Simon Reynolds

Reynolds nel 2008

Simon Reynolds (Londra, 19 giugno 1963) è un critico musicale britannico.

Cresciuto nello Hertfordshire, è famoso per i suoi scritti sull'Electronic Dance Music e per aver coniato il termine post-rock. È considerato uno dei più importanti critici musicali contemporanei.[1]

Oltre alle recensioni inerenti alla musica elettronica e alcuni libri sul post-punk e il rock, Reynolds ha scritto recensioni su una vasta gamma di artisti e generi musicali, collaborando con Melody Maker, The New York Times, Village Voice, Spin, The Guardian, Rolling Stone, The Observer, Artforum, New Statesman, The Wire, Mojo, Uncut e molte altre riviste specializzate; risiede all'East Village di New York, con sua moglie Joy Press e i due figli, Kieran and Tasmine.

Teoria critica[modifica | modifica wikitesto]

Reynolds è diventato famoso per aver incorporato la teoria critica nella sua analisi musicale, scrivendo abbondantemente a proposito del genere, classe, razza e sessualità e la loro influenza sulla musica. Nei suoi studi sul legame fra classe sociale e musica, Reynolds ha coniato il termine classe liminale, definita come alto-proletariato e bassa-borghesia, un gruppo sociale cui attribuisce "molta energia musicale".[2]

Reynolds ha anche scritto estensivamente sulla cultura della droga e la sua relazione con la musica; nel suo Generazione ballo/sballo Reynolds traccia gli effetti della droga sulla scena rave. Oltre che in Generazione ballo/sballo, il suo interesse per l'argomento è evidente anche nella sua recensione del film Trainspotting.[3]

Gli scritti di Reynolds hanno tratto ispirazione da alcuni noti filosofi e teorici musicali moderni, fra cui Gilles Deleuze, Félix Guattari, Brian Eno, Joe Carducci e i Situazionisti.

Reynolds afferma di essere stato leggermente influenzato dal pensiero marxista, applicando alla musica concetti quali il feticismo della merce e la falsa coscienza (Reynolds parla di due esempi relativi alla musica hip hop).

Dalla seconda metà degli anni duemila si è dedicato all'analisi del revival e del riciclo di generi del passato che a suo avviso sono ormai dominanti nella scena musicale del XXI secolo.[1] Viene inoltre ricordato per aver riutilizzato il concetto di "hauntology", coniato dal filosofo Jacques Derrida, per definire un genere musicale che "mette il passato dentro il presente".[4]

Libri pubblicati[modifica | modifica wikitesto]

  • Blissed Out, Serpent's Tail, 1990. ISBN 1-85242-199-1.
  • con Joy Press, The Sex Revolts: Gender, Rebellion and Rock 'N' Roll , Serpent's Tail, 1995. ISBN 1-85242-254-8.
  • Energy Flash: A Journey Through Rave Music and Dance Culture, Pan Macmillan, 1998 e 2008, ISBN 978-0-330-45420-9, ISBN 0-330-35056-0; pubblicato negli Stati Uniti come Generation Ecstasy: Into the World of Techno and Rave Culture, North American title, Routledge, 1999, ISBN 0-415-92373-5 (Generazione ballo/sballo. L'avvento della dance music e il delinearsi della club culture. Arcana, 2000. ISBN 88-7966-223-6. Ristampato come Energy flash. Viaggio nella cultura rave, Arcana, 2010)
  • Rip It Up and Start Again: Postpunk 1978–1984, 2005 (Post-punk 1978-1984, Isbn Edizioni, 2006. ISBN 88-7638-045-0)
  • Bring The Noise: 20 Years of writing about Hip Rock and Hip-Hop, 2007 (Hip-hop-rock 1985-2008, Isbn Edizioni, 2008. ISBN 88-7638-105-8)
  • Totally Wired: Post-Punk Interviews and Overviews, 2009 (Totally wired. "Post-punk". Dietro le quinte, Isbn Edizioni, 2010. ISBN 88-7638-169-4)
  • Retromania: Pop Culture's Addiction to Its Own Past, 2011 (Retromania. Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato, Isbn Edizioni, 2011. ISBN 978-88-7638-170-6, poi Minimum Fax 2017)
  • Shock and Awe: Glam Rock and Its Legacy, from the Seventies to the Twenty-First Century, 2016 (Polvere di stelle. Il glam rock dalle origini ai giorni nostri, Minimum Fax, 2017)
  • Futuromania: Sogni elettronici da Moroder ai Migos, 2020 (Futuromania. Sogni elettronici da Moroder ai Migos, Minimum Fax 2020. ISBN 978-88-3389-092-0)

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