Piazza Santo Spirito

Piazza Santo Spirito
Scorcio di piazza Santo Spirito con la chiesa
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàFirenze
QuartiereSanto Spirito
Informazioni generali
Tipopiazza
CostruzioneDuecento
Mappa
Map

Piazza Santo Spirito è una piazza del quartiere di Oltrarno a Firenze.

La piazza si formò nel Duecento, al pari di altre piazze antistanti ed importanti edifici religiosi, per accogliere le folle che assistevano alle orazioni degli agostiniani, titolari della basilica di Santo Spirito. Sede frequente di mercati e mercatini (uno quotidiano si svolge ogni mattina, mentre altri si svolgono nei fine settimana), è ricca di ristoranti e locali notturni, botteghe artigiane e studi di artisti.

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

La piazza prese il suo nome dalla basilica che fu dedicata a Santa Maria d'Ognissanti e al Santo Spirito, dopodiché venne chiamata semplicemente “Chiesa di Santo Spirito.”[1] Dopo la vittoria fiorentina contro i milanesi nel 1397 durante la seconda guerra milanese nella festa di sant'Agostino (28 agosto), la signoria decise di ristrutturare la chiesa in onore del santo, ponendola sotto il patronato della città.

Disposizione della piazza[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La piazza si trova sul lato sinistro del fiume Arno, nel centro del quartiere Oltrarno. Le origini della piazza risalgono alla metà del tredicesimo secolo. Proprio in quel periodo vi si stabilirono i frati Agostiniani, che costruirono la Chiesa di Santo Spirito. Dopodiché vi si formò la piazza stessa, raccogliendo i fedeli che si radunavano davanti la basilica. Dopo pochi decenni, il complesso conventuale agostiniano prese importanza e la piazza diventò sia un luogo d'incontro sia un centro di vita intellettuale, religiosa e politica. Ancora oggi la piazza si distingue per il suo carattere che conserva l'atmosfera e le tradizioni dell'antica città.[2]

Edifici storici[modifica | modifica wikitesto]

Basilica di Santo Spirito

Basilica di Santo Spirito e il Cenacolo[modifica | modifica wikitesto]

La piazza è dominata dalla basilica di Santo Spirito (dalla quale prende il nome), chiesa rinascimentale, ultimo capolavoro di Filippo Brunelleschi che qui, a solo due anni prima della morte, volle creare delle nuove sperimentazioni architettoniche, che solo in parte vennero attuate dai suoi successori alla guida dei cantieri. La chiesa è appartenuta per secoli all'ordine degli agostiniani. A sinistra della facciata si accede al piccolo museo della Fondazione Romano situato nel Cenacolo di Santo Spirito. Una parte dell'originario convento è ora parte del Distretto Militare di Firenze, all'angolo nord-ovest della piazza. L'importanza della chiesa crebbe rapidamente, e alla fine del Duecento il comune acquistò le case antistanti per abbatterle e creare una piazza che per molti anni fu la più grande della città.

Palazzo Dufour Berte[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Guadagni

Fra le numerose case quattrocentesche che circondano la piazza, spicca nell'angolo sud-est il palazzo Dufour Berte, fu costruito per conto di Raineri di Bernardo Dei su disegni si Simone del Pollajuolo negli ultimi anni del secolo XV. La famiglia Dei si estinse e donò il palazzo ai Buonomini di San Martino che lo vendettero alla famiglia Guadagni alla fine del XVII secolo, successivamente il palazzo passò per eredità ai marchesi Dufour Berte. Il palazzo presenta una loggia al piano superiore, una caratteristica allora innovativa che fu copiata da numerosi altri palazzi aristocratici della città. Le finestre hanno delle particolari cornici con chiavi di volta a goccia. Un tempo era decorato da graffiti bianchi su fondo nero al primo e al secondo piano, opera niente meno che di Andrea del Sarto. Al piano terra, nel 1914 è stata inaugurata la prima biblioteca comunale di Firenze, intitolata a Pietro Thouar, che è stata trasferita nel 2015 nel complesso delle Leopoldine in piazza Tasso.

Decorazione della piazza[modifica | modifica wikitesto]

Fontana di piazza Santo Spirito

Tabernacoli[modifica | modifica wikitesto]

All'angolo con via del Presto di San Martino è presente un piccolo tabernacolo barocco con una statuetta della Madonna in gesso incorniciata da volute, restaurato nel 1998. Ai piedi della statua è raffigurato lo stemma della famiglia Vettori-Capponi, un tempo proprietaria del palazzo sul quale si trova l'edicola sacra. Un secondo tabernacolo è posto all'angolo con via delle Caldaie, sul palazzo della famiglia Dati, e raffigura una Madonna col Bambino, copia di un'opera a Palazzo Pitti. Agli inizi del Novecento qui era posto un bassorilievo in stucco del XV secolo di soggetto analogo, che andò disperso e fu sostituito con l'immagine attuale nel 1909.

Vita sociale e culturale[modifica | modifica wikitesto]

Feste ed eventi[modifica | modifica wikitesto]

Piazza Santo Spirito, come le altre grandi piazze fiorentine antistanti le chiese degli ordini mendicanti (Piazza Santa Croce, Piazza Santa Maria Novella, ecc.), è stata fin dal Medioevo uno dei luoghi della città deputati allo svolgimento di feste, giochi e manifestazioni.

In particolare per il suo ruolo di centro della vita religiosa, economica e sociale del quartiere d'Oltrarno, la piazza, oltre ad ospitare manifestazioni a carattere cittadino, ha sempre ospitato anche feste legate al Quartiere. Tra queste la più importante era la festa di San Rocco, patrono dell'Oltrarno, che cadeva il 16 agosto e veniva festeggiata imbandendo la cena in piazza, per gli abitanti della zona e per i loro ospiti.

Tra le altre feste importanti vi è la festa di Santa Rita che si svolge sotto il patrocinio degli agostiniani. Annualmente vi si svolge anche Floralia[3], un evento di beneficenza nel Chiostro di Santo Spirito organizzato dagli “Amici di S. Spirito – Onlus.” Le parti integrali del programma dell’evento sono, per esempio, mostra-mercati, vari laboratori, conferenze o visite guidate della Basilica di Santo Spirito. L’associazione degli Amici di Santo spirito fu costruita nel 2007 con lo scopo principale di supportare il funzionamento e la possibilità di entrare liberalmente nella chiesa di Santo Spirito. Infatti, i fondatori si riferiscono al carattere specifico della piazza come vivace, autentico, con un misto di abitanti fiorentini, ma anche di turisti. In questo senso la piazza funziona come una piattaforma per lo sviluppo della vita sociale e culturale.[4]

Inoltre ogni anno l'11 di Novembre si tiene la fiera di San Martino. Essa è dedicata ai tessuti di lana e si estende anche nella vicina via Maggio.[5]

Mercatini[modifica | modifica wikitesto]

Una tradizione che si è conservata fino ai nostri giorni è invece quella della piazza come luogo di scambio e d'incontro; essa ospita infatti quotidianamente il mercatino rionale e con cadenza mensile mercati di artigianato e di antiquariato. Da trent'anni, ogni terza domenica del mese, si svolgono le Fierucoline, mercato di prodotti agricoli biologici a chilometro zero e di artigianato naturale tradizionale.[6]

Calcio storico fiorentino[modifica | modifica wikitesto]

Il calcio storico fiorentino, anche chiamato "calcio in livrea" o "calcio in costume", è uno sport fiorentino considerato come un antesignano del calcio; si gioca fra le squadre dei quattro quartieri storici della città di Firenze: Verdi di San Giovanni, Azzurri di Santa Croce, Rossi di Santa Maria Novella e Bianchi di Santo Spirito. Ogni giugno si svolgono tre partite tra i quattro quartieri, due semifinali e una finale, dove prima delle partite ogni squadra parte da un punto importante del proprio quartiere verso piazza Santa Croce per affrontare il proprio destino; tra le semifinali e la finale sono concessi almeno 10 giorni di riposo affinché i giocatori possano recuperare il più possibile.

Squadra dei Bianchi di Santo Spirito davanti alla sua tifoseria dopo una partita di calcio storico

Il quadrante sud-ovest della città è rappresentato dal quartiere di Santo Spirito, caratterizzato dal colore bianco, che prende il nome dalla sua basilica più importante, la basilica di Santo Spirito. La sua squadra ha come simbolo del gonfalone la colomba bianca che rappresenta la discesa dello Spirito Santo sulla terra.[7] Questa squadra usa anche come simbolo la basilica di Santo Spirito, perché prima di ogni partita si parte in carovana dalla piazza antistante la basilica insieme ai tifosi.

Il campo di allenamento si trova lontano dal quartiere di Santo Spirito, in Via Biagini 3/B, vicino al fiume Ema. Il campo è di proprietà comunale e gestito dall'Associazione di colore parte Bianca.[8]

Criminalità[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere in cui è collocata piazza Santo Spirito, tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, era considerato il rione “nero” di Firenze[9]. “Nero” in primo luogo per la delinquenza che aleggiava nel quartiere: assassinii, furti, ma anche liti e risse, testimonianze di una delinquenza endemica connessa alla situazione sociale del quartiere, conosciuto soprattutto per la sua povertà, per il suo disagio. “Nero" in secondo luogo perché era lo spazio privilegiato di una certa letteratura che ricalcava i “Misteri di Parigi” di Eugène Sue, impegnando molti scrittori fiorentini. “Nero” in terzo luogo perché estraneo ai movimenti socialisti e riformisti: il rosso delle bandiere socialiste, che copriva gran parte dei quartieri cittadini, si arrestava ai confini di San Frediano; lì i socialisti non erano riusciti, fino a quell’epoca, a impiantare le loro strutture organizzative. Sventolavano spesso e volentieri in San Frediano le bandiere nere dell’anarchismo. “Nero” infine perché le nude cifre della statistica non lasciavano dubbi. Ugo Giusti (1873-1953), all’epoca il capo dell’ufficio di statistica del comune di Firenze, in un'indagine dava delle cifre a dir poco impressionanti. Al 1901 su 6895 abitanti nel rione di San Frediano, ben 1030 erano ammoniti o sorvegliati dalla polizia (circa il 15%).

Il disagio e il degrado colpivano nel quartiere altresì le condizioni elementari di vita, a cominciare dall’alimentazione, anche quelle parti di popolazione, come i bambini, che erano più deboli e bisognosi di protezione. Questa situazione provocò un ritorno di attenzione nei confronti di San Frediano (XX secolo) non solo da parte di scrittori e giornalisti, ma anche da parte di studiosi, di enti e amministrazioni pubbliche a cominciare dal comune, che specialmente nel periodo dell’amministrazione popolare promosse una serie d’indagini statistiche che misero in luce come tutta una serie di indicatori fossero tali da dimostrare una situazione di disagio nel quartiere di Santo Spirito e nel suo cuore più oscuro, cioè a San Frediano.

Il quartiere di Santo Spirito, entro il quale era completamente compreso il rione di San Frediano, che ne costituiva la parte più popolare e disagiata, era nettamente sfavorito, rispetto alla media della città, da tutta una serie di indicatori, in particolare dai vari indicatori di mortalità e di sovraffollamento nelle abitazioni.

Progetti e fallimenti del "risanamento"[modifica | modifica wikitesto]

La campagna di denuncia del degrado della zona di Santo Spirito e Oltrarno doveva quindi portare a una serie di iniziative per correggere la situazione e realizzare anche un miglioramento non indifferente.

Col passare degli anni ci furono molte proteste e richieste che si tradussero in un'ipotesi di radicale risanamento. Si arrivò persino a prevedere la distruzione di larga parte del quartiere, costruendo strade più larghe rendendo il quartiere «arieggiato». Durante l’età giolittiana si costituì una «Unione fiorentina per il miglioramento e il risorgimento del quartiere d’Oltrarno» che premette sulle autorità e sull’opinione pubblica per ottenere almeno il risanamento delle zone più degradate.

Alla vigilia della Grande Guerra questi progetti trovarono una sintesi ad opera di Giovanni Bellincioni, il quale aveva titolo per parlarne in quanto copriva la carica di assessore ai lavori pubblici del Comune di Firenze. Bellincioni conduceva una analisi accurata e puntuale di tutte le forme di disagio e di degrado che si riscontravano in San Frediano, valendosi ampiamente dell’ottima opera di Ugo Giusti e dell’ufficio di statistica del Comune; ma poi ammetteva esplicitamente che lo scopo che si poneva l’amministrazione di cui faceva parte non era quello di risolvere il problema igienico di quella zona della città: si trattava non solo di risanare gli edifici, «ma anche e più che tutto renderli adatti a famiglie di condizione sociale più elevata». Si trattava di un progetto che si poneva un obiettivo sensibilmente innovativo.

Una operazione del genere avrebbe avuto senso solo se applicata integralmente; avrebbe trasformato l’Oltrarno in una zona residenziale moderna, elegante con strade larghissime e ampie piazze, collegata con un nuovo ponte al centro cittadino.

Negli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Gentrificazione e privatizzazione della piazza[modifica | modifica wikitesto]

Negli ultimi anni, in modo più evidente a partire dal diffondersi dell’epidemia di Covid-19, la piazza ha subìto numerose forme di gentrificazione e depauperizzazione del proprio valore di luogo pubblico; tuttavia, tale processo è soltanto andato aggravandosi rispetto a quanto già si osservava in anni precedenti come conseguenza della sempre maggiore tendenza dell’amministrazione comunale a favorire la turistificazione della città[10].

A luglio 2020 il comitato prefettizio per la sicurezza e l’ordine pubblico decide alcune misure volte a contrastare la cosiddetta “malamovida”: il numero di pattuglie delle forze dell’ordine viene aumentato (in orario notturno si contano 150 operatori), per agevolarne l’intervento viene potenziata l’illuminazione pubblica e vengono ridotte le ore di attività dei servizi nelle ore serali[11].

Nel contesto dell’emergenza pandemica, ad ottobre 2020 viene emessa dall’amministrazione un’ordinanza, firmata dal sindaco Dario Nardella, che fissa a 1000 il numero massimo di persone cui è permesso in contemporanea l’accesso alla piazza motivandola come volta a garantire l’applicazione delle misure di contenimento dei contagi[12].

A maggio 2021 ulteriori ordinanze vengono emesse dal sindaco di Firenze: inizialmente esse limitano la possibilità di stazionare e di consumare cibo e bevande sul sagrato della Basilica di Santo Spirito solo ad alcune fasce orarie consentite, lasciando autonomia solo per l’ingresso all’interno della chiesa o in presenza di iniziative del Comune o delle autorità religiose. Successivamente, il divieto viene esteso a tutte le ore del giorno[13]. In più, viene intensificata la presenza di telecamere per la videosorveglianza allo scopo di «potenziare il controllo»[2].

All’inizio di giugno 2021 il sagrato della Basilica viene delimitato da paletti e cordonato per impedire l’accesso, mentre rimane consentito sedersi sulle gradinate senza però consumare cibo e bevande. Nella adiacente Via de’ Coverelli vengono installati dissuasori per impedire la sosta.

Alcune interviste informali svolte da quotidiani locali hanno fatto emergere le opinioni di insoddisfazione dei residenti.

Il 18 giugno alcuni giovani occupano lo spazio del sagrato per protesta, rivendicando il diritto di fruirne liberamente (uno striscione esposto recita: «La piazza è di chi la vive. Non privatizzare») e organizzano una jam session; Sinistra Progetto Comune si oppone alle scelte dell’amministrazione, ritenendo che esse favoriscano la cittadinanza temporanea a sfavore di un ritorno stabile dei residenti in centro e criticando la nozione di decoro, spesso usata dall’amministrazione Nardella a giustificazione delle misure di regolamentazione degli spazi pubblici, definendolo come «(…) dispositivo di disciplinamento con cui criminalizzare i bisogni delle persone, continuando ad offrire alla cittadinanza un solo modello di consumo e di socialità, disciplinato tra scontrini che danno diritto a sedersi e divise pronte a ricordare che l’unica libertà riconosciuta è quella del profitto privato»[14]. La vice-sindaca della città Alessia Bettini, in relazione a quanto sostenuto dagli oppositori della cordonatura, dichiara che le misure di cui sopra sono volte a diffondere una «cultura del rispetto delle regole di convivenza civile»[15][16].

Tomaso Montanari identifica la cordonatura della piazza come un «osceno simbolo di chiusura» ed esprime preoccupazione sulla possibilità che questo generi atti di repressione, considerata la forza pubblica secondo lui necessaria per garantire il rispetto del limite imposto dalle ordinanze[17].

A marzo 2022 compare sulle gradinate della Basilica di Santo Spirito un’istallazione artistica raffigurante una colomba imprigionata e senza vita realizzata in cartapesta, in protesta alla crescente privatizzazione della piazza. Il nome dell’opera è Exspiro, e nel comunicato diffuso dall’artista si legge: «La colomba, simbolo del quartiere, metafora della morte di una piazza, giace morta perché il quartiere si sta indebolendo, la piazza è solo la carcassa anatomica della vita che fu: funzionalmente progettata per accogliere la cittadinanza, ora tramite la cordonatura la rifiuta. (…) La morte dello spirito del quartiere è simbolicamente rappresentata dalla morte della colomba, lo Spirito Santo, colomba che è anche piccione, perché la gioventù, per la quale il sagrato è un punto di riferimento in tutta Firenze, viene scacciata e ostracizzata, colpevole di portare una brutta malattia: la vita». Nello stesso periodo l’associazione culturale L’eco del nulla promuove una raccolta firme «per la revoca dell’ordinanza che impedisce la vita sociale nel centro storico di Firenze»[18].

Valore politico della piazza[modifica | modifica wikitesto]

La piazza è molto nota per alcune proteste che si sono svolte proprio al suo interno; una di esse è senza dubbio quella avvenuta nel giugno del 2021. Numerosi sono stati i partecipanti che si sono schierati contro la barriera di sicurezza installata dal Comune di Firenze intorno alla basilica; a far partire questa polemica furono in particolare giovani ragazzi, i quali erano scontenti del fatto che la basilica fosse "protetta" da cordoni e basamenti di calcestruzzo. Il corteo di protesta iniziò infatti con il rovesciamento dei basamenti seguendo poi con vari messaggi di dissenso: a spiccare di più fu uno striscione innalzato davanti alla basilica con su scritto "Grazie Nardella", un altro diceva "La piazza è di chi la vive. Non privatizzare". I cordoni, messi anche questi a protezione, vennero velocemente tagliati e, come riportato da alcuni giornalisti presenti sul posto "usati per fare il salto della fune tra due ragazze". Altrettanto numerosi sono stati i cori dei manifestanti "santo spirito libero"; a chiedere però delle misure di sicurezza furono proprio gli abitanti della piazza, che spesso lamentavano una movida molesta e un accumulo di rifiuti proprio sui gradoni del luogo della rivolta[19].

La piazza ha conosciuto anche altre forme di proteste e resistenze, come quella attuata da molti giovani durante la liberazione dai nazi-fascisti. Si trova infatti una targa, nel centro di comando militare all'interno della piazza, che ricorda i soldati che proprio da quel distretto, nel 1944, partirono per prendere parte alla liberazione italiana. Santo Spirito si è trovata al centro di numerose polemiche durante i festeggiamenti del 25 aprile 2021, in piena pandemia. Piazza Santo Spirito è un noto punto di ritrovo per la festa della Liberazione e durante la giornata si riempie non solo di persone, ma anche di bancarelle ricche di libri e musica; in più, spesso, avvengono vari interventi su un palco, che ripropongono un modello civile e sociale alternativo[20].

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere di Santo spirito era considerato il quartiere “nero” perché era lo spazio privilegiato di una letteratura che ricalcava “I misteri di Parigi” di Eugène Sue. Si tratta di un romanzo d’appendice pubblicato a puntate tra il 1842 e il 1843 su “Le journal des debats” (quotidiano francese stampato dal 1789 al 1944, anno della sua chiusura). I Misteri di Parigi è un esempio in cui vengono raccontate le condizioni sociali svantaggiate e inique dei bassifondi parigini in cui vivono masse popolari, di solito neglette e sconosciute. L’intento è di mettere in evidenza come la miseria, la povertà, il disagio tendano a generare azioni malavitose. Dato l’enorme successo del romanzo molti scrittori presero spunto da Eugène Sue e pubblicarono romanzi simili. È il caso di Carlo Collodi che scrisse “I Misteri di Firenze” nel 1857, anno in cui il giornalista era già molto conosciuto. Era un romanzo adatto al consumo di massa del popolo di quel tempo perché «il romanzo d’appendice sostituisce il fantasticare dell’uomo, è un vero sognare ad occhi aperti». In particolare in Italia la Toscana rappresentò un terreno molto fertile per questo campo, essendo una terra ‘pacifica’ rispetto al resto d’Italia, una terra in cui la censura agiva molto di meno rispetto agli altri stati italiani[21].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Romeo, Cristina, Alla scoperta di Piazza Santo Spirito nell'Oltrarno fiorentino, su visitflorence.com.
  2. ^ a b Movida: al via il piano per proteggere il sagrato di Santo Spirito, su FirenzeToday. URL consultato l'11 novembre 2022.
  3. ^ Floralia, su amicisantospirito.it. URL consultato il 15 novembre 2022.
  4. ^ Amici Santo Spirito, Presentazione, su amicisantospirito.it, 2020.
  5. ^ La Fiera di San Martino e la leggenda del suo mantello, su portaleragazzi.it, 7 novembre 2011.
  6. ^ Fierucola associazione, su lafierucola.org, 2016.
  7. ^ AlessandroProsperi, Bianchi di Santo Spirito, su Firenze Bottegaia, 7 luglio 2022. URL consultato il 13 novembre 2022.
  8. ^ Campo di allenamento calcianti Bianchi | Sport, su sport.comune.fi.it. URL consultato il 13 novembre 2022.
  9. ^ Anna Pellegrino, Firenze noir. Criminalità e marginalità a Firenze tra Otto e Novecento, in Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, N° 21, 1, 1º marzo 2015, DOI:10.4000/diacronie.1845. URL consultato il 14 novembre 2022.
  10. ^ Antonio Laurìa, Piccoli spazi urbani : valorizzazione degli spazi residuali in contesti storici e qualità sociale, Prima edizione italiana, novembre 2017, ISBN 978-88-207-6745-7, OCLC 1035141112. URL consultato l'11 novembre 2022.
  11. ^ Malamovida, le contromosse di Nardella: più poliziotti, lampioni e wc chimici in Oltrarno, su FirenzeToday. URL consultato l'11 novembre 2022.
  12. ^ Santo Spirito alla prova del fuoco: massimo 1.000 persone, transenne per chiudere la piazza, su FirenzeToday. URL consultato l'11 novembre 2022.
  13. ^ Movida in Santo Spirito, l'ordinanza del sindaco: "Sul sagrato proibito sostare, mangiare e bere", su FirenzeToday. URL consultato l'11 novembre 2022.
  14. ^ Santo Spirito: "rivolta" contro i blocchi sul sagrato della basilica / VIDEO - FOTO, su FirenzeToday. URL consultato l'11 novembre 2022.
  15. ^ Protesta contro limitazioni e cordone in Santo Spirito: balli e musica sul sagrato / VIDEO, su FirenzeToday. URL consultato l'11 novembre 2022.
  16. ^ Firenze, Santo Spirito: la protesta sul sagrato contro la cordonatura, su www.055firenze.it, 11 novembre 2022. URL consultato l'11 novembre 2022.
  17. ^ Santo Spirito, Montanari: “Simbolo osceno di chiusura, mescolanza di stupidità e perdita di senso della città” / VIDEO, su FirenzeToday. URL consultato l'11 novembre 2022.
  18. ^ “EXspiro”, una colomba per Santo Spirito luogo pubblico e aperto, su FUL magazine, 21 marzo 2022. URL consultato l'11 novembre 2022.
  19. ^ Protesta contro limitazioni e cordone in Santo Spirito: balli e musica sul sagrato / VIDEO, su FirenzeToday. URL consultato il 14 novembre 2022.
  20. ^ Stefania Valbonesi, 25 Aprile, Santo Spirito piena, libri, musica e interventi nel cuore dell'Oltrarno, su StampToscana, 25 aprile 2022. URL consultato il 14 novembre 2022.
  21. ^ Pina Paone, Collodi, Edizione Nazionale delle Opere di Carlo Lorenzini, in ENTHYMEMA, n. 2, 21 dicembre 2010, pp. 402–413, DOI:10.13130/2037-2426/763. URL consultato il 14 novembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze: storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, Roma, Newton Compton Editori, 2003, ISBN 88-8289-891-1.
  • Luciano Artusi, Tante le acque che scorrevano a Firenze: itinerario tra i giochi d'acqua delle decorative fontane fiorentine, Firenze, Semper, 2005, ISBN 88-88062-24-6.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Piazza S. Spirito, su comune.firenze.it. URL consultato il 19 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2007). Sito del Comune di Firenze dal quale è stata tratta una parte del testo gentilmente concessa in licenza GDFL
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