Philippe de Vitry

Philippe de Vitry (Parigi, 31 ottobre 12919 giugno 1361) è stato un compositore, teorico musicale e poeta francese.

Egli fu il teorizzatore dell'Ars nova oltre che un innovativo e influente compositore.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ars Nova Musicae, di Philippe de Vitry

Nacque a Parigi e le notizie sui primi anni della sua vita sono inesistenti. Poiché spesso il suo nome è preceduto dall'appellativo di Magister, si pensa abbia studiato all'Università di Parigi. Più tardi fu alle corti di Carlo IV, Filippo VI e Giovanni II nella veste di segretario del re. A seguito dei buoni uffici messi in atto per l'alleanza con i Borboni, ottenne diversi benefici sui territori di Clermont, Beauvais e Parigi. Per alcuni anni fu anche alla corte papale di Avignone al servizio di Papa Clemente VI. Fu anche diplomatico e soldato. Nel 1351 divenne vescovo di Meaux, a est di Parigi. Frequentando i più importanti circoli religiosi, artistici e politici, egli venne a contatto con i più grandi dell'epoca quali Petrarca ed il famoso matematico, filosofo e teorico musicale Nicole Oresme. Dopo una vita piena di onori e benemerenze, de Vitry morì a Parigi all'età di 70 anni.

Vitry è famoso nella storia della musica per aver scritto l'Ars Nova Musicae, trattato del 1322 sulla musica che darà il nome ad una intera era musicale; quella appunto dell'Ars nova. Mentre la sua autorevolezza e l'importanza del suo trattato sono stati recentemente messi in discussione, molti suoi lavori gli sono sopravvissuti e dimostrano l'innovazione da lui apportata nella notazione, particolarmente mensurale e ritmica, di cui egli fu accreditato per oltre un secolo. Queste innovazioni così come esemplificate nel mottetto Roman de Fauvel, furono importanti e resero possibile le complesse composizioni che vennero scritte nei successivi cento anni. Tutto il sistema moderno di ritmi e notazioni deriva dall'Ars Nova.

Si ritiene che Vitry abbia scritto chanson e mottetti ma soltanto alcuni mottetti sono pervenuti ai nostri giorni. Egli è ampiamente considerato il più grande musicista di quel periodo ed anche il Petrarca scrisse un entusiastico tributo a lui in una lettera, in cui lo definì un grande filosofo dell'epoca[1][2] e il solo poeta in Francia.[3][4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (LA) Francesco Petrarca, Epystole familiares, Roma, Biblioteca Italiana, 2004, Liber IX, 13. URL consultato il 7 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2015).
    «tantus etatis nostre philosophus»
  2. ^ Lettere di Francesco Petrarca, traduzione di Giuseppe Fracassetti, vol. 2, Firenze, Felice Le Monnier, 1864, p. 418. URL consultato il 7 maggio 2019.
  3. ^ Gilda Mantovani, Petrarca e il suo tempo, Milano, Skira, 2006, p. 221, ISBN 9788884918796.
  4. ^ Philippe de Vitry, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 7 maggio 2019.
    «Poëta nunc unicus Galliarum»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Margaret Bent and Andrew Wathey, "Philippe de Vitry," Grove Music Online, Laura Macy, ed., accessed 18 December 2005 <http://www.grovemusic.com Archiviato il 16 maggio 2008 in Internet Archive.>.
  • Richard H. Hoppin, Medieval Music. New York, W.W. Norton & Co., 1978. ISBN 0-393-09090-6
  • Daniel Leach-Wilkinson, "The Emergence of Ars Nova," The Journal of Musicology 13 (1995): 285-317.
  • Ernest H. Sanders, "Philippe de Vitry", in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, ed. Stanley Sadie. 20 vol. London, Macmillan Publishers Ltd., 1980. ISBN 1-56159-174-2
  • Andrew Wathey, "The Motets of Philippe de Vitry and the Fourteenth-Century Renaissance," Early Music History 12 (1993): 119-150.

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