Serra Pistoiese

Serra Pistoiese
frazione
Serra Pistoiese – Veduta
Serra Pistoiese – Veduta
Veduta del borgo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Toscana
Provincia Pistoia
Comune Marliana
Territorio
Coordinate43°58′20.71″N 10°45′23.65″E / 43.97242°N 10.75657°E43.97242; 10.75657 (Serra Pistoiese)
Altitudine850 m s.l.m.
Abitanti80 (2011)
Altre informazioni
Cod. postale51010
Prefisso0572
Fuso orarioUTC+1
Patronosan Leonardo
Giorno festivo6 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Serra Pistoiese
Serra Pistoiese

Serra Pistoiese è una frazione del comune italiano di Marliana, nella provincia di Pistoia, in Toscana.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La frazione si trova nella media Montagna pistoiese ad una altitudine di 850 metri s.l.m.. L'antico borgo di case in pietra ha una particolarità urbanistica singolare: fu costruito nel Medioevo, arroccato su un crinale assai stretto e lungo: tanto stretto che sulla cresta c'è praticamente posto solo per la strada centrale, longitudinale, e per circa due file laterali di case parallele, o poco più. In tal modo, la posizione infatti era facilmente difendibile dagli attacchi esterni, poiché i due versanti della cresta precipitano, letteralmente, a Sud-Est verso la valle del Torrente Pescioline ed a Nord-Ovest verso il Torrente Pescia di Calamecca.

Piazza Trieste, veduta del castello e del bastione.
I ruderi restaurati della Pieve di Sant'Andrea di Furlafo nei boschi di Serra Pistoiese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima memoria di Serra si ha nel 1040 come fortilizio dei Conti Alberti di Capraia; successivamente fu ceduta ai pistoiesi alla fine del XIII secolo. Il castello fu distrutto nel 1327 dal console a vita di Lucca Castruccio Castracani degli Antelminelli, ma venne riedificato prontamente.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Dentro il borgo fortificato si trova l'antica chiesa di San Leonardo, in pietra anch'essa, eretta dopo la distruzione del paese ad opera di Castruccio Castracani; il suo antico organo è considerato uno dei migliori della provincia di Pistoia; per questa ragione, spesso vi si tengono concerti. Nel campanile fu ricavata la porta di accesso all'intero borgo.

In fondo al versante di Sud-Est, si possono visitare i ruderi dell'antichissima pieve di Sant'Andrea di Furfalo, detta la "Pievaccia", parzialmente restaurata di recente. La Pieve rivestì particolare importanza nel Medioevo al tempo delle lotte tra i Longobardi ed i Bizantini, risalenti al VII ed VIII secolo, poiché con altre pievi, quale quella di Neure nella Valle del Fiume Nievole, faceva parte di una linea di difesa strategica che serviva a fronteggiare l'avanzata dei Longobardi dalla Lucchesia verso la Montagna Alta di Pistoia.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • Piazzette in Festa (sabato successivo a Ferragosto). Un percorso storico-gastronomico per le vie del borgo medievale dove degustare piatti della cultura contadina (necci di farina di castagne, polenta nel paiolo, zuppa di pane, farinata di cavolo nero ecc). Istituita nel 1991, Piazzette in Festa richiama nel borgo medievale migliaia di persone ogni anno. Fanno da cornice al percorso gastronomico il corteo storico con gli sbandieratori, il mercatino degli artigiani del ferro, del legno, della carta, del vetro e gli artisti di strada. Dato l'elevato numero di persone coinvolte nell'organizzazione e varie difficoltà di altra natura, dal 2015 non si è più tenuta.
  • Addolciamoci (metà agosto).
  • Sagra della Patata Fritta (ultima domenica di settembre). Nel centro storico viene allestita un'enorme padella in acciaio di circa 3 metri di diametro dove vengono fritte le patate. Il concorso è aperto a tutti i coltivatori della Valdinievole e ha visto esposte patate che superavano anche i 4 chilogrammi.
  • Processione per la Vergine Maria (7 settembre). Processione notturna in onore della Beata Vergine con partenza dalla chiesa parrocchiale.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Nel passato l'economia di Serra Pistoiese era basata sull'agricoltura, sull'allevamento del bestiame, sulla silvicoltura e soprattutto sulla castanicoltura. La scarsa fertilità dei terreni di montagna, sabbiosi e calestrosi, con poco strato arabile, ha limitato lo sviluppo dell'agricoltura locale: le produzioni erano rappresentate da un poco di grano o segale, patate, fagioli, ortaggi e fieno. A ciò si aggiungevano le castagne, disseccate nel metato, da cui si ricavava con la macinazione la farina dolce per fare necci, castagnacci e polenta dolce. Questi alimenti costituivano la base dell'alimentazione dei montanari, tanto che gli studiosi di storia economica hanno definito l'assetto economico-produttivo locale economia del castagno, tenendo presenti anche le altre numerose utilizzazioni dei castagneti, che oltre ai frutti fornivano legna da ardere, legname da opera per l'artigianato del mobile rustico, tavole e morali per l'edilizia, paleria, fascine e perfino miele, grazie alle api bottinatrici dei fiori dei castagni. Una parte della legna veniva trasformata in carbone dolce con la carbonaia. Spesso i carbonai del luogo si recavano nel Meridione ed in Sardegna, ma anche in Francia e in Corsica per produrre carbone in quelle terre lontane. Poi vi erano i prodotti dell'allevamento soprattutto ovino, ma anche di bassa corte: forniva latte, formaggio, ricotta, carne e lana. Un apporto di una qualche importanza lo fornivano la raccolta dei funghi, gli alberi da frutto ed i piccoli frutti.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico e storico della Toscana, 1845.
  • Bettino Gerini, la Provincia di Pistoia, vol IV, Etruria Editrice, Pistoia, 1988.
  • Giuseppe Tigri, Pistoia e il suo territorio, Pescia e i suoi dintorni, ATESA Editrice, 1990.
  • Natale Rauty, Storia di Pistoia, volume II, Casa Editrice Felice Le Monnier, Firenze, 1988.
  • Silvestri Franco, Civiltà del castagno in montagna pistoiese, Luciano Pugliese Editore, Firenze, 1992.
  • Dina Mucci Magrini: Quando i necci erano il pane, Pistoia, Pacini Editore.
  • Gabriele Ciatti, Il metato e l'ambiente; La carbonaia; Antichi paesaggi forestali appenninici; Il bosco ceduo di castagno; articoli e recensioni in Rivista trimestrale Il Metato, anni 10 e 11, Edizioni della Associazione degli Amici della Valle del Brandeglio, Pistoia, 2009 e 2010.
  • Nori Andreini Galli, La grande Valdinievole, Vallecchi Editore, Firenze, 1970.
  • Enrico Coturri, Pistoia, Lucca e la Valdinievole nel medioevo, Ed. Società Pistoiese di Storia Patria, Pistoia, 1998.
  • Pietro M. Toesca, Montecatini e la Valdinievole, Ed. Azienda di Promozione Turistica, 1996.
  • Luciano Buralli, Fabrizio Salvadorini: La vita rurale sulle alture della Valdinievole nella prima metà del ‘900, Tamari Montagna edizioni, 1994.
  • Dina Mucci Magrini: Quando i necci erano il pane, Pacini Editore, Pistoia.
  • Alberto Bonelli: Il castagno. Elogio del cibo umile C&P Adver Effigi Editore, 2007.
  • Francesco Mineccia: La coltura del castagno nell'Appennino pistoiese (secc. XVIII-XIX), in "Farestoria", anno IX, n. 14, 1990, pp. 14-20.
  • A. Modena: Monografia economico-agraria dell'Appennino pistoiese, Pistoia, 1939.

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