Sakùntala

Sakùntala
Ripiano erboso in una selva, bozzetto di Pietro Stroppa per La leggenda di Sakùntala (1921). Archivio Storico Ricordi.
Generedramma lirico
MusicaFranco Alfano
LibrettoFranco Alfano
Fonti letterarieAbhijñānaśākuntalam di Kālidāsa
Atti3 atti
Epoca di composizione1921
Prima rappr.10 dicembre 1921
TeatroTeatro Comunale di Bologna

La leggenda di Sakùntala, poi rititolata solo Sakùntala, è un'opera in tre atti di Franco Alfano su libretto dello stesso compositore, tratto dal dramma del V secolo Abhijñānaśākuntalam di Kālidāsa[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima rappresentazione avvenne come La leggenda di Sakuntala al Teatro Comunale di Bologna, il 10 dicembre 1921 diretta da Tullio Serafin. La partitura ed i materiali d'orchestra si crede siano stati distrutti da una bomba alleata che danneggiò gli archivi della Ricordi, casa editrice di Alfano, durante la seconda guerra mondiale. Alfano ricostruì l'opera, che venne poi rappresentata al Teatro dell'Opera di Roma il 5 gennaio 1952[2] come Sakuntala. Durante i preparativi per una ripresa a Roma nel mese di aprile 2006, una copia della partitura originale 1921 è stata scoperta negli archivi Ricordi, e l'opera fu eseguita per la prima volta nella sua forma originaria in epoca moderna sotto il titolo originale sotto la direzione di Gianluigi Gelmetti.

I critici la considerano come la migliore opera di Alfano, anche se raramente viene messa in scena negli ultimi anni; Sakuntala è stata eseguita sette volte dalla radio italiana fra il suo debutto e il 1979. Queste trasmissioni hanno visto l'impiego di soprani come Magda Olivero, Anna de Cavalieri, e Celestina Casapietra nel ruolo della protagonista. L'opera è stata anche ripresa al Wexford Opera Festival nel 1982.

Ruoli[modifica | modifica wikitesto]

Personaggio Voce Cast prima, 10 dicembre 1921
(Direttore: Tullio Serafin)
Nuova versione, 5 gennaio 1952
(Direttore: Gianandrea Gavazzeni)
Sakùntala, una giovane donna di origini regali soprano Augusta Concato-Piccaluga Vera Pura Aguero
Priyamvada, amica di Sakùntala mezzosoprano Ida Mannarini Fernanda Cadoni
Anusuya, amica di Sakùntala soprano Gina Pedroni Mafalda Micheluzzi
Il re tenore Nino Piccaluga Roberto Turrini
Il suo scudiero baritono Luigi Bolpagni Enzo Titta
Kanva, capo degli eremiti basso Bruno Carmassi Giulio Neri
Un giovane eremita tenore Carlo Bonfanti Adelio Zagonara
Durvasas, un asceta basso Enrico Spada Bruno Sbalchiero
Harita basso Ugo Cannetti Carlo Platania
Un pescatore tenore Edmondo Orlandi Paolo Caroli
Una guardia basso Virgilio Stocco

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Atto I[modifica | modifica wikitesto]

Il Re incontra Sakuntala, durante la caccia con i suoi uomini, nei pressi del remoto monastero nel bosco presso il quale la ragazza vive. Il re la corteggia, e superando il timore iniziale della ragazza, le promette che tornerà per donarle un anello affinché possa ricordarsi di lui.

Atto II[modifica | modifica wikitesto]

Fantasticando sul Re, Sakuntala non riesce a sentire l'eremita Durvasas che la supplica di aprire il cancello del monastero per farlo entrare. Arrabbiato, maledice Sakuntala, ed invoca che il re non la debba ricordare. Sakuntala implora una nuvola di portare un messaggio al re. Harita ritorna al monastero, e dice a Sakuntala che lei è incinta.

Atto III[modifica | modifica wikitesto]

Il re è inquieto, e non pone attenzione alle ballerine che si esibiscono per lui. Sakuntala arriva con il suo seguito, ma quando tenta di presentare il suo anello al re, si rende conto di averlo perso. La maledizione è compiuta e Sakuntala si precipita fuori dal palazzo per annegarsi in un lago. Tuttavia, in ritardo, arriva un pescatore, che dopo aver trovato l'anello, lo presenta al Re, che si ricorda improvvisamente di Sakuntala. Entrano due eremiti, tenendo il bambino neonato di Sakuntala, e il re grida di angoscia. Ma la voce di Sakuntala scende dal cielo (essendo stata assunta in cielo da una nuvola di fuoco), e dice al re di non disperare, che il loro bambino diventerà l'eroe del secolo futuro. Tutte le persone si inginocchiano ad adorare il neonato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'antefatto dell'opera dal sito OperaCritic
  2. ^ Jürgen Maehder in Grove indica 9 gennaio, anche se l'Almanacco Amadeus Almanacco da 5 gennaio.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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