Pietro Acotanto

Pietro Acotanto (Venezia, 1108Venezia, 23 settembre 1187) è stato un monaco cristiano italiano.

Pietro Acotanto
 

Monaco

 
Morte23 settembre 1187
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione1759 da papa Clemente XIII
Ricorrenza26 agosto

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione veneziana fondata su un manoscritto conservato nella chiesa di San Basilio e che Flaminio Corner chiama molto vecchio (anche i codici marciani 3051 e 6796 la riportano) Pietro Acotanto nasce nel 1108 dalla nobile famiglia Acotanto, famiglia che poteva vantare antichissime origini, proveniente da Altino. La stessa chiesa della contrada in cui gli Acotanto abitavano, "San Basegio" (San Basilio), era stata da loro edificata nel secolo X.

Praticò la carità in modo eminente: nei poveri vedeva Cristo e nella elemosina una manifestazione di fede, anche se tante volte la povera gente ne approfittava. Gli assediavano la casa prima che egli uscisse, custodivano la porta allorché doveva rientrarvi, gli interrompevano con importune istanze il cammino in strada, ed egli, paziente e generoso accoglieva tutti, e nessuno lasciava partire sconsolato o piangente.

"Nella notte più buia, così lo descrive il Corner, per nascondersi dalla veduta e dagli applausi degli uomini, e noto unicamente a Dio, che lo assisteva, con le sue proprie mani caricava la domestica sua barchetta di pane, di legna, d'olio, di vesti ed altre cose occorrenti alla indigenza dei miserabili e privo di ogni umano aiuto spingevala egli solo a traverso dell'acque sconvolte e sdegnate e in mezzo all'imperversare dei venti e con continuato pericolo della sua salute e della sua vita portavasi qua e là per vari lontani quartieri della città, in cerca dei poveri più derelitti e ad essi faceva una generosa distribuzione dell'abbondante carico, salvandoli in tal maniera dall'imminente sciagura di dover mancare per freddo o per fame".

Per i poveri diventa povero egli stesso. Vende tutto quello che ha e non tiene per sé neppure quanto gli basta per poter campare. Si ritira a San Giorgio tra i benedettini che erano stati i suoi maestri di vita; veste vestiti poverissimi e vuol fare i servizi più umili quali coltivare l'orticello e portar l'acqua alla cucina del monastero, attingendola a fatica dal pozzo. Si accontenta di pochissimo cibo e spesso digiuna. L'esempio di virtù che egli dà ai suoi monaci è tale che, alla morte dell'abate Pasquale, lo vorrebbero come loro superiore, ma Pietro rinuncia ed anzi ottiene di vivere come eremita accanto al monastero dove con le sue mani costruisce una piccola capanna e tra digiuni e mortificazione passa gli ultimi anni della sua vita quaggiù.

Muore il 23 settembre 1187, data che egli aveva predetto per la sua morte, attorniato dai suoi confratelli. Fu sepolto nella chiesa di San Basilio (vulgo San Basegio) a Venezia dove gode di fama di santità per i miracoli compiuti per la sua intercessione e l'incorruzione del suo corpo, ritrovato tale nel 1250.

Il 23 aprile 1240 il vescovo di Venezia Nicolò Morosini lo fa riportare in chiesa (qualche tempo prima un pievano troppo zelante aveva fatto mettere il corpo nel cimitero accanto per impedire onori non autorizzati) e ne approva il culto. Un altare veniva eretto in suo onore e per un lascito antichissimo (un vecchio libro di conti registrava la somma lasciata per "che el Piovan faza la festa del Biado Piero Acotanto secondo la Santa e buona usanza facendo predicare quel santo dì"), se ne faceva recitare ogni anno il panegirico (alcuni sono conservati in antichi codici marciani).

Nel 1305 la salma fu trasferita in un'altra tomba del limitrofo cimitero e, nel 1340, veniva definitivamente traslata all'interno della chiesa, sopra l'altare del Crocifisso. Riconosciuto come taumaturgo, papa Clemente XIII lo ha dichiarato beato nel 1759.

Nel 1810, a seguito della soppressione napoleonica della chiesa di San Basiio, le sue reliquie furono traslate nella vicina chiesa di San Sebastiano e poi, nel 1821 nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (vulgo San Trovaso), ove si venerano tuttora.

Nel 1946 il prof. Piero Leonardi diede vita all'Opera benefica Beato Pietro Acotanto per l'assistenza agli sfrattati della Giudecca e delle Terese: circa 500 famiglie tra le più bisognose. Si attivò per la promozione umana,soprattutto dei giovani aprendo ricreatori, scuole, e refettori in cui i bambini dei quartieri assistiti venivano accolti e intrattenuti con giochi, canti, letture e distribuzione di viveri; nella zona di Santa Marta istituì corsi professionali e laboratori di falegnameria per insegnare un mestiere ai ragazzi abbandonati. L'Opera ha cessato le sue attività nel 1964.

Iconografia[modifica | modifica wikitesto]

Nelle chiese di Venezia:

Beato Pietro Acotanto sulla chiesa di San Rocco

Il beato Pietro Acotanto è dipinto nella serie dei Santi veneziani della Cappella San Mauro alla Madonna dell'Orto.

Nella sacrestia della Fava una statua lignea settecentesca rappresenta il Beato che tiene nella sinistra il sacchetto dell'elemosina,

Sulla facciata di San Rocco, a destra, nell'ordine superiore, vi è la statua scolpita da Giovanni Maria Morlaiter (1768-1769).

A San Luca un dipinto murale mostra il Beato in una barca intento a distribuire il pane ai poveri.

Nella chiesa di San Trovaso un ritratto di anonimo del secolo XVII riproduce i caratteri iconografici tradizionali e più comuni del Beato in abiti patrizi col sacchetto delle monete. Pure a San Trovaso, nel 1887, G. Fusaro scolpì il medaglione marmoreo col busto del Beato.

Nella chiesa di Santa Maria della Visitazione, detta della Pietà, una pala piazzettesca di F. Daggiù detto il Cappella lo raffigura con altri santi accanto alla Vergine.

A lui è dedicato anche il patronato della parrocchia di San Canciano.

Opere grafiche:

Un'incisione riportata da Flaminio Corner nelle Ecclesiae Venetae, mostra il Beato in abiti patrizi che tiene nella sinistra un sacchetto e nella destra una moneta.

Un'altra incisione del Settecento di Giovanni Pitteri e Pietro Novelli ripete i caratteri iconografici precedenti e aggiunge alcuni poveri che circondano il Beato.

Un'incisione del Rizzi e altre incisioni anonime sono premesse a vari opuscoli pubblicati nel Settecento.

Liturgia[modifica | modifica wikitesto]

La festa liturgica del patrizio veneziano beato Pietro Acotanto fu fissata secondo l'antica tradizione il 26 agosto (26 Augusti vij Kalendas Septembres In sancta Patriarchali Ecclesia Venetiarum, B. Petri Acotanto Confessoris, Venetiarum Patroni, cujus corpus in ecclesia Ss. Gervasii et Protasii, duplex majus ).

Flaminio Corner ne componeva l'ufficio e la messa propria. I benedettini invece lo festeggiano il 23 settembre.

Il beato Pietro Acotanto è compatrono della città di Venezia.

Dal 1759 il beato Pietro Acotanto è entrato nel culto ufficiale della Chiesa e nel Proprium veneziano. Nell'ultima revisione del Proprio della Chiesa patriarcale di Venezia (Venezia 1983) la commissione ha deciso di lasciare la ricorrenza del beato Acotanto come memoria facoltativa.

La messa propria è costituita da testi scritturali inneggianti alla carità.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sermo perbrevis ac simplex de moribus virtutibus et miracuis Sancti Petri Acotanti nobiis veneti, cod. Marc. Lat. IX, 79 (3051), cc. 82-87
  • ACOTANTO, Pietro - Treccani (XML), su treccani.it.
  • PIETRO BAROZZI, Vita del nobile e beato veneziano Pietro Acotanto e della beata padovana Eustochio
  • FLAMINIO CORNER, Ecclesiae venetae et torcellanae antiquis monumentis nunc etiam primum illustratae, vol I, Venezia, 1749, pp. 94–99.
  • FLAMINIO CORNER, Memorie spettanti alla vita del beato Pietro Acotanto patrizio veneto secolare, Venezia, 1759, pp. 11.
  • PIETRO PALA, Compendio della vita, morte e miracoli del beato Pietro Acotanto nobile veneto, Venezia, 1760, pp. 8.
  • FLAMINIO CORNER, Esercizio divoto di nove giorni in apparecchio alla festa del b. Pietro Acotanto, Venezia, 1761.
  • FLAMINIO CORNER, Breve ragguaglio della di lui vita premesso alla Festa del beato Pietro Acotanto, delle Regole per l'istituzione di una divota compagnia in onore del b. Pietro Acotanto, Venezia, 1763.
  • FLAMINIO CORNER, Acta pro approbatione cultus et pro concessione officii B. Petri Acotanti confessoris nobilis veneti ad S.S.P. et D. Clementem papam XIII edito nella Nuova raccolta di opuscoli scientifici e filologici a cura di A. Calogera, X, Venezia, 1763, pp. 1–51.
  • G. ZAPPERT, Vita beati Petri Acotanti, Vienna, 1839.
  • D. ZARPELLON - F. CHERUBIN - J. BERNARDI, Tre panegirici del beato Pietro Acotanto, recitati per il VII centenario della sua morte, Venezia, 1887.
  • A. M. ZIMMERMANN, Kalendarium Benedictinum, III, Vienna, 1937, pp. 93–94.
  • G. MUSOLINO - A. NIERO - S. TRAMONTIN, Santi e Beati veneziani. Quaranta profili, "Biblioteca Agiografica Veneziana 1", Venezia, Ed. Studium Cattolico Veneziano, Venezia,1963, pp. 137–144.
  • SILVIO TRAMONTIN, Beato Pietro Acotanto, in "La chiesa di Venezia nei secoli XI-XIII, Contributi alla storia della chiesa veneziana", Ed. Studium Cattolico Veneziano, Venezia, 1988, pp. 167–171
  • AA. VV., La chiesa di Venezia tra medioevo ed età moderna, Ed. Studium Cattolico Veneziano, Venezia, 1989, p. 34, n. 52
  • G. CAPUTO - A. PERISSA, Chiesa di San Trovaso: arte e devozione, Marsilio Ed., Venezia, 1994, pp. 47.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN304921899 · ISNI (EN0000 0004 1639 5342 · BAV 495/187172 · WorldCat Identities (ENviaf-304921899