Sigmund Jähn

Sigmund Jähn
Cosmonauta dell'Intercosmos
NazionalitàBandiera della Germania Est Germania Est
StatusDeceduto
Data di nascita13 febbraio 1937
Data di morte21 settembre 2019[1]
Selezione25 novembre 1976
Primo lancio26 agosto 1978
Ultimo atterraggio3 settembre 1978
Altre attivitàPilota dell'Aeronautica militare della RDT
Tempo nello spazio7g 20h 49min
Missioni
Data ritironovembre 1978

Sigmund Werner Paul Jähn (Morgenröthe-Rautenkranz, 13 febbraio 1937Strausberg, 21 settembre 2019) è stato un cosmonauta tedesco. Fu il primo cittadino tedesco ad andare nello spazio.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver terminato la scuola dell'obbligo nel 1951, svolse l'apprendistato da tipografo fino al 1955. Successivamente prestò servizio militare nell'aeronautica militare della DDR. Verso la fine del suo periodo di leva divenne controllore di volo nelle basi dell'aeronautica militare sovietica site nel territorio della Germania Est. Negli anni dal 1966 al 1970 si diplomò in fisica e scienze militari presso l'accademia Jurij Gagarin dell'aeronautica militare sovietica di Monino, circa 40 chilometri a nord di Mosca. Dal 1970 al 1976 Jähn fu ispettore dell'addestramento degli aspiranti piloti di aerei caccia e per la sicurezza di volo all'interno dell'Alto Comando delle forze dell'aeronautica militare della DDR.

A partire dal 1976 venne preparato per un volo nello spazio nell'ambito del programma Intercosmos, che riuniva i paesi del patto di Varsavia. La preparazione si svolse presso il centro di addestramento cosmonauti sovietici "Juri Gagarin" di Zvëzdny Gorodok (la "cittadina delle stelline") che si trova a nord-est di Mosca. Come sua riserva venne selezionato Eberhard Köllner.

Il 26 agosto 1978 il tenente colonnello Jähn decollò quale cittadino della DDR a bordo della Sojuz 31 sovietica insieme al cosmonauta sovietico Valerij Fëdorovič Bykovskij verso la stazione spaziale Saljut 6.

La missione durò 7 giorni, 20 ore, 49 minuti e 4 secondi, descrivendo 125 orbite terrestri, durante le quali Jähn eseguì molteplici esperimenti di carattere scientifico, usando tra l'altro la fotocamera multispettrale modello "MKF 6" per il telerilevamento terrestre, nonché vari esperimenti relativi alla composizione di materiali, per l'analisi della formazione di cristalli, dello sviluppo di varie forme e per la ricristallizzazione come pure per la creazione artificiale di un monocristallo. Esperimenti di carattere medico, analisi degli effetti dell'assenza di forza di gravità sulle capacità di espressione, ricerche sulla psicologia lavorativa, analisi della sensibilità dell'udito dell'equipaggio base della stazione spaziale, esperimenti di carattere biologico per l'osservazione della crescita delle celle in uno stato di assenza di forza di gravità nonché del collegamento di microrganismo con polimeri organici e stoffe anorganiche completarono il lavoro di Jähn a bordo della Saljut 6.

Terminata la missione, Jähn si imbarcò sulla Sojuz 29 (la Sojuz 31 rimase agganciata alla stazione spaziale quale capsula di ritorno per l'equipaggio base) per il rientro sulla terra, che si rivelò problematico: il touchdown fu molto duro e il mancato distacco dei paracadute fece sì che la capsula venne lungamente sballottata nella steppa. Il cosmonauta tedesco riportò problemi permanenti alla colonna vertebrale.

Alla missione nello spazio di Jähn venne dato largo spazio nei media della Germania Est ed ovviamente la stessa fu ampiamente festeggiata, in particolar modo, dato che la DDR, cioè lo Stato tedesco più piccolo dei due (generalmente pure considerato quello "inferiore"), poteva dimostrare suo il "primo tedesco nello spazio". L'evidenziazione della "tedeschità" di Jähn, in un'epoca nella quale i rapporti ufficiali parlavano unicamente di Germania Est e Ovest, fu rimarchevole e significativa: dopo un periodo prolungato di congelamento dei rapporti intergermanici, fu la prima volta in cui si fece riferimento al concetto di "Germania" nella sua integralità.

Al suo ritorno in patria, Jähn venne promosso colonnello e decorato del titolo onorario di "Eroe della DDR" ed "Eroe dell'Unione Sovietica". Nel "boschetto dei cosmonauti" (Hain der Kosmonauten) che si trova davanti all'osservatorio "Archenhold" di Berlino (ai tempi Berlino Est) venne posto un busto fatto a sua immagine. Gli vennero intitolate scuole e centri ricreativi nella DDR. Un anno dopo il suo storico volo venne allestita a Morgenröthe-Rautenkranz, il suo paese natale, una mostra permanente relativa a questa missione. Negli anni 1991/1992 tale mostra è stata decisamente ampliata e venne ribattezzata Deutsche Raumfahrtausstellung (mostra dell'esplorazione spaziale tedesca).

Nel 1983 conseguì il dottorato di ricerca presso l'Istituto centrale della fisica terrestre (Zentralinstitut für Physik der Erde) di Potsdam nel campo del telerilevamento della Terra.

Il 2 ottobre 1990 si congedò dalla NVA col grado di maggior generale.

Dal 1990 tornò a collaborare con il Centro di addestramento cosmonauti Jurij Gagarin come consulente su incarico del Centro astronauti dell'Agenzia spaziale tedesca (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt-DLR; dal 1993 ebbe analogo incarico per l'ESA (European Space Agency - Agenzia Spaziale Europea).

Ritiratosi dal lavoro, Jähn visse con la moglie (da cui ebbe due figli) a Strausberg, una cittadina di circa 27.000 abitanti nel Märkisch-Oderland (Brandeburgo), vicino a Berlino.

Nel 2001 l'asteroide 17737 venne nominato in suo onore.

Sigmund Jähn nel 2009.

Jähn è rappresentato nel film Good Bye, Lenin! del 2003: all'inizio viene citata la sua impresa il giorno in cui la madre di Alex subisce un interrogatorio, poi verso la fine del film Alex e Denis trovano un tassista che gli somiglia e decidono di farlo diventare un finto presidente del consiglio della DDR ormai morta.

È scomparso il 21 settembre 2019, all'età di 82 anni.[2]


Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sigmund Jähn, verso la fine degli anni 90 in un'intervista per la radio:

«L’uomo è tecnicamente molto preparato. È in grado di costruire delle stazioni spaziali, di assemblarle nello spazio e sta pensando e progettando l’atterraggio su Marte. Ma il suo sviluppo sembra essere rimasto fermo dall’età della pietra.»

  • Sigmund Jähn nel 1998 durante un'intervista con il settimanale "SUPERillu":

«La voce del direttore di volo nella cuffia suonò quasi festosa: 'Podjom - Ascesa!' All’inizio fu come se tuonasse in una grande distanza. Il mormorio pesante si avvicinò sempre di più. Il razzo inizio a vibrare, come se tremasse, per poter fuggire il più presto possibile dal cratere del vulcano sul quale si era seduto. Io non lo potei vedere dalla nostra capsula a 50 metri dalla terra, ma i testimoni oculari mi hanno riferito successivamente di questo spettacolo unico ed indimenticabile. Sembrava come il fuoco di draghi, che lasciarono un mare di fiamme e fumo. Rossi, gialli, blu e viola furono i raggi che fuoriuscirono incontrollatamente dai cinque congegni propulsori. Un'immagine affascinante. I miei battiti cardiaci furono elevati. Ma questo non era la paura, bensì l’eccitazione. E quello che vidi successivamente fu la felicità assoluta: la nostra Terra, avvolta in un raggiante blu. Semplicemente meravigliosa.»

  • Sigmund Jähn in occasione di una relazione tenuta nel 2005 presso il DLR:

«Come pilota non sono stato in grado di rinunciare all’offerta di poter volare in una tale navicella spaziale...»

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia per i contributi alla conquista dello spazio (Russia) - nastrino per uniforme ordinaria
«Per l'eccezionale contributo allo sviluppo della cooperazione internazionale in materia di volo spaziale»
— 12 aprile 2011

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Muore il pioniere dello spazio Sigmund Jähn, su dlr.de. URL consultato il 22 settembre 2019.
  2. ^ Raumfahrer Sigmund Jähn ist tot

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Erlebnis Weltraum. (Esperienza spazio) Militärverlag der DDR, Berlin 1983 (tedesco)
  • Horst Hoffmann: Sigmund Jähn. Der fliegende Vogtländer. (Sigmund Jähn. L'uomo volante del Vogtland) Das Neue Berlin, Berlin 1999 ISBN 3-360-00848-0 (Biografia autorizzata - tedesco)
  • Horst Hoffmann: Die Deutschen im Weltraum. Zur Geschichte der Kosmosforschung und Raumfahrt in der DDR. Vorwort von Sigmund Jähn, (I tedeschi nello spazio. La storia dell'esplorazione del cosmo ed il volo nello spazio nella Germania Est Introduzione di Sigmund Jähn) Edition Ost 1998 ISBN 3-932180-49-6

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