Robert Shaw (attore 1927)

Robert Shaw nel 1958

Robert Archibald Shaw (Westhoughton, 9 agosto 1927Tourmakeady, 28 agosto 1978) è stato un attore e scrittore britannico.

Shaw è considerato uno dei massimi esponenti della generazione di attori di origine britannica che tra gli anni sessanta e settanta, si imposero nel cinema americano. Nel suo caso, tra le principali doti di versatilità, c'è l'accento perfettamente naturale, sia nell'inglese americano che nell'inglese britannico.

Con altri suoi colleghi (quali Sean Connery e Richard Burton), appartenenti allo stesso gruppo soprannominato spesso all'epoca "The Brit Club", Shaw ebbe rapporti di amicizia ambivalenti e alcune rivalità. Quando nel 1963 Connery venne consacrato come James Bond nel film A 007, dalla Russia con amore, secondo capitolo della serie, Shaw ottenne il ruolo del suo antagonista Donald "Red" Grant, riscuotendo lo stesso successo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Robert Shaw nella serie televisiva The Buccaneers (1956)

Shaw nacque nel Lancashire dal medico Thomas Shaw e da un'ex-infermiera originaria dello Swaziland. Quando aveva 12 anni il padre, alcolista, si suicidò. La madre dovette così occuparsi da sola di Robert, che era il figlio maggiore, di suo fratello Alexander e delle sue tre sorelle[1]. Shaw frequentò la Royal Academy of Dramatic Art (R.A.D.A.) e fece esperienza di attore teatrale sui palcoscenici londinesi di Stratford e dell'Old Vic[2] negli anni cinquanta. Dopo l'esordio cinematografico nel 1951, in un ruolo non accreditato nella commedia L'incredibile avventura di Mr. Holland, ebbe la sua prima parte di rilievo nel film I guastatori delle dighe (1955)[2]. Si impose poi come protagonista della serie tv britannica The Buccaneers, che venne trasmessa anche negli USA.

Raggiunse la celebrità nel 1963 grazie al ruolo di Donald "Red" Grant, lo spietato killer antagonista di James Bond nel film A 007, dalla Russia con amore, e nello stesso anno interpretò il fratello mentalmente ritardato in The Caretaker - Il guardiano di Clive Donner[2]. In seguito prese parte ad altre importanti pellicole, di produzione sia inglese che americana, come La battaglia dei giganti (1965), Un uomo per tutte le stagioni (1966) nella parte di Enrico VIII d'Inghilterra, che gli valse una candidatura all'Oscar al miglior attore non protagonista e al Golden Globe per il miglior attore non protagonista, Forza 10 da Navarone (1978), Avalanche Express (1979).

Notevoli le sue interpretazioni di Doyle Lonnegan, il boss della malavita di Chicago vittima di una truffa ne La stangata (1973) di George Roy Hill, di Quint, rude e solitario cacciatore di squali, ne Lo squalo (1975) di Steven Spielberg e dell'assassino nel poliziesco Il colpo della metropolitana (1974). Negli anni Settanta gli fu dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame.

Fu anche drammaturgo, scrittore di romanzi[2] e di sceneggiature cinematografiche, fra le quali quella di Situazione disperata ma non seria (1965), commedia con Alec Guinness. Dal suo romanzo The Man in the Glass Booth, del 1967, storia di un industriale ebreo accusato di essere un criminale nazista, fu tratto un dramma teatrale e successivamente il film omonimo[3], diretto nel 1975 da Arthur Hiller e interpretato da Maximilian Schell.

Impetuoso e dedito all'alcol[3], Shaw fu un intellettuale carismatico e amante della famiglia, padre di otto figli avuti in tre matrimoni[2], oltre a due adottati. Una delle mogli, l'attrice Mary Ure, morì all'età di quarantadue anni, nel 1975, per un'overdose di barbiturici e alcool. Shaw morì improvvisamente nel 1978 a 51 anni, per un attacco cardiaco, mentre stava ultimando le riprese di Avalanche Express. Le sue ceneri furono disperse.

Il personaggio della Marvel Comics Sebastian Shaw, un nemico degli X-Men e capo del Club infernale (chiamato anche "Re Nero") è ispirato all'attore[4].

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

Westhoughton, sua città natale, gli ha reso un tributo aprendo in suo onore il pub-ristorante The Robert Shaw[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lilian Ross, Helen Ross, The Player - a Profile of an Art, Simon and Schuster, 1961, pp. 138-149.
  2. ^ a b c d e Il chi è del cinema, Vol. II, De Agostini, 1984, pag. 485
  3. ^ a b c 501 star del cinema, a cura di Steven Jay Shneider, Atlante Edizioni, Bologna, 2008, pag.357
  4. ^ Brian Cronin (2006-03-30). "Comic Book Urban Legends Revealed #44!".

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