach story rich in irony, ABC science http://www.abc.net.au/science/articles/2011/12/06/3384516.htm#.Ub39IOdM-zm
  6. ^ Bouvet, Jean-François., Du fer dans les épinards et autres idées reçues, Editions du Seuil, 1997, ISBN 2-02-023508-0, OCLC 37700011. URL consultato il 23 giugno 2020.
  7. ^ Coultate, T. P. (Tom P.), Food : the chemistry of its components, 5th ed, Royal Society of Chemistry, 2009, ISBN 978-0-85404-111-4, OCLC 214308189. URL consultato il 23 giugno 2020.
  8. ^ T J Hamblin, Fake., in British Medical Journal (Clinical research ed.), vol. 283, n. 6307, 19 dicembre 1981, pp. 1671–1674, DOI:10.1136/bmj.283.6307.1671. URL consultato il 23 giugno 2020.
  9. ^ Sutton, M. (2010) Spinach, Iron and Popeye: Ironic lessons from biochemistry and history on the importance of healthy eating, healthy scepticism and adequate citation. Internet Journal of Criminology (PDF).

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