Primo (simbolo)

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Ortografia · Segno diacritico

Il simbolo del primo ( ′ ), del doppio primo ( ″ ) e del triplo primo (  ) sono usati per indicare diverse unità di misura e per vari altri scopi in diversi campi della scienza e della linguistica. Questi simboli non vanno confusi con l'apostrofo, con le virgolette[1] o con l'accento acuto.

Indicazione di unità di misura[modifica | modifica wikitesto]

Primo[modifica | modifica wikitesto]

Il simbolo del primo può essere usato per indicare diverse unità di misura:

  • piede (lunghezza); in contrasto con le norme internazionali SI
  • Primo (grandezza angolare)
  • Minuto (tempo); in contrasto con le norme internazionali SI

Doppio primo[modifica | modifica wikitesto]

  • Pollice (lunghezza); in contrasto con le norme internazionali SI
  • Secondo (grandezza angolare)
  • Secondo (tempo); in contrasto con le norme internazionali SI

Uso in matematica, fisica e scienze[modifica | modifica wikitesto]

In matematica il primo è usato di solito per generare più nomi variabili per cose che sono simili, senza ricorrere ai pedici: x′ generalmente indica qualcosa legato a o derivato da x. Ad esempio, se un punto è rappresentato con le coordinate cartesiane (x y), allora quel punto ruotato, traslato o riflesso può essere rappresentato come (x′,  y′). Il simbolo di primo non ha relazione con i numeri primi.

Di solito il significato di x′ è definito nel momento in cui viene usato per la prima volta, ma in alcuni casi si ipotizza che il suo significato sia implicito:

  • Una derivata o funzione derivata f′(x) e f″(x) sono la prima e la seconda derivata di f(x) rispetto a x. Similmente se y=f(x) allora y′ e y″ sono rispettivamente le derivate prima e seconda di y rispetto a x. (Esistono altre notazioni.)
  • Il complementare di un insieme: A ' è il complementare dell'insieme A (esistono altre notazioni).
  • La negazione di un evento nella teoria delle probabilità: Pr(A′)=1 − Pr(A) (esistono altre notazioni)
  • Il risultato di una trasformazione: Tx=x

In fisica, il primo è usato per denotare una variabile dopo un evento. Per esempio, vA' potrebbe indicare la velocità dell'oggetto A dopo un evento. Inoltre è comunemente usato nella relatività: l'evento (x,y,z,t) in un sistema di riferimento inerziale S ha coordinate (x′,y′,z′,t′) in un sistema di riferimento S′.

In chimica, è usato per fare distinzioni tra differenti gruppi funzionali connessi a un atomo in una molecola, ad esempio R e R′, che rappresentano differenti gruppi alchilici in un chetone.

In biologia molecolare, il primo è usato per denotare le posizioni del carbonio su un anello di deossiribosio o di ribosio. il primo distingue le posizioni su queste due sostanze chimiche, rispetto alle posizioni su altre parti del DNA o dell'RNA, come gruppi fosfati o acidi nucleici. Perciò, quando si indica la direzione di movimento di un enzima lungo una catena di DNA, i biologi diranno che si muove dal 5' estremo al 3' estremo, perché questi atomi di carbonio si trovano agli estremi della molecola. Il primo può anche essere usato per indicare a quale posizione una molecola è attaccata, ad esempio "5'-monofosfato".

Triplo primo[modifica | modifica wikitesto]

In orologeria, il triplo primo rappresenta una ligne.

I tripli primi si trovano occasionalmente in opere astronomiche del XVII e XVIII secolo per indicare di un secondo di arco.[2]

Uso in linguistica[modifica | modifica wikitesto]

Il primo può essere usato nella traslitterazione di alcune lingue, come il russo, per denotare la palatizzazione.

Il primo è usato anche nella teoria X-barra al posto di una barra per indicare livelli di codice in strutture sintattiche, perché la barra è difficile da stampare. Si legge comunque ancora come "X barra", non "X primo".

Alcune notazioni X-barra usano un doppio primo (in sostituzione di una doppia barra) per indicare un livello frasale, nella maggior parte delle notazioni indicato con "XP".

Uso nella notazione del Cubo di Rubik[modifica | modifica wikitesto]

Nella notazione delle mosse del Cubo di Rubik, il primo si usa per invertire le mosse o le sequenze di mosse. (Dove L significa: "Gira la faccia a sinistra di 90 gradi in senso orario", L' significa: "Gira la faccia a sinistra di 90 gradi in senso antiorario".)

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sin dall'inizio del ventesimo secolo, la notazione x′ è letta come x primo non perché la x era seguita dal simbolo di primo ma perché era il primo di una serie che continua con x″ (x secondo) e x (x terzo). fu solo più tardi, tra gli anni cinquanta e sessanta che il termine primo incominciò a essere applicato come lo stesso simbolo dell'apostrofo. Sebbene ora sia più comune pronunciare x″ e x rispettivamente come x doppio primo e x triplo primo, permangono comunque le diciture x secondo e x terzo.[senza fonte]

Rappresentazioni[modifica | modifica wikitesto]

Le rappresentazioni del primo e dei simboli relativi in Unicode e HTML avvengono come segue.

Carattere Unicode Entità HTML
Primo ( ′ ) U+2032
Doppio primo ( ″ ) U+2033
Triplo primo (  ) U+2034
Quadruplo primo (  ) U+2057
Modifier letter prime ( ʹ ) U+02B9
Modifier letter double prime ( ʺ ) U+02BA

I caratteri lettera modificatrice primo e lettera modificatrice doppio primo sono destinati a fini linguistici, come l'indicazione dell'accento o la traslitterazione di certi caratteri cirillici.

Quando l'insieme dei caratteri utilizzato non include il carattere del primo e del doppio primo (ad esempio l'ISO 8859-1 comunemente usato su IRC), essi sono spesso sostituiti rispettivamente dall'apostrofo normale o corsivo e dalle virgolette. Nel LATEX in modalità matematica il f' ("f" con un apostrofo) è rappresentato come . Inoltre il LATEX è munito di un simbolo di primo sovradimensionato \prime () da usare nei pedici. Per esempio f_\prime^\prime appare come .

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ron Goldberg, Quotes, in Frank J. Romano (a cura di), Digital Typography: Practical Advice for Getting the Type You Want When You Want It, San Diego, Windsor Professional Information, 2000, pp. 67–69, ISBN 1-893190-05-6, OCLC 44619239.
  2. ^ Ad es., in William Herschel, Catalogue of Double Stars, Esq. F. R. S., in Philosophical Transactions of the Royal Society of London, vol. 75, 1785, pp. 40–126, DOI:10.1098/rstl.1785.0006.

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