Scaridae

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Scaridi
Cetoscarus bicolor
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Gnathostomata
Classe Actinopterygii
Sottoclasse Neopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Labroidei
Famiglia Scaridae
Sparisoma cretense
Scarus ghobban
Scarus taeniopterus
Chlorurus sordidus
Hipposcarus longiceps
Bolbometopon muricatum

Gli scaridi (Scaridae) sono una famiglia di pesci di mare dell'ordine Perciformes.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Sono presenti in tutti i mari tropicali e subtropicali, compreso il mar Mediterraneo, dove si trova la specie Sparisoma cretense (e da qualche anno, nella parte orientale, anche la specie Scarus ghobban[1][2][3], migrante lessepsiano penetrato dal Mar Rosso attraverso il Canale di Suez).
Vivono in acque costiere, prevalentemente nei pressi di barriere coralline.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristica inconfondibile dei pesci di questa famiglia sono i denti fusi a formare un robusto becco simile a quello dei pappagalli. Altri denti sono posti sulla faringe. Il corpo è abbastanza tozzo ed a sezione cilindrica, simile a quello dei labridi dei generi Labrus o Symphodus. Le scaglie sono grandi. La pinna dorsale è unica, per circa metà composta da raggi spinosi. La pinna anale ha 3 raggi spinosi. La pinna caudale spesso ha due piccoli lobi appuntiti. Pinne pari abbastanza grandi.

I colori di solito sono molto vivaci e variano tra i sessi e le fasi vitali complicando non poco la classificazione.

Le dimensioni sono varie, la specie più grande è Bolbometopon muricatum dell'Indo-Pacifico che raggiunge i 130 cm.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alcune specie producono un sacco mucoso protettivo al cui interno passano la notte.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Questi pesci si nutrono di alghe incrostanti e polipi corallini dell'epi- ed infauna (alcuni sono pertanto corallivori). Questi pesci nell'alimentarsi triturano grandi quantità di roccia e corallo che passa attraverso il tubo digerente e fuoriesce dall'ano sotto forma di sabbia finissima. Gli Scaridae sono tra i più efficienti agenti dell'erosione delle barriere coralline.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Le uova sono pelagiche. Questi pesci sono soggetti al cambiamento di sesso, ma solo in circa la metà degli individui.

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Presentano una certa importanza nella pesca commerciale di molte zone tropicali.

Acquariofilia[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante i loro splendidi colori e le dimensioni idonee di diverse specie questi pesci non sono comuni negli acquari domestici perché richiedono come cibo grandi quantità di coralli vivi ed alghe incrostanti fresche, di reperimento molto difficile.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Le spiagge dei mari tropicali con la tipica sabbia bianca finissima, quasi come fosse farina, sono dovute proprio all'enorme lavoro che il pesce pappagallo fa nel raschiare i coralli.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tortonese E. Osteichthyes, Calderini, 1975
  • Tortonese E. Ambienti e pesci dei mari tropicali, Calderini, 1983
  • Costa F. Atlante dei pesci dei mari italiani, Mursia, 1991 ISBN 8842510033

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