Romolo Marcellini

Marcellini in un campo di aviazione in Somalia durante la guerra

Romolo Marcellini (Montecosaro, 6 ottobre 1910Civitanova Marche, 3 giugno 1999) è stato un regista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo una laurea in Scienze Economiche, Romolo Marcellini iniziò un'attività di giornalista e cominciò a interessarsi di cinema, scrivendo il soggetto di Stadio. Regista di documentari, si recò in Africa dove diventò aiuto regia per il film Scipione l'Africano (1937) e girò Sentinelle di bronzo (1937), il suo primo film come regista. Dopo la guerra civile in Spagna, dal 1937 al 1942, girò alcuni documentari prodotti dall'Istituto Luce, dal taglio celebrativo, sulle imprese dei volontari fascisti partiti in sostegno dei franchisti contro il governo spagnolo.

Fra il 1937 e il 1969 realizzò 22 pellicole, fra le quali spicca Pastor angelicus (1942), ispirato all'appellativo da alcuni attribuito a papa Pio XII già a partire dal suo pontificato[1][2][3][4][5]. Il documentario venne realizzato per una distribuzione a livello mondiale, e si propose di mostrare la vita quotidiana del Pontefice e in che modo il cauto e ieratico ex Segretario di Stato vaticano era divenuto il 262° pastore della Profezia di Malachia[6], entrato papa già in conclave ed insolitamente eletto al terzo scrutinio[7][8].

D'altra parte, nel vuoto del potere statale, alla «fine della guerra restano in piedi, su tutto il territorio nazionale, 559 sale parrocchiali, capaci di garantire la continuazione del servizio cinematografico (...)». Luigi Gedda diventa presidente del Centro cattolico cinematografico nel 1942, che nel 1944 si costituisce come Ente dello spettacolo. L'influenza dei cattolici è predominante. «Pastor Angelicus, oltre a segnare il primo grandioso successo produttivo e organizzativo in campo cinematografico di Luigi Gedda, è anche un vero e proprio manifesto politico (...)».[9]

A questo celebre documentario seguirà La grande olimpiade (1960), sulla XVII Olimpiade del 1960 tenutasi a Roma, col quale vinse il Premio d'Oro al Festival cinematografico di Mosca nel 1961 e candidato al Premio Oscar come miglior documentario nel 1962.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nel programma televisivo Corto Reale a cura di Rai Storia il conduttore Marco Bertozzi ha messo in luce, nella puntata dedicata a Romolo Marcellini nell'ambito del documentario italiano fra il 1945 e gli anni Settanta, l'accostamento della sua carriera con quella di Leni Riefenstahl per quanto concerne la grande continuità della sua opera tra il regime fascista e la repubblica italiana del dopoguerra così come quella, nel caso della regista tedesca, tra il nazismo e il dopoguerra. Alla cineteca della Fondazione Ansaldo si trova, inventariato 1955 ca., il Concerto delle quattro stagioni di Vivaldi[10], suddiviso in quattro parti e la cui musica illustra le bellezze artistiche della penisola: Firenze, Roma e Napoli in primavera; Venezia, la spiaggia di Viareggio, la Riviera Ligure e Capri in estate; Ischia e i dintorni di Roma («i laghi vulcanici e la campagna romana») in autunno»; Torino, Sanremo, la neve sull'Etna, le piste da sci del Sestrière Taormina e Tivoli.[11]

Il cinema e la memoria[modifica | modifica wikitesto]

Alessandra Cori nel suo libro su Romolo Marcellini parla del cinema come strumento della memoria e cita Jean-Luc Godard. «Ogni immagine è bella non perché sia bella in sé... ma perché è lo splendore del vero». L'autrice mette poi in campo André Bazin e la sua «volontà di fusione delle due tendenze del cinema, il binomio Lumière-Meliès».[12] Tale fusione in Marcellini risulta effettivamente dalla filmografia se si pensa che il titolo documentario del 1938 girato nella Spagna della Guerra civile, Los novios de la muerte, è di fatto tradotto in italiano nel suo film del 1957 I fidanzati della morte, di tutt'altro argomento. In un'intervista del 1997, poi, il regista dichiarerà il proprio stile, collegato allo stile di vita, riferendosi al periodo spagnolo: «Mi sono divertito moltissimo. Innanzitutto vivevo sempre consapevole di poter essere ammazzato ogni mattina, perché accadeva quotidianamente che qualcuno ci lasciasse le penne».[12]


Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Lungometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Documentari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La vita di papa Pio XII, su papapioxii.it. URL consultato il 31 luglio 2019 (archiviato il 31 luglio 2019).
  2. ^ Riccardo Morbelli, Il toccaferro: vademecum del perfetto superstizioso, Rizzoli, 1966.
    «939 - PIO XII Pastor angelicus (Pio, caritatevole ma soprattutto politico, fu veramente « pastore » e si mise alla testa degli angeli contro i nemici della Croce)»
  3. ^ Enzo Biagi, Storia del fascismo, vol. 3, SADEA-della Volpe Editori, 1964. URL consultato il 31 luglio 2019 (archiviato il 31 luglio 2019).
  4. ^ (ES) Germán Mazuelo-Leytón, Pastor Angelicus, su adelantelafe.com, 14 marzo 2019, OCLC 904728532.
  5. ^ Jan O Smit, Pastor Angelicus Paus Pius XII, Roermond, 1949, OCLC 1091917890., citato in Yves Chiron, Storia della Chiesa, Già e non ancora, vol. 10, 2ª ed., Milano, Jaca book, novembre 1998, p. 38, ISBN 978-88-16-30296-9, OCLC 75765429. URL consultato il 31 luglio 2019 (archiviato il 31 luglio 2019).
  6. ^ John Cornwell, Hitler's Pope, The Secret History Of Pius XII (TXT), Penguin Books, 1999, p. 271. URL consultato il 20 febbraio 2022 (archiviato il 31 luglio 2019).
  7. ^ (EN) Gerard Noel, Pius XII: The Hound of Hitler, Bloomsbury Publishing, 6 gennaio 2010, ISBN 978-1-4411-3261-1, OCLC 813003340. URL consultato il 31 luglio 2019 (archiviato il 31 luglio 2019).
  8. ^ Dulio Charlie, 10-Pastor angelicus, in I papi, i pontefici e le profezie papali id Malachia da Celestino II a Francesco, lulu.com, 2013, p. 91, ISBN 978-1-291-37952-5, OCLC 876400801. URL consultato il 31 luglio 2019 (archiviato il 31 luglio 2019).
  9. ^ Gian Piero Brunetta, La politica cinematografica dei cattolici, in Storia del cinema italiano. Dal neorealismo al miracolo economico, vol. 4, n. 3, Roma, Editori Riuniti, ottobre 1993, pp. 97-99.
  10. ^ Archivio Luce, Concerto delle Quattro Stagioni di Vivaldi L'Estate, in Istituto Nazionale Luce, pp. 1954. URL consultato il 29 marzo 2023.
  11. ^ Fondazione Ansaldo, La cineteca 1908-2010, in Inventario, Strumenti, VI, Genova, 2012, p. 318.
  12. ^ a b Alessandra Cori, Il cinema di Romolo Marcellini tra storia e società dal colonialismo agli anni '70, Le Mani, Genova 2009, pp. 23-28 e 60-61.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pino Farinotti (a cura di), Dizionario dei registi, SugarCo, 1993.
  • Catalogo Bolaffi del cinema italiano i registi Torino 1979

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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