Rete filoviaria di Pisa

Rete filoviaria di Pisa
Servizio di trasporto pubblico
Tiporete filoviaria urbana
StatiBandiera dell'Italia Italia
CittàPisa
Apertura1952
Chiusura1968
Linee impiegatevedi
 
GestoreATUM
Mezzi utilizzativedi
 
Lunghezza12 km
Elettrificazione600 V cc
Trasporto pubblico

La rete filoviaria di Pisa fu in esercizio nella città toscana dal 1952 al 1968.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In seguito alla municipalizzazione del servizio tranviario pisano, avvenuta nel 1948[1], si rese necessario uno studio sull'ampliamento e il potenziamento della rete dei trasporti urbani, in quanto la rete tranviaria non era ritenuta più capace di soddisfare i bisogni di celerità e prontezza negli spostamenti[2].

Per ragioni di minor inquinamento rispetto all'istituzione di autolinee si optò per la creazione di una rete filoviaria: il 20 agosto 1949 il Comune aggiudicò l'appalto per l'impianto delle linee e il successivo 9 novembre fu presentato al Ministero dei trasporti il progetto per la ristrutturazione dei trasporti urbani e la loro trasformazione da tranviaria in filoviaria[3].

Il 20 gennaio 1952 iniziò l'esercizio provvisorio della linea filoviaria 1, cui seguì il successivo 23 aprile quello della linea 2. La rete filoviaria fu completata nel luglio 1953 con la linea 3, che sostituiva sullo stesso percorso l'omonima linea tranviaria[4] soppressa un anno prima[5].

Col passare degli anni le filovie pisane non vennero sviluppate, preferendo ampliare il servizio di trasporto urbano con autolinee, che permettevano possibilità di variazioni di percorso non possibili con i filobus; inoltre le filovie non potevano superare la cintura ferroviaria cittadina, in quanto le FS non permettevano attraversamenti filoviari in piena linea[6].

Negli anni sessanta la rete pisana raggiunse il suo massimo sviluppo, ma con l'espansione delle periferie il filobus fu visto come un ostacolo allo sviluppo. A peggiorare la situazione l'alluvione del 4 novembre 1966 distrusse il ponte Solferino e il Lungarno Pacinotti, interrompendo i bifilari delle linee 1, 1/ e 3. Rimase quindi in esercizio la linea 2[7], trasformata in autolinea a partire dal 1º marzo 1968 per lavori di consolidamento del Lungarno Gambacorti[8]. Le linee di contatto rimasero in sito ancora un anno, venendo smantellate nel 1969[9].

Linee[modifica | modifica wikitesto]

Rete filoviaria nel 1962[10][modifica | modifica wikitesto]

Mezzi[modifica | modifica wikitesto]

[11]

Numeri sociali Costruzione Telaio Carrozzeria Equipaggiamento elettrico Note
101-110 1951 Fiat 668F/131 Cansa Marelli
111-114 1954-1956 Fiat 668F Pistoiesi Marelli
115 1961 Fiat 2411F Cansa Marelli Venduto nel 1968 alla rete di Salerno

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Betti Carboncini, Bedini, op. cit., p. 302
  2. ^ Betti Carboncini, Bedini, op. cit., pp. 302-303
  3. ^ Betti Carboncini, Bedini, op. cit., p. 305
  4. ^ Betti Carboncini, Bedini, op. cit., p. 307
  5. ^ Cent'anni fa il primo viaggio del tram, su cultura.comune.pisa.it, http://cultura.comune.pisa.it. URL consultato il 14 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  6. ^ Betti Carboncini, Bedini, op. cit., p. 313
  7. ^ Betti Carboncini, Bedini, op. cit., p. 318
  8. ^ Betti Carboncini, Bedini, op. cit., p. 320
  9. ^ Betti Carboncini, Bedini, op. cit., p. 325
  10. ^ Betti Carboncini, Bedini, op. cit., p. 317
  11. ^ Betti Carboncini, Bedini, op. cit., pp. 326-332

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Gregoris, Francesco Rizzoli, Claudio Serra, Giro d'Italia in filobus, Calosci, Cortona (AR), 2003, pp. 178-180. ISBN 8877851937.
  • Adriano Betti Carboncini, Marco Bedini, Livorno e Pisa, Calosci, Cortona (AR), 1986, ISBN 88-7785-001-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]