Polizelo

Polizelo
L'auriga di Delfi donato dal tiranno
Tiranno di Gela
In carica478 a.C. –
473 a.C.
PredecessoreGerone I
SuccessoreDemocrazia
OnorificenzeVittoria ai Giochi Pitici del 474 a.C.
DinastiaDinomenidi
PadreDinomene di Gela

Polizelo (V sec. a.C. – ...) fu tiranno di Gela dal 478 a.C. fino alla morte. Polizelo era figlio di Dinomene il Vecchio, e fratello minore dei due dinomenidi Gelone e Gerone I, tiranni di Siracusa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dinomenidi § La lotta per la successione.

Ancora prima di diventare tiranno di Gela, il suo nome venne inciso nel tripode che commemorava la vittoria di Imera del 480 a.C., da sempre attribuita al solo Gelone. La menzione del fratello è quindi un dettaglio importante che conferma una sua partecipazione alla battaglia.[1]

Divenne tiranno di Gela nel 478 a.C. quando morto Gelone e lasciato al potere Gerone a Siracusa, a lui venne lasciata in eredità la mano di Damarete, sposa di Gelone. Polizelo, odiato da Gerone, sostenne con lui una guerra a cui si pose fine grazie alla mediazione del poeta Simonide.

Secondo Diodoro Siculo nel 476-5 a.C. Polizelo fu inviato dal fratello Gerone in soccorso dei Sibariti, in uno dei tentativi di tornare nella loro sede originaria dopo la distruzione di questa nel 510 a.C. da parte dei Crotoniati.

Successivamente donò al santuario di Apollo a Delfi un gruppo statuario bronzeo raffigurante un cocchio con cavalli e auriga (conosciuto come "l'Auriga di Delfi"), in memoria di una vittoria riportata nei Giochi Pitici del 474 a.C.[1]

Non è noto quando sia morto Polizelo, ma dev'essere stato prima della morte di Gerone, dato che a questi in qualità di tiranno di Siracusa succedette il fratello minore Trasibulo.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Smith, s. v. Polyzelus.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Tiranno di Gela Successore
Gerone I 478 a.C. - 473 a.C. democrazia
Controllo di autoritàVIAF (EN10645987 · CERL cnp00544133 · GND (DE11898439X · WorldCat Identities (ENviaf-10645987