Porlezza

Porlezza
comune
Porlezza – Stemma
Porlezza – Bandiera
Porlezza – Veduta
Porlezza – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Como
Amministrazione
SindacoSergio Erculiani (lista civica Passione comune) dall'11-6-2017 (2º mandato dal 13-6-2022)
Territorio
Coordinate46°02′N 9°08′E / 46.033333°N 9.133333°E46.033333; 9.133333 (Porlezza)
Altitudine275 m s.l.m.
Superficie18,64 km²
Abitanti4 858[1] (31-3-2023)
Densità260,62 ab./km²
FrazioniAgria, Begna, Cima, Tavordo
Comuni confinantiBene Lario, Carlazzo, Claino con Osteno, Corrido, Ponna, Tremezzina, Val Rezzo, Valsolda
Altre informazioni
Cod. postale22018
Prefisso0344
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT013189
Cod. catastaleG889
TargaCO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 460 GG[3]
Nome abitantiporlezzini o porlezzesi
Patronosan Vittore
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Porlezza
Porlezza
Porlezza – Mappa
Porlezza – Mappa
Localizzazione del comune di Porlezza nella provincia di Como
Sito istituzionale

Porlezza è un comune italiano di 4 858 abitanti[1] della provincia di Como in Lombardia. Sito sulle sponde del lago di Lugano, Porlezza è una nota meta turistica e vi si trova una delle cinquantasette pievi medioevali dell'antica arcidiocesi di Milano, dedicata a San Vittore. L'antichità della pieve è indicata dalla sua posizione periferica rispetto alla sede episcopale di Milano e dalla dedica ad uno dei santi venerati in quella città.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Veduta sulla piana di Porlezza

Il borgo è situato all'estremità nord-orientale del lago di Lugano (Ceresio), alla foce dei torrenti Rezzo[4] e Cuccio. Il paese è circondato dalle Prealpi Luganesi.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio della mappa del Ducato di Milano nella Galleria delle carte geografiche dei Musei Vaticani (Ignazio Danti, 1581); nell'angolo superiore destro si nota il toponimo Porroletizia.

Porlezza, nell'antichità, è indicata con Porletia, spesso Proletia[5] e Prolectia, in diversi scritti anche col nome di Porlexe e Portolexe; si trova anche Portus Laetitiae, toponimo che indicava l'antico porto, talora volgarizzato in Porroletizia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Statuti della Pieve di Porlezza et di Hosteno, 1594

I primi abitanti queste zone furono i Gauni, i quali battezzarono le rive del lago denominandole Gaune sponde.

Nel X secolo Porlezza, fino ad allora feudo dei marchesi Corradidi di Lecco, Attonidi, passò sotto il controllo dell'Arcivescovo di Milano, il quale pose il paese a capo di una pieve. Durante la guerra decennale tra Milano e Como (1117-1127), Porlezza fu una piazzaforte milanese e, dopo la sconfitta della città lariana, rimase parte del contado di Milano[N 1] (sorte che, dal XIII secolo, ebbero anche il Varesotto ed il Lecchese) e a capo della pieve di Porlezza.[6] Tale compartimentazione amministrativa sopravvisse per secoli, fino alle riforme illuministe dell'imperatore Giuseppe II.

Nel 1470 Porlezza e la sua pieve furono infeudate ad Ambrogino Longagnana per concessione di Galeazzo Maria Sforza.[6] Dopo esser passato a Ugo Sanseverino nel 1486, il feudo finì dapprima nelle mani dei Lampugnani[7], poi in quelle di Paolo Camillo Trivulzio e infine, nel 1552, in quelle della famiglia D'Este, la quale esercitò i propri diritti feudali fino al 1752, anno in cui l'ultimo erede maschio morì e il feudo ritornò tra le disponibilità demaniali del Ducato di Milano.[6] Durante il periodo dei Trivulzio, nel XVI secolo si registra fu una breve parentesi in cui il territorio fu sotto il controllo di Gian Giacomo Medici.[7]

Nel 1751 il territorio comunale di Porlezza si estendeva ai cassinaggi di Molini, “Cassina Ravignasca”, “Prato Livrano”, Unsagnia, Lugino e Begna.[6]

Nel 1786 il comune del Ceresio fu incluso nella provincia di Como[8]. Leopoldo II, fratello del già citato imperatore Giuseppe, annullò l'atto di trasferimento nel 1791, ma i rivoluzionari giacobini lo riproposero nel 1798, per poi revocarlo nuovamente l'anno dopo.

Fu solo il 13 maggio 1801 che il governo napoleonico della Repubblica Cisalpina deliberò la definitiva annessione di Porlezza alla provincia comasca.[9] Dal punto di vista religioso, tuttavia, Porlezza rimase - e così è tuttora - sotto la Diocesi di Milano.

Il Congresso di Vienna sancì nel 1814 la nascita del Regno Lombardo-Veneto, concepito dal Metternich; Porlezza venne designata come capoluogo del distretto VI della provincia di Como[N 2][10], istituita l'anno successivo. Nel 1859, in seguito alla seconda guerra d'indipendenza, la Pace di Zurigo dispose l'annessione della Lombardia (esclusa Mantova e gran parte della sua provincia) al Regno di Sardegna.

Nel 1928, allorché il regime fascista decise di sopprimere numerose entità comunali, furono annesse le due frazioni di Cima e Tavordo.[11][12] Quest'ultima costituiva un antico comune del Milanese e, dal 1801, del Comasco, (lo stesso accadde alla stessa Porlezza);[13] nel 1807 il comune di Tavordo fu una prima volta unito a Porlezza a seguito di un regio decreto napoleonico e, in seguito, venne ripristinato dal ritorno degli Austriaci.[9][14] Cima venne invece slegata dall'appena soppresso comune di Cressogno,[senza fonte] il quale confluì nel neonato comune della Valsolda, istituito con la volontà di restaurare l'antica unità della valle omonima.

Il 1º dicembre 2013 un referendum consultivo sulla fusione tra i comuni di Porlezza, Valsolda, Claino con Osteno, Corrido e Val Rezzo ha ottenuto un esito negativo.[N 3][15]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

«Troncato: nel primo d'oro, al leone nascente di verde; nel secondo, fasciato di verde e d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma è antico ed è riportato a pagina 330 dello Stemmario di Marco Cremosano del XVII secolo. È stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 12 marzo 1933.[16] Gli smalti verde e oro sono ripresi dal blasone della famiglia Trivulzio, feudatari del paese (palato d'oro e di verde).

Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 10 luglio 2000[16], è un drappo troncato di verde e di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Interno della Chiesa di San Vittore

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa prepositurale di San Vittore[17]: all'interno, nel presbiterio presenta affreschi di Giulio Quaglio di Laino con Episodi della vita del Santo e un altare barocco, stucchi del Settecento, arredi, dipinti e sculture lignee. Il campanile possiede un concerto di cinque campane in tonalità di Si2[18] fuse nel 1938 dalla Fonderia Carlo Ottolina di Seregno.
  • Chiesa di Santa Marta
    Chiesa neoclassica di Santa Marta[19] posta all'incirca dietro alla chiesa San Vittore.
  • Chiesa di San Maurizio
    Chiesa di San Maurizio martire[20], esempio di architettura romanica comacina dei secoli XI e XII[21],[22] la cui dedicazione risale al tempo in cui la pieve di Porlezza costituiva un feudo del monastero maggiore di Milano[7]. La chiesa si compone di un oratorio romanico (X-XI secolo[23]) e di un campanile di 18 m a pianta quadrata (XII secolo[23]). Del complesso faceva inoltre parte un battistero a pianta quadrata, edificio del quale restano solo alcuni resti a nord-est del campanile.[23] L'altezza e il distanziamento del campanile dal resto della chiesa lascia intendere che la torre fosse in origine usata come postazione di controllo del territorio[24]. La prima menzione storica dell'oratorio è in un documento datato 1066.[23] Citato sia nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani sia negli atti delle visite pastorali di Carlo Borromeo e del cugino Federico, fino al 1966[7], l'oratorio fu sepolto da una frana distaccatasi dal monte Galbiga[25]. La frana (che alcuni datano al secolo XIV[7], altri a non prima del 1640[23]) si abbatté sulla chiesetta ma risparmiò il campanile. Sotto il pavimento, il cui livello è stato più volte alzato nel corso dei secoli, sono state ritrovate alcune tombe di fanciulli.[26] Una volta riportato alla luce e restaurato, nel 1982 l'oratorio venne consacrato da Carlo Maria Martini alle vittime della montagna[7]. Il campanile è dotato di un sacello (sec. XIV) ed è caratterizzato da aperture sui quattro lati ad ordini sovrapposti di feritoie, monofore e due bifore[22][23]. Dell'antico battistero sopravvivono solo un pavimento in pozzolana e una vasca battesimale in serizzo[23]
  • Chiesa della B.V. dei Miracoli
    Chiesa della Beata Vergine dei Miracoli, costruita nel 1686[27].
  • Chiesa della Beata Vergine Assunta, risalente al 1581[28].
  • Chiesa della B.V. di Caravaggio
    Chiesa della Beata Vergine di Caravaggio, edificata nel 1736[29].
  • Oratorio di San Carlo
    Oratorio di San Carlo, già esistente nel 1556[30].
  • Oratorio di San Giuseppe
    Oratorio di San Giuseppe, noto anche come come Oratorio dei SS. Anna e Gioacchino, risalente al 1643[31].

A Cima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cima (Porlezza).
  • Chiesa della Purificazione di Maria[32].
  • Oratorio romanico di San Michele[33]
  • Oratorio di San Giorgio[34].
  • Oratorio dell'Immacolata[35]

A Begna[modifica | modifica wikitesto]

  • Oratorio di San Rocco di Begna, costruito attorno alla metà del XIX secolo a ridosso della montagna[36]. Ogni anno il 16 agosto si suona la campana della chiesetta.
Veduta con il campanile di San Vittore e, sullo sfondo, l'oratorio di San Rocco
Scorcio su Piazzetta Cinque Vie

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Il "Conventino", antico ospizio per pellegrini[37].
  • Ponte in pietra sul torrente Cuccio[38].
  • Abitazioni in piazzetta Cinque Vie.
Visuale del Lago di Lugano dal Lungolago Giacomo Matteotti

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Demografia pre-unitaria[modifica | modifica wikitesto]

fonte: lombardiabeniculturali

Demografia post-unitaria[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[39]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 426 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

  1. Bandiera della Turchia Turchia: 125 persone (2,73% della popolazione al 2009)
  2. Bandiera della Romania Romania: 75 persone (1,64% della popolazione al 2009)

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Festa del patrono[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante il patrono sia San Vittore, la festa del paese ricorre in occasione di San Rocco, il 16 agosto; in tale ricorrenza hanno luogo diversi eventi.[40][41]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Porlezza vista dalle vecchie gallerie

Porlezza è inoltre citata nel romanzo Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro; in particolare a Porlezza risiedeva l'Imperial Regio Commissario dell'omonimo distretto.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Oltre al centro principale, compongono il Comune di Porlezza le frazioni di Tavordo, Begna, Agria e Cima; quest'ultimo, pittoresco borgo si trova lungo la sponda settentrionale del Ceresio, lungo la statale che conduce al limitrofo comune di Valsolda. Di notevole interesse storico, la frazione di Cima ha mantenuto una tipica struttura medievale, con resti di antiche mura e fortificazioni.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Porlezza è attraversata dalla statale "Regina", importante arteria stradale che collega Como alla frontiera con la Svizzera situata tra Valsolda e Gandria, località facente parte del comune di Lugano. Alla città elvetica Porlezza è collegata anche tramite un servizio di battelli sul Ceresio[42].

Non collegata alla rete ferroviaria, Porlezza dista circa venticinque minuti dalla stazione di Lugano e poco più di cinquanta minuti da quella di Como San Giovanni, entrambe collocate lungo la linea che da Milano porta a Zurigo.

Dal 1884 al 1939[N 4] è stata attiva una linea ferroviaria che univa Porlezza al comune lariano di Menaggio e costituiva un interscambio tra i servizi di navigazione del Lario e del Ceresio; nel territorio comunale sorgevano la stazione di Porlezza, che fungeva da capolinea, e la fermata di Tavordo.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale sindaco di Porlezza è Sergio Erculiani, rieletto per il suo quarto mandato (non consecutivo) durante le Comunali dell'12 giugno 2022.[43]

La seguente tabella elenca i sindaci ed i commissari prefettizi succedutisi a partire dal 1980.[44]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1980 1985 Walter Barelli Sindaco
1985 1990 Marina Bergamini Sindaco
1990 1991 Ernesto Palmieri Sindaco
1991 1992 Giuseppe Castelnuovo Commissario prefettizio
1992 1994 Marina Bergamini Sindaco
1994 2003 Gerardo Scappatura Sindaco
2003 2003 Sergio Erculiani Vicesindaco facente funzioni
2003 2004 Luciano Straniero Commissario prefettizio
2004 2014 Sergio Erculiani Lista civica Amministrare insieme Sindaco
2014 2016 Franco Franchi[45] Lista civica La breva Sindaco
2016 2017 Domenico Roncagli Commissario prefettizio[46] A seguito dello scioglimento della giunta Franchi[47]
2017 In carica Sergio Erculiani Lista civica Passione Comune Sindaco

Sport[modifica | modifica wikitesto]

La polisportiva locale[48] si cura di attività che comprendono la pallavolo, il tennis, il taekwondo, il calcio. La squadra di calcio locale milita in prima categoria.

Porlezza è sede della società canottieri "Aldo Meda Cima", società che vanta diversi titoli a livello nazionale[49] sotto l'egida della Federazione Italiana Canottaggio Sedile Fisso[50].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il particolare legame che lega il comune di Porlezza a Milano è peraltro sottolineato dalla presenza, nel centro della città meneghina (tra il Castello Sforzesco e Piazza del Duomo), di una piccola via intitolata al comune del Ceresio.
  2. ^ Divenne l'VIII nel 1853, in seguito alla riforma dei distretti.
  3. ^ L'ipotetico comune, stando ai risultati della votazione, avrebbe assunto il nome di Riviera del Ceresio.
  4. ^ Sebbene la definitiva soppressione è stata nel 1966, in tale anno si è di fatto concluso l'esercizio della ferrovia.

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ TCI, p. 324.
  5. ^ AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne, p. 122.
  6. ^ a b c d Comune di Porlezza, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'11 maggio 2020.
  7. ^ a b c d e f Borghese, pp. 372-373.
  8. ^ vedi, su lombardiabeniculturali.it.
  9. ^ a b Comune di Porlezza, 1798 - 1815 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'11 maggio 2020.
  10. ^ Il distretto VI di Porlezza 1816 - 1853 suila pagina dei beni culturali lombardi
  11. ^ Comune di Cima, 1859 - 1928 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'11 maggio 2020.
  12. ^ Comune di Porlezza, 1859 - [1971] – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'11 maggio 2020.
  13. ^ Tavordo (Porlezza, CO) – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'11 maggio 2020.
  14. ^ Comune di Tavordo, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'11 maggio 2020.
  15. ^ Articolo sul referendum pubblicato da Il Giorno
  16. ^ a b Porlezza [collegamento interrotto], su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 4 novembre 2022.
  17. ^ Chiesa di S. Vittore - complesso, Via Colombaio - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  18. ^ Un approfondimento sulla tonalità delle campane
  19. ^ Chiesa di S. Marta, Via Garibaldi - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  20. ^ Chiesa di S. Maurizio - complesso, Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  21. ^ TCI, p. 325.
  22. ^ a b RomaniCOMO, su romanicomo.it. URL consultato il 13 aprile 2020.
  23. ^ a b c d e f g Tettamanzi, cap. "San Maurizio PORLEZZA - Como".
  24. ^ Belloni et al., p. 22.
  25. ^ Belloni et al., p. 136.
  26. ^ Tettamanzi, cap. "San Maurizio PORLEZZA - Como".
  27. ^ Chiesa della Beata Vergine dei Miracoli, Via Garibaldi - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  28. ^ Chiesa della Beata Vergine Assunta, Via al Collegio - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  29. ^ Chiesa della Beata Vergine di Caravaggio, Via Caravaggio - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  30. ^ Oratorio di S. Carlo, Via Carlo Vanetti - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  31. ^ Oratorio di S. Giuseppe - complesso, Via al Mulino - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  32. ^ Chiesa della Purificazione di Maria - complesso, Via Ezio Aramini - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  33. ^ Chiesa di S. Michele, Via Regina - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  34. ^ Chiesa di S. Giorgio, Via XXV Aprile - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  35. ^ Oratorio dell'Immacolata, Via Ezio Aramini - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  36. ^ Oratorio di S. Rocco, Via San Rocco - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  37. ^ Conventino, Via a Porlezza - Porlezza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 aprile 2020.
  38. ^ Porlezza - tra lago e montagna, in Motonautica, n. 131, Ottobre 2006.
  39. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  40. ^ Ritornano palo della cuccagna e "nove campanili"
  41. ^ Programma dei fuochi estivi in provincia di Como, su brevanews.it. URL consultato il 5 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2016).
  42. ^ Navigazione lago di Lugano, su lakelugano.ch.
  43. ^ Elezioni comunali Porlezza 2022, su elezioni.repubblica.it.
  44. ^ L'elenco completo, a partire dai podestà della pieve del XIV secolo, è disponibile sul sito del comune [1] Archiviato il 28 maggio 2014 in Internet Archive.
  45. ^ Elezioni comunali del 2014, su elezioni2014.laprovinciadicomo.it. URL consultato il 27 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2014).
  46. ^ Il commissario prefettizio, su comune.porlezza.co.it. URL consultato il 22 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2016).
  47. ^ Scioglimento della giunta comunale, su laprovinciadicomo.it.
  48. ^ Sito della Polisportiva Porlezzese, su porlezzese.net.
  49. ^ Ficsf: risultati del 2015[collegamento interrotto]
  50. ^ Sito della Ficsf, su ficsf.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Ferrari Bravo, P. Colombini, Guida Lombardia, TCI, Milano 1987, 311-312.
  • Annalisa Borghese, Porlezza, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, pp. 372-373.
  • Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.
Approfondimenti
  • Statuti della Pieve di Porlezza, et di Hosteno, Milano, 1594.
  • Carlo Perogalli, Enzo Pifferi e Laura Tettamanzi, Romanico in Lombardia, Como, Editrice E.P.I., 1981.
  • Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
  • AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne - A Giovanni Paolo II, Como-Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1996.
  • Alverio Gualandris, Porlezza - Storia-Arte-Statuti-Artisti-Documenti, Attilio Sampietro Editore, Menaggio 2003.
  • Marco Cianci, La Pastorale Diocesana rivisitata nella Pieve di Porlezza attraverso i tre santi cardinali: Borromeo, Ferrari e Schuster, Tesi di Baccellierato, 2005.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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