Società Anonima delle Ferrovie e Tramvie Padane

Società Anonima delle Ferrovie e Tramvie Padane
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariasocietà per azioni
Fondazione1907 a Milano
Chiusura1933
Sede principaleMilano
SettoreTrasporto
Prodottitrasporti ferroviari e tranviari

La Società Anonima delle Ferrovie e Tramvie Padane (FTP) era una società per azioni operante nel settore dei trasporti pubblici.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La società viene fondata nel 1907 a Milano subentrando alla Società Anonima delle Tramvie Ferraresi a Vapore che l'8 marzo 1900, con il Regio decreto numero 109 aveva ottenuto la concessione per la costruzione di una tranvia tra Ferrara e Codigoro a scartamento ridotto lunga circa 52 chilometri che percorreva in sede propria, affiancata alla strada provinciale comacchiese. L'inaugurazione della tranvia avvenne il 16 gennaio 1901 con trazione a vapore.

La società nel 1908 richiese ed ottenne la concessione per ampliare la propria rete realizzando un ramo di 28 km tra Ostellato e l'odierno Porto Garibaldi che allora si chiamava Magnavacca. Questa venne inaugurata nel 1911 sempre con servizio a vapore.

Nel 1911 la società aveva inoltre firmata la convenzione per l'esercizio della ferrovia a vapore Fano - Fossombrone - Fermignano voluta dalle popolazioni dell'urbinate e approvata con Regio decreto. Il 25 aprile 1915 la ferrovia era entrata in esercizio da Fano a Fossombrone e il 30 novembre 1916 fino a Fermignano, dove si congiungeva con la linea FS esistente che da Fabriano già raggiungeva Urbino.

Nel 1916 la società apriva all'esercizio la tratta ferroviaria a scartamento ridotto Rimini-Verucchio e nel 1922 il suo prolungamento fino a Mercatino Marecchia, oggi Novafeltria. Venivano costruite nelle adiacenze della stazione di Rimini il deposito e le officine.

La tranvia tra Ferrara e Codigoro si rivelò presto insufficiente alle esigenze di traffico per cui la società presentò un progetto di conversione in ferrovia a scartamento normale; questo venne approvato il 25 febbraio 1926 con Regio decreto numero 492 e la nuova linea inaugurata il 28 ottobre 1931. La tratta Ostellato - Porto Garibaldi non venne invece trasformata.

La società tuttavia cominciò piano piano ad entrare in crisi finanziaria; l'ammodernamento della tratta Ferrara - Codigoro non riuscì a salvare la società dal fallimento e il 30 maggio 1933 l'esercizio fu sospeso in tutte le tratte gestite.

La gestione commissariale governativa, la prima ad essere messa in opera, subentrò il 6 giugno 1933 all'esercizio della società, dichiarata decaduta dalle concessioni delle linee Ferrara - Codigoro, Ostellato - Porto Garibaldi e Fano - Fermignano. Su quest'ultima venne però istituito un autoservizio sostitutivo. La gestione delle ferrovie Ferrara-Codigoro e Rimini-Novafeltria, che facevano parte del gruppo di linee in concessione alla società anonima ferrovie e tranvie padane, venne assunta in via provvisoria dall'amministrazione governativa a mezzo dell'ispettorato compartimentale per l'Emilia, con sede in Bologna, a seguito della decadenza della suddetta società, dichiarata con regio decreto del 7 settembre 1933 n. 1274; questa essendo fallita ne aveva già abbandonato l'esercizio[1].

Ferrovie e Tranvie gestite[modifica | modifica wikitesto]

Parco rotabili[modifica | modifica wikitesto]

Tram G 2/2 n. 4, in uso sulle linee FTP, a Blonay nel 2010

Il parco trazione a vapore risultava così composto[2]:

Gruppo Unità Servizio Note
Gruppo 20 21 Rimini-Novafeltria
22÷23 Ostellato-Porto Garibaldi
Gruppo 30 31÷32 Ostellato-Porto Garibaldi
Gruppo 40 41÷44 Fano-Fermignano 42 ceduta al Comune di Rimini
Successivamente trasferite sulla Ferrara-Codigoro
Gruppo 60 61÷63 Rimini-Novafeltria
Gruppo 70 71÷72 Ostellato-Porto Garibaldi 71 ceduta nel 1969 al convento di San Benedetto a Ferrara
4 Rimini-Novafeltria Ceduta alla Ferrovia Museo Blonay-Chamby

Oltre all'unità n.4, entrata in servizio previo cambio di scartamento presso la Ferrovia Museo Blonay-Chamby, anche l'unità 42 è sopravvissuta, ceduta al Comune di Rimini come monumento[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atti Parlamentari, p. 24161.
  2. ^ Giorgio Moreschi, Le locomotive a vapore delle Ferrovie Padane, in Bollettino GRAF, n. 6, 30 novembre 1973, pp. (131-132).
  3. ^ Notizia su Italmodel Ferrovie, 208, settembre 1977.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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