Raimondo Berengario IV di Provenza

Raimondo Berengario IV di Provenza
Statua di Raimondo Berengario IV nella Chiesa di Saint-Jean-de-Malte, Aix-en-Provence
Conte di Provenza
Stemma
Stemma
In caricafebbraio 1209 –
19 agosto 1245
PredecessoreAlfonso II
SuccessoreBeatrice
Conte di Forcalquier
In carica1222 –
19 agosto 1245
PredecessoreGarsenda di Sabran
SuccessoreBeatrice
Nascita1198 circa
MorteAix-en-Provence, 19 agosto 1245
Luogo di sepolturaChiesa di Saint-Jean-de-Malte, Aix-en-Provence
Casa realeBarcellona
PadreAlfonso II
MadreGarsenda di Sabran
ConsorteBeatrice di Savoia
FigliMargherita
Eleonora
Sancha
Beatrice
ReligioneCattolicesimo

Raimondo Berengario (1198 circa – Aix-en-Provence, 19 agosto 1245) fu conte di Provenza dal 1209, e conte di Forcalquier dal 1222, sino alla morte.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la Historia Comitum Provinciae era l'unico figlio maschio del consorte dell'erede della contea di Forcalquier e conte di Provenza, Alfonso II e di sua moglie, Garsenda di Sabran[1], figlia del Signore di Caylar e d'Ansouis, Raniero († dopo il 1209) appartenente alla famiglia de Sabran e di Garsenda di Forcalquier ( - prima del 1193), l'unica figlia del Conte di Forcalquier, Guglielmo IV d'Urgell e di Adelaide di Bezieres[2], di cui non si conoscono gli ascendenti.
Raniero de Sabran era figlio di Rostaing II de Sabran (1105 - 1180) e della sua seconda moglie, Roscie di Caylar[3], figlia di Raniero, signore d'Uzès e di Caylar e della moglie, Beatrice, di cui non si conoscono gli ascendenti[4].
Alfonso II, secondo la Ex Gestis Comitum Barcinonensium era il figlio maschio secondogenito del conte di Barcellona (la contea includeva quasi tutte le contee della Catalogna), re di Aragona (il regno includeva anche le contee di Sobrarbe e di Ribagorza) che aveva riunito i due domini nella Corona d'Aragona, conte di Provenza e conte di Rossiglione, Alfonso II il Casto e della sua seconda moglie Sancha di Castiglia[5], che, secondo le Crónicas navarras (Crónicas navarras)[6] e le Ex Gestis Comitum Barcinonensium (Gesta comitum barchinonensium)[7] era figlia del re di León e Castiglia Alfonso VII l'Imperatore[8] e di Richenza di Polonia, figlia del principe di Polonia, duca di Cracovia e di Slesia, Ladislao II (fuggito da Cracovia, nel 1146[9]), detto l'Esiliato[10] (1105-1159) e di Agnese (Cristina) di Babenberg[11](11111157 figlia del Margravio d'Austria, Leopoldo III[12], e di Agnese di Waiblingen, figlia dell'imperatore, Enrico IV e sorellastra dell'imperatore, Corrado III e del duca Federico II di Svevia[5]). Richenza era quindi la cugina dell'imperatore, Federico Barbarossa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Contee di Forcalquier e di Provenza.
Stemma dei conti di Forcalquier.

Suo padre, Alfonso II morì nel mese di febbraio 1209, a Palermo, dove era sbarcato il 2 febbraio, avendo accompagnato la sorella maggiore, Costanza (1179-1222), in Sicilia, per il matrimonio con il re di Sicilia, Federico II[13]; Costanza, vedova, dal 1204, del re d'Ungheria, Emerico, senza figli, era tornata in Aragona[5] ed il loro fratello, re della corona d'Aragona, Pietro II, secondo la Crónica de San Juan de la Peña, era riuscito ad organizzare il matrimonio di Costanza[14]; Alfonso II aveva un seguito costituito da nobili aragonesi, catalani e provenzali, più 400 lancieri che, dopo il matrimonio, sarebbero rimasti al servizio del re di Sicilia[13], ma, a causa di una epidemia, subito dopo l'arrivo a Palermo, il contingente che accompagnava Costanza, fu annientato[13].
Tra coloro che persero la vita vi fu anche Alfonso II di Provenza[13], che lasciò il titolo di conte di Provenza al figlio Raimondo Berengario, con la reggenza della madre, Garsenda, sotto la tutela dello zio il re Pietro II.

In quello stesso anno, sua madre, Garsenda, ereditò la contea di Forcalquier, alla morte del suo bisnonno materno (nonno di Garsenda), Guglielmo IV d'Urgell, che secondo l'Obituaire du chapitre de Saint-Mary de Forcalquier, morì il 7 ottobre del 1209[15], e che, secondo la nota dello stesso Obituaire du chapitre de Saint-Mary de Forcalquier, il conte Guglielmo IV, nel febbraio di quello stesso anno, come risulta dagli archivi del Bouches-du-Rhône, aveva fatto testamento a favore della nipote [Garsenda di Sabranl[16].
Sempre secondo la nota dello stesso Obituaire du chapitre de Saint-Mary de Forcalquier, nel novembre di quello steso anno, come risulta dagli archivi del Bouches-du-Rhône, Garsenda aveva depositato l'atto di rinuncia alla Contea di Forcalquier a favore del figlio, Raimondo Berengario IV[16], già conte di Provenza.

Raimondo Berengario fu condotto nel regno d'Aragona, dove fu educato; e lì rimase sino al 1216.
Per la contea di Provenza, suo zio Pietro II nominò un reggente, il suo prozio Sancho, conte di Cerdagna e di Rossiglione, che era stato conte di Provenza dal 1181 al 1185, mentre la contea di Forcalquier era governata da sua madre, che aveva mantenuto il titolo di contessa, ma le si era contrapposta la sorella minore di Guglielmo IV e Bertrando II, la prozia, Alice d'Urgell[17], che pretendeva il titolo per sé e che, con l'aiuto del figlio, Guglielmo di Sabran, contrastò Garsenda per diversi anni.

Nel 1213, dopo la morte dello zio, Pietro II, nella battaglia di Muret, il suo prozio, Sancho, fu nominato reggente della corona d'Aragona per conto del giovane re d'Aragona e conte di Barcellona, Giacomo I, come lo stesso Giacomo ci conferma nella sua autobiografia Historia del rey de Aragón Don Jaime I[18]; Sancho nominò reggente di Provenza e Forcalquier suo figlio Nuño. Scoppiarono dissensi tra i catalani e i partigiani della contessa, la quale accusò Nuño di tentare di prendere il posto di suo nipote nella contea. Dapprincipio, l'aristocrazia provenzale, con le sue mire ambiziose, cercò di trarre vantaggio dalla situazione, ma alla fine si schierò dalla parte di Garsenda rimuovendo Nuño, che ritornò in Aragona. La reggenza passò a Garsenda e venne stabilito un consiglio di reggenza costituito da nobili locali.

Dopo la morte della prozia, Alice, avvenuta tra il 1212[19] ed il 1219[20], il di lei figlio, Guglielmo di Sabran, continuò a rivendicare il titolo di Conte di Forcalquier e continuò a contrapporsi a Garsenda ed a Raimondo Berengario, che, dopo aver raggiunto la maggior età, nel 1216, era rientrato in Provenza dal regno d'Aragona.
Guglielmo di Sabran fomentava la rivolta nella regione di Sisteron, ma alla fine fu sconfitto anche per il fatto di essere stato scomunicato (secondo la Gallia Christiana Novissima, Metropole d'Aix, Aix, Arles, Embrun, parte 1 e anche secondo la Gallia Christiana Novissima, tomus I, Guglielmo, citato col titolo di conte di Forcalquier, venne scomunicato per aver sottratto ai monaci di Montmaior, l'abitato di Pertuis[21][22]. Guglielmo, anche per l'intervento di papa Innocenzo III dovette restituire la proprietà all'abbazia[21][22] e tra il 1220 ed il 1222 fu sconfitto e rinunciò ad ogni rivendicazione.

Garsenda, che, nel 1217 circa, aveva già lasciato le redini del governo a Raimondo Berengario IV, verso il 1222 si ritirò nel monastero di La Celle, dove prese i voti[23]; Raimondo Berengario, dopo il ritiro della madre dalla vita pubblica, entrò in possesso del titolo di conte di Forcalquier e, solo allora, riuscì a riunire, dopo circa 150 anni, le due contee, di Provenza e di Forcalquier.

Stemma d'Arles.

Raimondo Berengario, dopo il 1223, appoggiò la ripresa della crociata albigese del re di Francia, Luigi VIII, contro il conte di Tolosa, Raimondo VII, la cui casata da oltre cento anni combatteva la casa di Barcellona[24] e sottomise Arles e Marsiglia che creavano problemi nella contea.
Nel 1226, Raimondo Berengario, si unì al re di Francia, Luigi VIII, alla conquista di Avignone, in territorio dell'imperatore, Federico II, dopo tre mesi di assedio[25], senza che Federico II intervenisse; si limitò a prudenti proteste[26].
Nonostante la politica filo-francese, Raimondo Berengario ebbe un buon rapporto con lo zio acquisito, il re di Sicilia che ora era divenuto l'imperatore Federico II, che l'appoggiò nella lotta che lo contrapponeva a Raimondo VII di Tolosa, alleato dei marsigliesi[26].

Nel 1231 Raimondo Berengario fondò sulle Alpi una città e, per le sue origini catalane, la battezzò col nome di Barcelonnette, in omaggio a Barcellona.

Nel 1234 divenne suocero del re di Francia, Luigi IX, che nel 1226 era succeduto al padre Luigi VIII, per il matrimonio, della figlia maggiore, Margherita, celebrato il 27 maggio, con il nuovo re di Francia, come riportato dal Vincentii Bellovacensis Memoriale Omnium Temporum[27].

Nel 1235 il re d'Inghilterra, Enrico III, chiese la mano della secondogenita di Raimondo Berengario, Eleonora, attraverso la mediazione del cognato di Raimondo e fratello di Eleonora, Amedeo IV di Savoia[28].
Il matrimonio fu celebrato il 14 gennaio 1236. L'accordo di matrimonio è ricordato nel documento n° 96 del Peter der Zweite Graf von Savoyen, Markgraf in Italien, sein Haus und seine Lande, dello storico, Ludwig Wurstenberger[29].

Stemma di Barcelonnette.

Dopo l'assemblea di Haguenau, svoltasi alla fine del 1235 e nella quale sia Raimondo Berengario che Raimondo VII apparvero accanto a Federico II, la politica dell'imperatore era già cambiata[30]; non solo l'anno precedente aveva riconsegnato a Raimondo VII (a dispetto della chiesa) tutte le proprietà[30] che gli erano state tolte dal re di Francia, Luigi IX, il Santo, nel 1229[25], ma cominciò ad appoggiare apertamente, Raimondo VII, il capo del partito anticlericale contro Raimondo Berengario, che si era schierato a favore della chiesa[30].

La chiesa di Saint-Jean-de-Malte ad Aix-en-Provence, dove Raimondo riposa.

L'alleanza tra Raimondo Berengario e Luigi IX il Santo, rinsaldata anche dal matrimonio di Luigi con Margherita, rimase inalterata per il resto della sua vita[25], mentre il suo rivale, Raimondo VII, rimase fedele all'imperatore[31].

Raimondo Berengario IV, come riportato dagli Annales Sancti Victoris Massilienses, morì il 19 agosto 1245, nei pressi di Aix-en-Provence[32]; anche l'Obituaire du Chapitre de Saint-Mary de Forcalquier ne riporta la morte e ricorda che una processione in sua memoria doveva essere fatta tutti gli anni alla chiesa di Saint-Mary de Forcalquier[33]; fu sepolto nella chiesa di San Giovanni di Malta, Aix-en-Provence.
Alla sua morte, Raimondo Berengario IV, come da suo testamento (come ci conferma il documento riportato a pagina 485 del Matthæi Parisiensis, Monachi Sancti Albani, Chronica Majora, vol IV[34], lasciò i titoli di contessa di Provenza e Forcalquier alla figlia più giovane, non ancora sposata[25], Beatrice,[35], che l'anno dopo (1246) sposò il conte d'Angiò e del Maine Carlo I.
Il testamento redatto da Raimondo Berengario IV, il 20 giugno 1238 a Sisteron, si trova nelle Layettes du Trésor des Chartes, vol. II, contrassegnato come documento n° 2719[36].

Matrimonio e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Raimondo Berengario IV aveva sposato il 20 dicembre 1220[37] Beatrice di Savoia (12061266), come risulta dalla cronaca del monaco benedettino inglese, cronista della storia inglese, Matteo Paris (12001259), quando descrive il matrimonio della figlia Eleonora con il re d'Inghilterra, Enrico III[38]. La promessa di matrimonio (fidanzamento) era stata redatta a Dronero, il 5 giugno 1219, dove, secondo il documento n° 49 del Peter der Zweite Graf von Savoyen, Markgraf in Italien, sein Haus und seine Lande, dello storico, Ludwig Wurstenberger, il conte Raimondo Berengario, fissata la dote, si impegnava a sposare Beatrice, figlia del Conte di Savoia, d'Aosta e di Moriana, Tommaso I[39] (11771233) e della moglie[40] Beatrice Margherita di Ginevra (11801257), che secondo la Chronica Albrici Monachi Trium Fontium era figlia di Guglielmo I di Ginevra e di Margherita Béatrice di Faucigny[40].
Raimondo Berengario da Beatrice ebbe un solo figlio maschio e quattro figlie femmine[37][41], che, come ricorda anche Dante, tutte e quattro divennero regine:

Parentele incrociate[modifica | modifica wikitesto]

Due delle figlie di Raimondo Berengario IV, Margherita e Beatrice sposando i fratelli Luigi IX di Francia e Carlo d'Angiò, divennero cognate, e viceversa per Luigi e Carlo. La stessa cosa per le altre due sorelle, Eleonora e Sancha, che sposarono rispettivamente i fratelli Enrico III d'Inghilterra e Riccardo di Cornovaglia.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Raimondo Berengario IV di Barcellona Raimondo Berengario III di Barcellona  
 
Dolce I di Provenza  
Alfonso II d'Aragona  
Petronilla di Aragona Ramiro II d'Aragona  
 
Agnese d'Aquitania  
Alfonso II di Provenza  
Alfonso VII di León Raimondo di Borgogna  
 
Urraca di Castiglia  
Sancha di Castiglia  
Richenza di Polonia Ladislao II l'Esiliato  
 
Agnese di Babenberg  
Raimondo Berengario IV di Provenza  
Rostaing II de Sabran  
 
 
Rainou de Sabran  
Roscie, Dame d'Uzes  
 
 
Garsenda di Provenza  
Guglielmo IV di Forcalquier Bertrando I di Forcalquier  
 
Josserande de Flotte  
Garsenda di Forcalquier  
Adelaide de Bezière  
 
 
 

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Raimondo Berengario IV nella Divina Commedia[modifica | modifica wikitesto]

Raimondo Berengario IV è citato da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia:

«Quattro figlie ebbe, e ciascuna reina,
Raimondo Beringhieri, e ciò li fece
Romeo, persona umile e peregrina.»

Mecenate e trovatore[modifica | modifica wikitesto]

Raimondo Berengario V viene identificato con il mecenate e trovatore provenzale Raimon Berenguier o Coms de Proensa o Comte de Proensa o Comte Berengier[43].

I componimenti e gli interlocutori del Coms de Proensa sono:

Amics n'Arnaut, cent donas d'aut paratge (partimen con Arnaut)
Carn-et-ongla, de vos no·m volh partir (tenso immaginaria)
Bernart de la Barta, .l cauzit[43]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus XIX, Ex brevi historia comitum Provinciæ ex familia comitum Aragonensium, pag. 231
  2. ^ (FR) #ES Histoire générale des Alpes Maritimes ou Cottiènes par Marcellin Fornier, Continuation, Tome I, pag. 742 e 743 e nota 1 di pag 743
  3. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy : nobiltà di Provenza - ROSTAIN (II) de Sabran
  4. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy : nobiltà di Tolosa -ROSCIE
  5. ^ a b c (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, Tomus XII, Ex Gestis Comitum Barcinonensium, pag. 380
  6. ^ Le Crónicas navarras (Crónicas navarras) sono un insieme di narrazioni storiche, scritte in parte in latino e in parte in una lingua romanza, aragonese, inerente alla regione navarro-aragonese, a partire dal primo secolo, sino al 1186; le cronache sono divise in 6 parti, la prima riguarda i re di Aragona dal regno di Ramiro I di Aragona a quello di Alfonso II il Casto o il Trovatore, mentre la seconda è dedicata alla dinastia di Rodrigo Diaz (el Cid) (Linage de Rodric Díaz)
  7. ^ Le Ex Gestis Comitum Barcinonensium (Gesta comitum barchinonensium) sono cronache scritta in latino dai monaci del monastero di Ripoll, nella seconda metà del XII secolo ed inizia con la presa del potere di Goffredo il Villoso e arriva sino alla morte di Raimondo Berengario IV di Barcellona. In un secondo tempo e poi in un terzo la cronaca fu ampliata con le gesta dei primi re della Corona d'Aragona, sino a Giacomo I d'Aragona
  8. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, Tomus XII, Ex Gestis Comitum Barcinonensium, pag. 379
  9. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Tomus XIX, Annales Capituli Cracoviensis, anno 1146, pag 590 Archiviato il 25 febbraio 2014 in Internet Archive.
  10. ^ Ladislao II fu detto l'Esiliato, perché passò gli ultimi anni di vita in esilio in Germania. Però, prima di morire, nel 1157, al seguito di Federico Barbarossa, sottomise i suoi fratellastri e fu l'arbitro della suddivisione dei domini polacchi tra i fratellastri
  11. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, Tomus XII, Ex Gestis Comitum Barcinonensium, pag. 377, nota b
  12. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Tomus IX, Continuatio Claustroneoburgensis I, anno 1106, pag 612, riga 1 Archiviato il 25 febbraio 2014 in Internet Archive.
  13. ^ a b c d Michelangelo Schipa, L'Italia e la Sicilia sotto Federico II, pag. 158
  14. ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 34, righe 12 e 13, pag. 496
  15. ^ (LA) Obituaire du chapitre de Saint-Mary de Forcalquier, pag. 57
  16. ^ a b (LA) Obituaire du chapitre de Saint-Mary de Forcalquier, pag. 57, nota 2
  17. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy :nobiltà di Provenza - BERTRAND (II) de Forcalquier
  18. ^ (ES) Historia del rey de Aragón Don Jaime I, cap. I, pag. 25
  19. ^ (EN) #ES Genealogy : Barcellona-Urgell - Alix
  20. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy :nobiltà di Provenza - ALIX de Forcalquier
  21. ^ a b (FR) Gallia Christiana Novissima, Metropole d'Aix, Aix, Arles, Embrun, parte 1, pag. 61
  22. ^ a b (LA) Gallia Christiana Novissima, tomus I, Instrumentum, pag. 67
  23. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy :nobiltà di Provenza - GERSENDE de Sabran
  24. ^ Nel 1113, la Contessa di Provenza, Dolce I, concesse il titolo ed il governo della contea al marito, il conte Raimondo Berengario III di Barcellona, della casa di Barcellona, che iniziò un conflitto con i conti di Tolosa per il possesso del marchesato. Il conflitto terminò nel 1125, con un trattato tra Raimondo Berengario III di Barcellona e Alfonso Giordano di Tolosa, che sancì che il marchesato fosse assegnato ai conti di Tolosa, mentre la contea fu assegnata ai conti di Barcellona; ma le dispute di confine continuarono
  25. ^ a b c d Austin Lane Poole, L'interregno in Germania, pag. 148
  26. ^ a b Paul Fournier, Il regno di Borgogna o d'Arles dall'XI al XV secolo, pag. 395
  27. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Tomus XXIV, Ancentii Bellovacensis Memoriale Omnium Temporum, anno 1233, pag 161 Archiviato il 25 settembre 2017 in Internet Archive.
  28. ^ E.F. Jacob, Inghilterra: Enrico III, pag. 214
  29. ^ a b (LA) Peter der Zweite Graf von Savoyen, Markgraf in Italien, sein Haus und seine Lande, doc. 96, pagg. 42 - 46
  30. ^ a b c Paul Fournier, Il regno di Borgogna o d'Arles dall'XI al XV secolo, pag. 396
  31. ^ Paul Fournier, Il regno di Borgogna o d'Arles dall'XI al XV secolo, pag. 397
  32. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Tomus XXIII, Annales Sancti Victoris Massilienses, anno 1245, pag 5 Archiviato il 15 novembre 2017 in Internet Archive.
  33. ^ (LA) Obituaire du Chapitre de Saint-Mary de Forcalquier
  34. ^ (LA) Matthæi Parisiensis, Monachi Sancti Albani, Chronica Majora, vol IV, pagina 485
  35. ^ Beatrice fu nominata erede perché era l'unica non sistemata (infatti Margherita era regina di Francia, Eleonora era regina d'Inghilterra e Sancha, futura regina di Germania, era contessa di Cornovaglia).
  36. ^ (LA) Layettes du Trésor des Chartes, vol. II', doc. 2719, pagg. 378 - 382
  37. ^ a b (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy :Nobiltà di Provenza - RAYMOND BERENGER de Provence
  38. ^ (LA) Matthæi Parisiensis, Monachi Sancti Albani, Chronica Majora, volume III, anno 1236, pagg 334 e 335
  39. ^ (LA) Peter der Zweite Graf von Savoyen, Markgraf in Italien, sein Haus und seine Lande, doc. 49, pagg. 22 e 23
  40. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Tomus XXIII, Chronica Albrici Monachi Trium Fontium, anno 1235, pag 938 Archiviato il 10 novembre 2014 in Internet Archive.
  41. ^ (EN) #ES Genealogy : barcellona - Raimund Berengar V
  42. ^ (LA) Peter der Zweite Graf von Savoyen, Markgraf in Italien, sein Haus und seine Lande, doc. 154 pag. 87
  43. ^ a b Trobar, Coms de Proensa {PC 184}, su tempestsolutions.com. URL consultato il 26 marzo 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Conte di Provenza Successore
Alfonso II 12091245 Beatrice
Predecessore conte di Forcalquier Successore
Garsenda di Sabran 1222-1245 Beatrice
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