Said Halim Pascià

Said Halim

Gran visir dell'Impero ottomano
Durata mandato12 giugno 1913 –
3 febbraio 1917
MonarcaMehmed V
PredecessoreMahmud Şevket Pascià
SuccessoreMehmed Talat Pascià

Dati generali
Partito politicoComitato di Unione e Progresso

Pascià Said Halim (Il Cairo, 18 gennaio 1865Roma, 5 dicembre 1921) è stato un politico ottomano, Gran visir dell'Impero ottomano dal 1913 al 1917, nipote di Mehmet Ali, storicamente ritenuto il padre fondatore dell'Egitto moderno.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Il Cairo, in Egitto, il 18 gennaio 1865, Said Halim Pascià fu uno dei firmatari dell'alleanza turco-tedesca che determinò l'entrata dell'Impero ottomano nella prima guerra mondiale al fianco degli Imperi centrali. Rassegnò le proprie dimissioni dopo aver dato l'assenso a ospitare nei porti ottomani le navi tedesche Goeben e Breslau inseguite dalle navi Alleate, ma il sultano Mehmet V le respinse e Said Halim Pascià restò in carica fino al 1917, quando cessò la vita politica a causa dei continui scontri con i Giovani Turchi, allora a capo del governo ottomano.

Visto il suo coinvolgimento nell'alleanza con la Germania, la corte marziale turca del 1919-1920 lo accusò di tradimento e il 29 maggio 1919 lo condannò all'esilio in una prigione di Malta,[1] da dove venne però liberato nel 1921 una volta assolto dalle precedenti accuse. Trasferitosi in Sicilia, fece inutilmente domanda per ritornare a Istanbul. Ritenuto dalla Federazione Rivoluzionaria Armena uno dei responsabili del genocidio armeno, venne assassinato a Roma dall'agente Arshavir Shirakian nell'ambito dell'operazione Nemesis.[2] Alcune fonti tuttavia negano il suo coinvolgimento nel genocidio.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Sukran Vahide, Islam in Modern Turkey, State University of New York Press, 2005.
  2. ^ (EN) Robert Gerwarth e John Horne, War in Peace: Paramilitary Violence in Europe After the Great War, Oxford University Press, p. 176, ISBN 978-0-19-965491-8.
  3. ^ (EN) Robert Gerwarth e John Horne, War in Peace: Paramilitary Violence in Europe After the Great War, Oxford University Press, p. 180, ISBN 978-0-19-965491-8.

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Controllo di autoritàVIAF (EN5153811 · ISNI (EN0000 0000 1083 0615 · LCCN (ENn85008251 · GND (DE119031868 · BNF (FRcb14456376z (data) · J9U (ENHE987007465463505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85008251