Pasquale Condello

«Bernardo Provenzano in confronto era un dilettante.»

Pasquale Condello da giovane.

Pasquale Condello, detto 'U Supremu (Reggio Calabria, 24 settembre 1950), è un mafioso italiano appartenente all'organizzazione denominata 'ndrangheta.

'U Supremu, chiamato così anche dai suoi rivali per il carisma criminale che esercita nell'organizzazione malavitosa, a causa dell'infallibilità delle sue sentenze, che all'interno della 'ndrangheta erano considerate legge, o anche "primula rossa", è il capobastone dell'omonima famiglia, latitante dal 1990 al 18 febbraio 2008, considerato uno dei numero uno della 'ndrangheta, capo indiscusso dopo l'arresto di Giuseppe Morabito.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

«Non sono Provenzano, sono io[2]»

La sua carriera criminale inizia col matrimonio di Pasquale, che scelse come compari Paolo "don Paolino" De Stefano e Giovanni Fontana. De Stefano, caduto in un agguato, eclatante risposta all'autobomba contro Nino Imerti, vide però Condello allearsi con gli Imerti, i Rosmini, i Fontana e i Saraceno, sciogliendo così il loro legame. L'accordo con gli Imerti venne sancito dal matrimonio di Antonio Imerti con una cugina di Condello.

Il luogo dell'arresto[3].

Iniziò così una delle prime due guerre di mafia che vedeva i due schieramenti contrapposti. Alla morte di Paolo De Stefano viene quindi collegata l'ascesa del capo dei "condelliani"[4]. Condello è ritenuto il mandante dell'assassinio di Lodovico Ligato, ex presidente delle Ferrovie dello Stato, morto in un agguato la notte del 27 agosto 1989.[4]

Dopo l'arresto di Giuseppe Morabito detto 'U Tiradrittu viene considerato capo indiscusso della 'ndrangheta. I suoi affari spaziavano dalle tangenti alle estorsioni, dagli appalti al controllo di numerose attività economiche anche fuori dalla Calabria e all'estero. Inseguito da vari provvedimenti restrittivi e condanne all'ergastolo, Pasquale Condello è stato latitante dal 28 novembre 1990, finché non è stato arrestato la sera del 18 febbraio 2008 in un casolare a Pellaro, in un blitz in cui sono intervenuti circa 100 carabinieri del ROS e dei cacciatori del Gruppo Operativo Calabria[5].

Condello è stato condannato a 4 ergastoli e 22 anni di reclusione, e dal 1993 era ricercato in campo internazionale. L'operazione ha avuto luogo intorno alle ore 20.00 a Occhio di Pellaro, ed ha portato al fermo di Condello, del genero Giovanni Barillà e del nipote Giandomenico Condello, oltre ad un'altra persona[6][7][8]. Detenuto in un primo momento nel carcere di Spoleto[2], è stato in seguito trasferito nella casa circondariale dell'Aquila.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 'Ndrangheta, il superboss Condello in carcere fuori dalla 'sua' Calabria, in repubblica.it, 19 febbraio 2008. URL consultato il 20 febbraio 2008.
  2. ^ a b Cattura Boss Condello: le indagini, in nuovacosenza.com, 23 febbraio 2008. URL consultato il 25 febbraio 2008.
  3. ^ ‘Ndrangheta: arrestato Pasquale Condello | MELITO online Archiviato il 22 luglio 2011 in Internet Archive.
  4. ^ a b Condello, leader pacato e spietato Boss con una lunga scia di sangue, in repubblica.it, 19 febbraio 2008. URL consultato il 20 febbraio 2008.
  5. ^ 'ndrangheta, arrestato il boss Condello, in corriere.it, 18 febbraio 2008. URL consultato il 19 febbraio 2008.
  6. ^ Ndrangheta, arrestato Condello, il "Provenzano" della Calabria, in repubblica.it, 19 febbraio 2008. URL consultato il 20 febbraio 2008.
  7. ^ Arrestato il superboss della 'Ndrangheta Pasquale Condello, in pupia.tv, 19 febbraio 2008. URL consultato il 19 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2008).
  8. ^ Arrestato il boss Condello, in nuovacosenza.com, 19 febbraio 2008. URL consultato il 20 febbraio 2008.

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