Pietro Tomasi della Torretta

Pietro Tomasi della Torretta

Presidente del Senato del Regno
Durata mandato20 luglio 1944 –
25 giugno 1946
PredecessorePaolo Thaon di Revel
Successorecarica abolita

Ministro degli affari esteri del Regno d'Italia
Durata mandato7 luglio 1921 –
26 febbraio 1922
Capo del governoIvanoe Bonomi
PredecessoreIvanoe Bonomi
(ad interim)
SuccessoreCarlo Schanzer

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato19 luglio 1921 –
25 giugno 1946
Sito istituzionale

Consultore della Consulta nazionale
Durata mandato25 settembre 1945 –
24 giugno 1946
LegislaturaConsulta nazionale
Sito istituzionale

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaI Legislatura
Tipo nominasenatore di diritto

Dati generali
Partito politicoIndipendente
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità di Palermo
ProfessioneDiplomatico

Pietro Paolo Tomasi, marchese della Torretta (come secondogenito era barone della Torretta, conosciuto però come marchese, titolo di "cortesia", che usò ufficialmente nella carriera diplomatica). (Palermo, 7 aprile 1873Roma, 4 dicembre 1962), è stato un diplomatico e politico italiano, presidente del Senato del Regno dal 1944 al 1946.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Proveniente da un'importante famiglia della nobiltà siciliana, si laureò in giurisprudenza all'Università di Palermo. Entrò poi giovanissimo nei ranghi della carriera diplomatica, che percorse rapidamente e con successo. Dal 31 marzo 1910 al 16 ottobre 1914 fu Capo di Gabinetto dell'allora ministro degli esteri, il marchese di San Giuliano; appena dopo la scomparsa di questi fu incaricato di recarsi a Monaco di Baviera, proprio nel periodo immediatamente precedente all'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, dove il 23 dicembre 1915 lo raggiunse la nomina a Inviato straordinario e Ministro plenipotenziario di 2ª classe.

A capo della delegazione commerciale italiana a Pietrogrado dal 18 novembre 1917, venne in seguito promosso ambasciatore nella stessa sede. Servì quindi, in qualità di addetto alla delegazione italiana, alla Conferenza di pace di Parigi (1919) e, dal 20 agosto dello stesso anno al 6 luglio 1921, passò a Vienna in qualità di ambasciatore presso il ricostituito Stato austriaco. Il 26 aprile 1920, a Londra, sposò Alice Barbi (1º giugno 1858-4 settembre 1948), celebre liederista e cantante da camera, già vedova del barone Boris Wolff von Stomersee, la cui figlia, Alexandra sposò nel 1932 Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nipote di Pietro.

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Fu Ministro degli esteri nel governo Bonomi fra il 7 giugno 1921 e il 26 febbraio 1922, e fu nominato da Vittorio Emanuele III senatore del Regno il 19 luglio 1921, prestando giuramento il 30 luglio successivo (convalida della nomina). Tenne da ultimo l'ambasciata di Londra (10 novembre 1922-aprile 1927), dove il 31 dicembre 1923 lo raggiunse la nomina ad Ambasciatore di I grado.

Costretto nel 1927 alle dimissioni dal servizio diplomatico da Benito Mussolini, concluse la carriera diplomatica e si dedicò alla sua attività di senatore, trasferendo la sua residenza a Roma. Diplomatico di perfetta scuola nella forma e fine conoscitore del mondo slavo e dei problemi politici dell'Europa centro-orientale, esperto della lingua russa, nonché politico di grande riserbo ed equilibrio, poté valorizzare la sua personalità, rendendo al paese importanti servigi sia in campo diplomatico che politico.

Non volle mai aderire al Fascismo di cui fu fermo avversario e irriducibile oppositore in Senato. Per tale motivo, all'indomani della liberazione di Roma e del ritorno del Re e del Governo nella capitale, il 20 luglio 1944 fu nominato Presidente del Senato, carica dalla quale si dimise il 25 giugno 1946, in seguito ai risultati del referendum istituzionale e all'elezione dell'Assemblea Costituente: fu quindi l'ultimo presidente del Senato del Regno.

Dal settembre 1945 al giugno 1946 fu inoltre membro della Consulta nazionale[1]. Dal 1948 fece parte di diritto del primo Senato della Repubblica, secondo quanto disposto dalla III disposizione transitoria della Costituzione repubblicana.

In quanto zio del celebre scrittore, alla morte di quest'ultimo (avvenuta il 23 luglio 1957) Pietro gli sarebbe in teoria successo nei titoli nobiliari dei Tomasi se non ci fosse stata la repubblica: 13º duca di Palma, 12º principe di Lampedusa, barone di Montechiaro, barone della Torretta e Grande di Spagna di 1ª classe (il titolo di marchese della Torretta è da ritenersi di cortesia).

Alla morte di Pietro, che non aveva figli, erano ancora in vita solo tre suoi cugini di primo grado: Giuseppe Garofalo Tomasi (Palermo 1885 – Genova 1968), figlio di Maria Antonia, parente maschio prossimo che per il diritto borbonico avrebbe ereditato i titoli, e le sorelle Giovanna e Maria Carolina, figlie di Chiara. Oggi è vivente il nipote di Giuseppe, Aurelio Di Rella Tomasi di Lampedusa (Genova 1941) avvocato in Genova, sposato con tre figli, che per il diritto borbonico sarebbe il titolare dei titoli.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giuseppe Tomasi, VII principe di Lampedusa Giulio Maria Tomasi, VI principe di Lampedusa  
 
Maria Caterina Colonna Romano  
Giulio Fabrizio Tomasi, VIII principe di Lampedusa  
Carolina Wochinger Claudio Wochinger  
 
Maria Antonia Greco  
Giuseppe Maria Tomasi, IX principe di Lampedusa  
Giovan Battista Guccia, marchese di Ganzeria Giovanni Maria Maria Guccia  
 
Rosalia Rosalia Bonomolo  
Maria Stella Guccia  
Concetta Vetrano  
 
 
Pietro Tomasi, marchese della Torretta  
Pietro Papè, III principe di Valdina Ignazio Papè, II principe di Valdina  
 
Francesca Beccadelli di Bologna  
Salvatore Papè, IV principe di Valdina  
Ippolita Gravina Michele Maria Gravina, IV principe di Comitini  
 
Marianna Massa  
Stefania Papè  
Francesco Vanni, III duca di Archirafi Ignazio Gaetano Vanni, II duca di Archirafi  
 
Desiata Dorotea Inveges  
Vittoria Vanni  
Rosalia Filangieri Bernardo Filangieri, V principe di Mirto  
 
Vittoria Alliata  
 

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente del Senato del Regno Successore
Paolo Thaon di Revel 20 luglio 1944 - 25 giugno 1946 carica abolita
Predecessore Ambasciatore italiano nel Regno Unito Bandiera del Regno Unito Successore
Giacomo De Martino 1922 - 1927 Antonio Chiaramonte Bordonaro
Predecessore Ministro degli Esteri del Regno d'Italia Successore
Ivanoe Bonomi (ad interim) 7 luglio 1921 - 26 febbraio 1922 Carlo Schanzer
Predecessore Ambasciatore italiano nella Prima repubblica austriaca Bandiera dell'Austria Successore
Giuseppe Avarna
(Impero austro-ungarico)
1919 - 1921 Luca Orsini Baroni
Predecessore Ambasciatore italiano in Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica Successore
Andrea Carlotti di Riparbella
(Impero Russo)
1917 - 1918 Giovanni Amadori
Controllo di autoritàVIAF (EN89492322 · ISNI (EN0000 0000 6269 6948 · SBN CUBV155339 · BAV 495/264596 · BNF (FRcb16714977f (data) · WorldCat Identities (ENviaf-89492322