Scott Walker (cantante)

Scott Walker
Scott Walker (1968)
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenerePop barocco[1][2][3][4]
Musica sperimentale[5][6][7]
Periodo di attività musicale1958 – 2019
Strumentovoce, chitarra, tastiere
GruppiThe Walker Brothers
Sito ufficiale

Scott Walker, pseudonimo di Noel Scott Engel (Hamilton, 9 gennaio 1943Londra, 22 marzo 2019), è stato un cantautore e compositore statunitense.

Anche se statunitense di nascita, ebbe i maggiori successi della sua carriera nel Regno Unito, dove fece il suo debutto a Londra negli anni sessanta con il trio di finti fratelli The Walker Brothers[8]. In seguito allo scioglimento del gruppo, ha intrapreso una carriera solista cimentandosi dapprima nel pop barocco e, successivamente, in una musica dai connotati fortemente sperimentali.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Noel Scott Engel nacque il 9 gennaio 1943 a Hamilton, in Ohio. Registrò i primi album tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta con il nome di Scotty Engel.[1] Nel 1964 formò a Los Angeles, assieme a John Maus e Gary Leeds, i Walker Brothers, attivi fino al 1967. Il gruppo si trasferì nel Regno Unito nel 1965 e prese parte alla British invasion.[1][9] Grazie alla loro musica, un pop melodico e orchestrale di facile presa,[10] conseguirono un notevole successo commerciale.

Dopo lo scioglimento del gruppo, nel 1967, l'artista pubblicò il suo primo album da solista Scott, sotto lo pseudonimo di Scott Walker, mantenuto in seguito allo scioglimento del gruppo.[11] Divenne celebre anche per alcuni suoi adattamenti in inglese delle canzoni di Jacques Brel e per altri brani molto moderni per l'epoca, tra cui The Plague e The Old Man's Back Again (Dedicated to the Neo-Stalinist Regime).

Dopo un lungo periodo di assenza dalle scene, il musicista riprese negli anni ottanta la sua carriera adottando questa volta uno stile molto cupo e sperimentale, vicino a certa musica d'avanguardia, e caratterizzato da testi criptici e inquietanti.[10][12] Il 21 ottobre 2014, l'etichetta 4AD pubblica Soused, l'album collaborativo tra il cantante e i Sunn O))), ovvero Stephen O'Malley, Greg Anderson e Tos Nieuwenhuizen. Registrato all'inizio del 2014, il disco, della durata di 50 minuti per un totale di 5 tracce, è stato prodotto da Walker assieme a Peter Walsh e Mark Warman.[13]

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

L'insolita carriera di Scott Walker si divide principalmente in due fasi: la prima, iniziata negli anni sessanta, lo ha visto cimentarsi in un pop barocco[1][14] da cantante crooner, mentre la seconda, avviata a partire dagli anni ottanta, lo ha visto indossare i panni del cantante d'avanguardia.[1][15] Con i primi album, Walker si è cimentato in ballate sofisticate[14] e orchestrali[5] che si ispirano a Jacques Brel e al folk europeo.[1][5][15] Dopo gli anni settanta, periodo in cui ha realizzato svariate cover di altri artisti e in cui si è lasciato contaminare a più riprese dalla musica country,[10] il cantante ha inciso Climate of Hunter (1984) dal repertorio intenzionalmente freddo e in cui la voce viene "depersonalizzata e deautorizzata".[5] L'album anticipa la futura sperimentazione in formato canzone, come confermeranno le successive produzioni dai connotati che diverranno sempre più lugubri e colti con il passare degli anni.[16] Citato fra gli ispiratori del neofolk,[15] Walker è anche considerato il "prestanome" dell'art rock da AllMusic. Lo stesso sito lo inserisce fra gli artisti di rock alternativo, rock sperimentale e soft rock.[1]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Colonne sonore[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g (EN) Richie Unterberger, Scott Walker, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  2. ^ (EN) Jessica Winter, Pulp - We Love Life, in Spin, ottobre 2002.
  3. ^ (EN) Scott Walker - 'Til the Band Comes In, su pitchfork.com. URL consultato il 10 novembre 2017.
  4. ^ (EN) Scott Walker and Sunn O))) to release 'Soused' LP in September [collegamento interrotto], su 10.98.10.210:15871. URL consultato il 10 novembre 2017.
  5. ^ a b c d (EN) 10 of the best: Scott Walker, su theguardian.com. URL consultato il 10 novembre 2017.
  6. ^ (EN) Stephen Chan, The End of Certainty: Towards a New Internationalism, Zed, 2013, capitolo 2.
  7. ^ (EN) Scott Walker and Sunn O))) Are Collaborating on an Album, su pitchfork.com. URL consultato il 10 novembre 2017.
  8. ^ Carlo Bordone, Merry Melodies: Il pop in 100 album fondamentali, in Mucchio Extra, Stemax Coop, #22 Estate 2006.
  9. ^ (EN) Richie Unterberger, The Walker Brothers, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  10. ^ a b c Marco Donato, Scott Walker - biografia, recensioni, discografia, foto, su ondarock.it, Onda Rock. URL consultato il 13 gennaio 2014.
  11. ^ (EN) Richie Unterberger, Scott, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  12. ^ The History of Rock Music. Scott Walker: biography, discography, reviews, links, su scaruffi.com. URL consultato il 13 gennaio 2014.
  13. ^ Biografia Scott Walker, su sentireascoltare.com, 20 ottobre 2014.
  14. ^ a b Scott Walker - Sunn O))), la coppia più strana del rock: "Insieme siamo stupefacenti", su repubblica.it. URL consultato il 10 novembre 2017.
  15. ^ a b c (EN) Peter Webb, Exploring the Networked Worlds of Popular Music: Milieux Cultures, Routledge, 2010, p. 62.
  16. ^ (EN) Scott Walker, insieme ai Sunn O))) per l’atteso nuovo album “Soused”, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 10 novembre 2017.

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