Prisciano

Prisciano e la grammatica, formella del Campanile di Giotto, Luca della Robbia, 1437-1439, Firenze

Prisciano di Cesarea (in latino Priscianus Caesariensis; Cesarea di Mauretania, ... – ...; fl. 512-527) è stato un grammatico romano, vissuto tra la fine del V secolo e l'inizio del successivo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le notizie biografiche di Prisciano ci sfuggono quasi completamente. Egli nacque e si formò in Nordafrica, a Cesarea (moderna Cherchell, Algeria), capitale della Mauretania Caesariensis.

Secondo Cassiodoro, avrebbe insegnato latino a Costantinopoli[1] all'inizio del VI secolo[2]. Il fatto che avrebbe scritto un panegirico ad Anastasio I (491-518), intorno al 512[3], aiuta a situarne la cronologia, come anche una subscriptio di un manoscritto priscianeo che si ritiene copiato da uno scriba imperiale, Flavio Teodoro, tra 526 e 527.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Institutiones grammaticae.

Le sue Institutiones grammaticae in diciotto libri rappresentano la trattazione più completa di questa disciplina che ci sia stata lasciata dagli antichi. In essa ha ampio svolgimento la morfologia, mentre la sintassi occupa solo gli ultimi due libri.

Scritti minori di Prisciano vertono su argomenti grammaticali, metrologici e metrici come le Partitiones duodecim versuum Aeneidos (cioè l'esegesi grammaticale del primo verso di ciascuno dei dodici libri del poema) e il De accentibus.

Da ricordare anche il suo già citato panegirico dell'imperatore Anastasio I (De laude imperatoris Anastasii).

Eredità culturale[modifica | modifica wikitesto]

Insieme a Elio Donato fu molto studiato nel Medioevo, poiché la sua opera esercitò una profonda influenza sull'insegnamento del latino e della grammatica in genere.

Dante Alighieri lo collocò nell'Inferno tra i sodomiti[4]. Non esiste documentazione antecedente a Dante di questo suo peccato, tranne un passo di Uguccione, che nelle Derivationes lo crede un prete apostata. Alcuni hanno anche ipotizzato che forse Dante intendesse indicare Priscilliano, eretico del IV secolo, anche se forse il poeta fiorentino si servì di una fonte a noi ignota oppure voleva solo citare un maestro che all'epoca, quale "pedagogo", era quasi sinonimo di sodomita.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Keil, Grammatici Latini, VII 207.
  2. ^ A.H.M. Jones, The later Roman empire 284-602: A social, economic, and administrative survey, Volume II, Oxford, Basil Blackwell, 1964, p. 991. ISBN 0631149651
  3. ^ (EN) Priscianus, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
  4. ^ Inf. XV, 109.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Petrus Helias, Summa super Priscianum, Pontifical Institute of Mediaeval Studies, Toronto, 1993, ISBN 978-0-88844-113-3
  • M. Baratin, B. Colombat, L. Holtz (éds.), Priscien. Transmission et refondation de la grammaire, de l'antiquité aux modernes, Brepols Publishers, 2009, ISBN 978-2-503-53074-1
  • Priscien, Grammaire. Livre XI - XII - XIII, Parigi, Vrin, 2021.
  • Priscien, Grammaire. Livre XIV - XV - XVI, Parigi, Vrin, 2013.
  • Priscien, Grammaire. Livre XVII – Syntaxe I, Parigi, Vrin, 2010.
  • Priscien, Grammaire. Livre XVIII – Syntaxe II, Parigi, Vrin, 2018.
  • A. Schönberger, Priscians Darstellung der lateinischen Pronomina: lateinischer Text und kommentierte deutsche Übersetzung des 12. und 13. Buches der Institutiones Grammaticae, Frankfurt am Main, Valentia, 2009, ISBN 978-3-936132-34-2
  • A. Schönberger, Priscians Darstellung der lateinischen Präpositionen: lateinischer Text und kommentierte deutsche Übersetzung des 14. Buches der Institutiones Grammaticae, Frankfurt am Main, Valentia, 2008, ISBN 978-3-936132-18-2
  • A. Schönberger, Priscians Darstellung der lateinischen Konjunktionen: lateinischer Text und kommentierte deutsche Übersetzung des 16. Buches der Institutiones Grammaticae, Frankfurt am Main, Valentia, 2010, ISBN 978-3-936132-09-0
  • A. Schönberger, Priscians Darstellung der lateinischen Syntax (I): lateinischer Text und kommentierte deutsche Übersetzung des 17. Buches der Institutiones Grammaticae, Frankfurt am Main, Valentia, 2010, ISBN 978-3-936132-10-6.

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