Rovegno

Rovegno
comune
Rovegno – Stemma
Rovegno – Bandiera
Rovegno – Veduta
Rovegno – Veduta
Scorcio del centro storico di Rovegno
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Liguria
Città metropolitana Genova
Amministrazione
SindacoGiuseppe Giovanni Isola (lista civica Uniti per continuare) dal 12-6-2017 (2º mandato dal 13-6-2022)
Data di istituzione1861
Territorio
Coordinate44°34′33.14″N 9°16′43.82″E / 44.575872°N 9.278839°E44.575872; 9.278839 (Rovegno)
Altitudine666 m s.l.m.
Superficie44,09 km²
Abitanti482[1] (31-5-2022)
Densità10,93 ab./km²
FrazioniVedi elenco
Comuni confinantiFascia, Fontanigorda, Gorreto, Ottone (PC), Rezzoaglio
Altre informazioni
Cod. postale16028
Prefisso010
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT010052
Cod. catastaleH599
TargaGE
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 159 GG[3]
Nome abitantirovegnesi
Patronosan Giovanni Battista
Giorno festivo24 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Rovegno
Rovegno
Rovegno – Mappa
Rovegno – Mappa
Posizione del comune di Rovegno nella città metropolitana di Genova
Sito istituzionale

Rovegno (Roegno in ligure[4]) è un comune italiano di 482 abitanti[1] della città metropolitana di Genova in Liguria.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale è situato in alta val Trebbia, ad est di Genova, con lo sviluppo del paese principale lungo il versante destro del fiume Trebbia.

Tra le vette del territorio il monte Oramara (1522 m), il monte Montarlone (1501 m), il monte Roccabruna (1418 m), il monte Gifarco (1380 m), il poggio Piatto (1333 m), il monte della Cavalla (1328 m), il monte Pianazzi (1142 m), il Pietra Bianche (1105 m), il poggio Carmine (1097 m).

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Circa la natura del termine, l'origine etimologicamente più convincente sembra essere quella che rimanda al sostantivo latino Ruber, designante il colore rosso; il legame deriverebbe dalle miniere di rame nelle immediate vicinanze dell'abitato, sfruttate certamente durante l'antichità, le cui terre di scarto sono di un colore rosso tendente all'arancio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Giovanni Evangelista di Rovegno

Il primo documento ufficiale in cui appare per la prima volta il nome di Rovegno è un atto notarile, datato al 19 giugno 863[5].

Diversi studi effettuati su alcuni ritrovamenti preistorici, tra cui un'ascia in pietra nella frazione di Zerbo, fanno risalire i primi insediamenti umani al periodo neolitico. Altri documenti cartacei, conservati nell'archivio parrocchiale rovegnese e atti del Comune di Rapallo, citano abitanti di Rovegno in atti datati al 17 luglio 1197 in un giuramento di fedeltà alla famiglia Malaspina di Orezzoli, quest'ultima frazione di Bobbio.

Fin dall'epoca longobarda divenne territorio dell'abbazia bobbiese di San Colombano e successivamente possedimento dei Feudi imperiali nel Contado di Ottone[6]. Dominato dai conti Fieschi di Lavagna dall'XI secolo al XIII secolo[6], a partire dalla metà di tale secolo divenne proprietà della Repubblica di Genova[6], condividendone le glorie e le sorti. Non esistono altre fonti storiche relative all'antico passato del paese, a causa della prima guerra mondiale che distrusse i documenti conservati prima del 1815.

Con la nuova dominazione francese napoleonica le varie località sparse del territorio furono riunite nella neo costituita municipalità di Rovegno che, dal 2 dicembre 1797, rientrò nel dipartimento dei Monti Liguri Orientali, con capoluogo Ottone, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile del 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, divenne capoluogo del II cantone della giurisdizione dei Monti Liguri Orientali e dal 1803 centro principale del IV cantone della Trebbia nella giurisdizione dell'Entella. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel dipartimento di Genova aggregandolo alla giurisdizione di Bobbio.

La chiesa di San Pietro della frazione di Casanova

Nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, sotto la provincia di Bobbio, secondo le decisioni del congresso di Vienna del 1814; il 7 febbraio del 1819 passò sotto il controllo del mandamento di Ottone, sempre nella provincia bobbiese. Successivamente rientrò nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1923 il territorio fu compreso nel circondario di Bobbio della provincia di Pavia.

Con la soppressione del circondario bobbiese, il Decreto Reale nº 1726 datato 8 luglio 1923 stabilì il passaggio di Rovegno nell'allora provincia di Genova[7].

Tra il 1944 e il 1945 la colonia di Rovegno, costruita in sette mesi nel 1934, venne utilizzata dalle forze partigiane come rifugio e centro di prigionia e per fascisti e nazisti. Secondo alcune fonti, non storicamente verificate, circa seicento fra fascisti e nazisti vennero uccisi senza processo e sepolti senza croce; solo di un centinaio tra essi, a guerra finita, venne riconosciuta l'identità dai familiari. A questi fatti viene attribuito il nome generico di "Eccidio di Rovegno"[8], sebbene si siano svolti nell'arco di un biennio.

Il 17 luglio del 1908[9] si verificò un violento nubifragio con una piena straordinaria della Trebbia che devastò case e campagne soprattutto nel territorio del mandamento bobbiese di Ottone e fra i confini delle provincie di Genova e Pavia, con gravi danni nell'abitato di Gorreto, distruggendo cinque ponti lungo la statale 45, fra cui il ponte che da Rovegno collega il paese di Fontanigorda, interrompendo le comunicazioni stradali fra Ottone e Torriglia, e la linea telegrafica fra Bobbio e Genova; danni ed allagamenti anche nel piacentino a Rivergaro e a Sant'Antonio a Trebbia nei pressi di Piacenza. Distruzioni imponenti e danni più ingenti si verificarono, invece, con l'alluvione che colpì la val Trebbia il 19 settembre 1953[10][11].

Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Alta Val Trebbia e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008[12], fino al 2011 della Comunità montana delle Alte Valli Trebbia e Bisagno.

Dal 2014 al 2024 ha fatto parte dell'Unione dei comuni montani dell'Alta Val Trebbia.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma

«D'azzurro, al melo di verde, al naturale, fruttato di quattro, d'oro, fondato sulla vetta centrale della bassa montagna composta da tre vette, di verde. Motto: Montibvs et silvis. Ornamenti esteriori da Comune.[13]»

Gonfalone

«Drappo di giallo…[13]»

Bandiera

«Drappo di giallo con caricato al centro lo stemma comunale.[13]»

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con il decreto del presidente della Repubblica del 29 ottobre 1997.[14]

Il riferimento all'albero di mele, il melo, trova spunto dalla principale attività agricola del comune; le tre vette corrisponderebbero alle tre montagne che circondano il territorio comunale.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Facciata della chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista di Rovegno
La chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Guardia nella frazione di Loco

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Le parrocchie dipendono dal vicariato di Bobbio, Alta Val Trebbia, Aveto e Oltre Penice della diocesi di Piacenza-Bobbio[15].

  • Chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista nel capoluogo. L'attuale struttura della chiesa parrocchiale di Rovegno fu edificata a partire dal 1821 e consacrata nel 1878.
  • Cappelletta della Madre del Buon Consiglio di Rovegno.
  • Chiesa parrocchiale di San Pietro nella frazione di Casanova. La parrocchia venne eretta nel 1350, mentre la chiesa, secondo alcune fonti storiche locali, fu edificata intorno al XIV secolo. La struttura fu rifatta nel XIX secolo e nella forma attuale nel 1922 grazie ai finanziamenti provenienti soprattutto dai migranti delle Americhe. Dalla parrocchia dipendono l'oratorio della Beata Vergine della Guardia nella frazione Crescione e l'oratorio di San Rocco nella frazione Ventarola.
  • Cappella di Canfernasca, situata nel borgo dell'omonima frazione.
  • Oratorio di San Rocco nella frazione di Foppiano, edificato nel 1975 in sostituzione della vecchia chiesa crollata, è alle dipendenze della parrocchia di Pietranera.
  • Rovine della vecchia chiesa di San Rocco di Foppiano, posta in basso rispetto al paese, sulla vecchia strada verso Pietranera. Già esistente prima del XIX secolo, a causa di movimenti franosi, venne prima rinforzata nel 1927, ma venne abbandonata sul finire degli anni '60 per l'aggravarsi della situazione.
  • Cappelletta di Foppiano, situata lungo la strada che sale da Pietranera a Foppiano.
  • Chiesa di San Vincenzo nella frazione di Garbarino, alle dipendenze della parrocchia di Rovegno.
  • Cappella della Madonna della Guardia nella frazione di Garbarino.
  • Chiesa di San Matteo nella frazione di Isola, fondata nel corso della seconda metà del XVII secolo e alle dipendenze della parrocchia di Rovegno; il campanile è risalente al 1894.
  • Chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Guardia nella frazione di Loco; la parrocchia è stata eretta nel 1920.
  • Chiesa parrocchiale di San Giuseppe e Sant'Antonio di Padova nella frazione di Pietranera, costruita verso la fine del XIX secolo.
  • Vecchia chiesa di Sant'Antonio di Padova di Pietranera, danneggiata il 16 luglio 1847 da un fulmine è tutt’oggi usata come canonica e utilizzata per celebrare la messa nelle domeniche d'inverno.
  • Cappelletta di Pietranera, piccola cappelletta in pietre locali posta nel centro del paese.
  • Cappelletta di Castelluzzo, sul sentiero che da Pietranera sale al Castelluzzo.
  • Oratorio del Santissimo nome di Maria nella frazione di Spescia, alle dipendenze della parrocchia di Rovegno.
  • Oratorio di San Rocco nella frazione di Valle, alle dipendenze della parrocchia di Rovegno.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

La colonia di Rovegno
Case lungo la frazione di Isola
  • Miniera di rame del monte Linajuolo, già conosciuta in tempi remoti, tra il 1000 e il 1100, era a detta degli esperti una delle più ricche di minerale in Italia. Venne nuovamente sfruttata ancora fino agli inizi del '900 fino al totale abbandono. Oltre al rame nativo (cuprite) vi si estraeva il solfato di rame (o calcantite) e l'azzurrite, vi era anche la presenza di minerali di calcopirite e malachite, con l'estrazione in misura minore di ferro e zinco ed anticamente anche oro, utilizzato dalla Repubblica di Genova per la coniatura del suo genovino. Nell'area vi si trovano sia le tracce dei pozzi di aerazione che gli imbocchi delle varie gallerie parallele ad altezze diverse (Sadowa, Provvidenza, Sardegna, Linajuolo e Prietta Francese o del Francese, delle Fundere, della Cava di Manganese e della Cava di Calcari) scavate nel tempo e molte di esse parzialmente franate.
  • "Area Sacrale", area di insediamenti preistorici sopra la località Poggio, caratterizzata da massi e da un particolare dolmen, l'altare di pietra.
  • "Bosco di Annibale" (o Bosco del "Giarin"), deve il suo nome al passaggio ed al soggiorno di Annibale e delle sue truppe in val Trebbia, secondo varie leggende pare che il cartaginese, alleato con le tribù liguri dei Casmonates e dei Marici, abbia dovuto fermarsi nel bosco perché ferito a una mano sul vicino monte Lesima.
  • Punto panoramico di Colla, raggiungibile da sopra la località Poggio, percorrendo il sentiero per il "Dolmen" ed del "Bosco di Annibale", sovrasta una scarpata di rocce, da dove l'ampia visuale si apre sulla vallata.
  • Ponte medioevale di Casanova, sul torrente Pescia. L'antico ponte ad arco in pietra è ubicato nel territorio frazionario di Casanova, nei pressi del confine amministrativo con Fontanigorda, vicino ad un antico mulino e sotto l'area delle Vallegge con le cascate del Pescia.
  • Mulino di Casanova detto "del Principe", sotto il borgo di Canfernasca sul torrente Pescia. Secondo alcune fonti storiche locali, il mulino pare già essere funzionante dal XIV secolo.
  • Fonte sulfurea di Casanova, sorgenti di acqua solforosa situate appena sotto il borgo di Canfernasca di Casanova.
  • Fontana di Cortelezzo, antica fonte situata adiacente alla strada che sale dalla statale alla frazione di Casanova.
  • Mulino di Foppiano, utilizzato fin dall'antichità per la macinatura delle castagne e per la farina, dalla primitiva ruota in legno nel 1915 venne sostituita dalla ruota di ferro. Dal 1950 cadde in disuso, recuperato a partire al 1997 come simbolo del paese, assieme agli interni, alla ruota ed alle macine e divenuto un mulino didattico.
  • Mulino di Spescia, posto in basso al paese sul torrente Tagliana.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

  • Ruderi del castello medievale, edificato dai marchesi Malaspina, presso la frazione di Casanova.
  • Resti del Fortilizio del Castelluzzo di Pietranera sul poggio omonimo.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Monumento ad Aldo Gastaldi

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[16]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2022, i cittadini stranieri residenti a Rovegno sono 86[17], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[18]:

  1. Romania, 54

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Matteo nella frazione di Isola

Il territorio comunale è costituito, oltre al capoluogo, dalle frazioni di Canfernasca, Casanova, Crescione, Foppiano, Garbarino, Isola, Loco, Moglia, Pietranera, Spescia, Valle, Ventarola, Zerbo per un totale di 44,09 km². Confina a nord con i comuni di Gorreto e Ottone (PC), a sud con Fascia, Fontanigorda e Rezzoaglio, ad ovest con Gorreto, Fascia e Fontanigorda, ad est con Rezzoaglio.

Casanova[modifica | modifica wikitesto]

La frazione è situata sul versante sinistro della valle percorsa dal torrente Pescia, affluente destro del fiume Trebbia nella valle omonima.

Un'antica attività economica e di sostentamento del paese era la raccolta di un particolare fungo, il Polyporus fomentarius, il quale cresceva nelle vaste faggete che ricoprivano il territorio orientale di Casanova. Il fungo, una volta preparato e confezionato dagli abitanti, veniva venduto come esca nei principali mercati della zona. L'attività si ridusse notevolmente sul finire del XIX secolo a causa del forte disboscamento per ricavarne il carbone.

Ancora oggi la principalmente attività è basata sull'agricoltura.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Si basa principalmente sull'attività agricola, in particolar modo sulla coltivazione e raccolta delle mele, ma anche con produzioni di cereali, patate e legumi; nel territorio viene coltivata la Bianca di Rovegno una varietà della patata quarantina bianca genovese.

Al recente sviluppo del turismo di villeggiatura ed escursionistico, sono altresì praticati l'allevamento del bestiame e lo sfruttamento del sottobosco, soprattutto nella raccolta dei funghi.

Circa le attività di tipo industriale, è stato attivo per pochi anni uno stabilimento, di proprietà della società Bozzini Group S.r.l., che imbottigliava e distribuiva l'acqua minerale proveniente dalla vicina sorgente della Fonte del Galetto.[19] Attualmente lo stabilimento risulta chiuso.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Rovegno è attraversato principalmente dalla strada statale 45 di Val Trebbia (presso la frazione di Isola) che gli permette il collegamento stradale con Gorreto, a nord, e Montebruno a sud. Ulteriori collegamenti viari del territorio sono la provinciale 17 di Fontanigorda, per raggiungere l'omonimo comune, e la provinciale 18 di Rovegno.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

I trasporti interurbani di Rovegno vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da AMT.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il municipio
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
9 luglio 1985 26 maggio 1990 Giacomo Isola Democrazia Cristiana Sindaco
6 giugno 1990 5 luglio 1992 Antonio Barbieri Democrazia Cristiana Sindaco [20]
5 luglio 1992 15 maggio 1993 Egidio Isola Democrazia Cristiana Sindaco [21]
15 maggio 1993 12 dicembre 1993 Pasquale Gioffrè Comm. straord. [22]
12 dicembre 1993 17 novembre 1997 Giacomo Isola lista civica Sindaco
17 novembre 1997 28 maggio 2002 Giacomo Isola lista civica Sindaco
28 maggio 2002 29 maggio 2007 Giuseppe Giovanni Isola lista civica Sindaco
29 maggio 2007 7 maggio 2012 Giuseppe Giovanni Isola Uniti per continuare
(lista civica)
Sindaco
7 maggio 2012 11 giugno 2017 Bruno Pepi Ripensiamo Rovegno
(lista civica)
Sindaco [23]
11 giugno 2017 13 giugno 2022 Giuseppe Giovanni Isola Progettiamo un nuovo futuro
(lista civica)
Sindaco
13 giugno 2022 in carica Giuseppe Giovanni Isola Uniti per continuare
(lista civica)
Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
  5. ^ Le principali notizie storiche sono state confrontate con il sito ufficiale del Comune di Rovegno/Sezione storia Archiviato il 7 agosto 2008 in Internet Archive.
  6. ^ a b c Fonte dal sito del Sistema Informatico Unificato per le Soprintendenze Archivistiche, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 25 agosto 2010.
  7. ^ Regio Decreto 8 luglio 1923, n. 1726
  8. ^ Fonti e approfondimenti sulla storia dell'Eccidio di Rovegno
  9. ^ Da La Trebbia del 26 luglio 1908
  10. ^ Da La Trebbia del 25 settembre 1953 Archiviato il 5 agosto 2019 in Internet Archive.
  11. ^ Gigi Pasquali, Cento anni di storia bobbiese - 1903-2003, tratto dagli articoli del settimanale bobbiese La trebbia, Bobbio 2003, Capitolo 2: Il fiume Trebbia pp.15-27
  12. ^ Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008
  13. ^ a b c Rovegno, su AraldicaCivica.it. URL consultato il 6 novembre 2011.
  14. ^ Rovegno, decreto 1997-10-29 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su dati.acs.beniculturali.it.
  15. ^ Fonte dal sito della diocesi di Piacenza-Bobbio-Unità pastorali, su diocesipiacenzabobbio.org. URL consultato il 22 febbraio 2012.
  16. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  17. ^ Cittadini stranieri residenti secondo i dati Istat del 31-12-2022, su demo.istat.it. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  18. ^ Dati superiori alle 20 unità
  19. ^ Sito web della società di imbottigliamento dell'acqua minerale, su valtrebbiacqueminerali.it (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2014).
  20. ^ Si dimette dalla carica amministrativa
  21. ^ Dopo le dimissioni di dieci consiglieri la giunta cade per la mancanza del numero legale
  22. ^ Nominato con Decreto del Presidente della Repubblica del 19 luglio 1993 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 177 del 30 luglio 1993
  23. ^ Il 1º aprile 2015 viene eletto alla carica di Presidente del Consiglio dell'Unione dei comuni montani dell'Alta Val Trebbia

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cesare Bobbi, Storia Ecclesiastica Diocesana di Bobbio - Pievi e Parrocchie della Diocesi - Archivi Storici Bobiensi, Bobbio
  • D.Bertacchi Monografia di Bobbio (La provincia di Bobbio nel 1858), Ristampa Bobbio 1991
  • Giovanni Ferrero, F Foglino, La zecca di Rovegno, Storia locale n. 23, Biblioteca della Comunità Montana Alta Val Trebbia, Montebruno (GE) 2003
  • Sandro Sbarbaro, Confini, itinerari, muli e carovane tra Aveto e Trebbia: da relazione sei-settecentesca riguardante la chiesa di Casanova di Rovegno, Storia locale NS.5, Biblioteca della Comunità Montana Alta Val Trebbia, Montebruno (GE) 2004
  • Vittorio Pasquali La Provincia di Bobbio Post napoleonica - Descrizione del territorio e dell'economia nell'anno 1814 - (Archivi di Stato di Torino: "Quadro del circondario di Bobbio", mazzo 44) - Ed. Amici di San Colombano 2004
  • R. Zanussi San Colombano d'Irlanda Abate d'Europa - Ed. Pontegobbo
  • Giovanni Ferrero, Genova - Bobbio: frammento di un legame millenario, 2003.
  • A.Maestri. Il culto di San Colombano in Italia. Archivio storico di Lodi. 1939 e segg.
  • Archivum Bobiense Rivista annuale degli Archivi storici Bobiensi (1979-2008). Bobbio
  • Bruno Giontoni, Franca Balletti, I Feudi imperiali della Val Trebbia - Società e territorio tra Genova e Piacenza, De Ferrari Editore, Genova 2019, ISBN 978-88-5503-057-1 (88-5503-057-4)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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