Porta Savoia

Porta Savoia
Porta del Paradiso
La romana Porta Savoia, accanto alla Cattedrale medioevale
CiviltàRomana
UtilizzoIngresso / uscita alla città di Susa
EpocaRomana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneSusa
Mappa di localizzazione
Map

La Porta Savoia era una delle porte principali della città di Susa e costituisce un pregevole esempio di architettura militare romana in Valle di Susa. Collocata lungo le Mura romane di Susa, oggi si trova a fianco della Cattedrale di San Giusto e prospiciente l'omonima Piazza Savoia. Costituisce, insieme all'Arco di Augusto, uno dei monumento simbolo della città.

Struttura architettonica[modifica | modifica wikitesto]

La porta cittadina vista dal campanile della Cattedrale di San Giusto

La porta è costituita da due torri cilindriche fra le quali si trova un interturrio collocato al di sopra della porta carraia. Ciascuna delle due torri è costituita da una parte inferiore alta attualmente circa sei metri fuori terra e da una parte superiore nella quale si aprono monofore costruite in ordine sfalsato per tre piani a ovest e quattro piani (a est probabilmente cinque in origine[1]) . I vari livelli in origine dovevano essere scanditi da solai in legno, oggi scomparsi. La parte centrale o interturrio presenta quattro ordini di monofore sfalsati che dovevano corrispondere ad altrettanti balconi lignei di collegamento [2]. La porta carraia è stata ampliata e rialzata nel 1750[1].

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

La Porta, anche chiamata “del Paradiso” a causa della vicina collocazione del cimitero della Cattedrale di San Giusto, deve il suo toponimo principale alla regione transalpina verso cui dà accesso tramite il Colle del Moncenisio, la Savoia appunto. Questa sua funzione ne faceva la porta più importante di Susa in epoca medievale, dando accesso alla Via Francigena e quindi a tutta l'Europa del Nord, tramite Francia e Germania.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Micaela Viglino Davico, Andrea Bruno jr, Enrico Lusso, Gian Giorgio Massara, Francesco Novelli, Atlante Castellano. Strutture fortificate della Provincia di Torino, Istituto Italiano dei Castelli Sezione Piemonte Valle d'Aosta, Ed. Celid, Torino 2007 , pagg. 331-333
  2. ^ Si veda il sito web della Città di Susa

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Liliana Mercando (a cura di), La Porta del Paradiso: un restauro a Susa, Stamperia artistica nazionale, Trofarello 1993, pagg. 380, con molteplici contributi specifici sulla Porta e sull'archeologia di Susa. Disponibile on line sul sito della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie [1] Archiviato il 13 giugno 2021 in Internet Archive.
  • Luca Patria, Dai moenia vetera ai novi forti: la difesa di Susa fra tardo medioevo ed età moderna, in Liliana Mercando (a cura di) La Porta del Paradiso: un restauro a Susa, Stamperia artistica nazionale, Trofarello 1993 [2][collegamento interrotto]
  • Progetto Tesori d'Arte e Cultura alpina, Itinerari di Cultura e Natura alpina Valle di Susa, Borgone Susa 2010
  • Micaela Viglino Davico, Andrea Bruno jr, Enrico Lusso, Gian Giorgio Massara, Francesco Novelli, Atlante Castellano. Strutture fortificate della Provincia di Torino, Istituto Italiano dei Castelli Sezione Piemonte Valle d'Aosta, Ed. Celid, Torino 2007

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