Scec Hussèn

Scec Hussèn
città
ሼክ ሁሴን
Scec Hussèn – Veduta
Scec Hussèn – Veduta
Santuario
Localizzazione
StatoBandiera dell'Etiopia Etiopia
RegioneOromia
ZonaBale
Territorio
Coordinate7°45′N 40°42′E / 7.75°N 40.7°E7.75; 40.7 (Scec Hussèn)
Altitudine1 386 m s.l.m.
Abitanti
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+3
Cartografia
Mappa di localizzazione: Etiopia
Scec Hussèn
Scec Hussèn

Scec Hussèn (in amarico ሼክ ሁሴን, Šekə Husenə) è una località nella zona di Bale, nella Regione di Oromia, in Etiopia.

La città ospita un importante complesso religioso attorno alla tomba di Scec Hussèn, marabutto musulmano medievale.[1]

La località è stata inserita nella lista provvisoria UNESCO dei Patrimoni dell'umanità dell'Etiopia dal 2011 come sito religioso, culturale e storico.[2]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Francobollo del 1936 delle Poste Coloniali Italiane raffigurante Vittorio Emanuele III e la tomba di Scec Hussèn
La tomba di Scec Hussèn

La città prende il nome da quello che, agli occhi dei musulmani etiopi, è il luogo più sacro del paese: la tomba del santo somalo del XIII secolo Scec Hussèn di Merca, che introdusse l'Islam al popolo Sidama che all'epoca viveva nella zona.[3] È anche accreditato per aver fondato e stabilito il Sultanato di Bale e si dice che abbia compiuto molti miracoli.[4] Alcuni di questi miracoli sono stati descritti in un'agiografia pubblicata al Cairo negli anni 1920, intitolata Rabi' al-Qulub. Sebbene questa città sia ora all'interno delle terre d'origine del popolo Oromo, ha continuato ad essere meta di circa 50.000 pellegrini provenienti dall'Etiopia musulmana due volte l'anno, durante i mesi musulmani di ḥajj e rabīʿ al-àwwal:[5] il primo pellegrinaggio è per commemorare la sua nascita (febbraio-marzo), il secondo la sua morte (agosto-settembre). Tradizionalmente i pellegrini portano con sè bastoni, noti come Oulle Scec Hussèn, che sono troppo piccoli per servire come bastoni da passeggio e non vengono utilizzati per scopi pratici; una volta giunti al santuario, i pellegrini a turno entrano nella tomba del santo, strisciando a terra attraverso una piccola porta.[6]

L'esteso complesso religioso dedicato al santo comprende la cittadina e la vicina valle di Kachamsare. Nel XVIII secolo l'emiro `Abd al-Shakur ibn Yusuf di Harar costruì un santuario al santo `Abd al-Qadir al-Jilani di Baghdad vicino alla tomba di Scec Hussèn, all'interno del complesso del santuario. Come parte del complesso è stato consacrato anche un cimitero.[5] Altro punto di riferimento del complesso è lo stagno di Dinchirò, 300 metri a sud della moschea, costruito in muratura di pietra a secco; allo stagno è associata una sorgente con acqua creduta come miracolosa. All'ingresso dell'area sacra si trovano due fichi selvatici, chiamati kiltu (identificati come Ficus sycomorus) in lingua oromo. Vicino a un altro stagno, di Imaro, c'è la moschea del padre di Scec Hussèn, entrambe con una gubba di tipo Harar. Nelle vicinanze ci sono anche diverse grotte: una "grotta dei serpenti", una "grotta delle erbe" e una "grotta del miele". Vi sono poi formazioni rocciose che, secondo la tradizione, si dice essere persone pietrificate.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Guida AOI, p. 468.
  2. ^ Dirre Sheik Hussein Religious, Cultural and Historical Site, su unesco.org.
  3. ^ Ulrich Braukamper e Ulrich Braukämper, Islamic History and Culture in Southern Ethiopia: Collected Essays, 2002, p. 155, ISBN 9783825856717.
  4. ^ Terje Østebø, Islam, Ethnicity, and Conflict in Ethiopia, 2020-10, p. 52, ISBN 9781108839686.
  5. ^ a b J. Spencer Trimingham, Islam in Ethiopia, Oxford, Geoffrey Cumberlege for the University Press, 1952, pp. 253-256.
  6. ^ a b Local History in Ethiopia (PDF), su 130.238.24.99, The Nordic Africa Institute website (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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