Parco naturale lombardo della Valle del Ticino

Parco naturale lombardo della Valle del Ticino
Tipo di areaParco regionale
Codice WDPA390487
Codice EUAPEUAP0195
Class. internaz.SIC
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Lombardia
Province  Milano
  Pavia
  Varese
Superficie a terra918[1] km²
Provvedimenti istitutiviL.R. 31, 12.12.02[2]
GestoreConsorzio tra Comuni e le Province di Milano, Pavia e Varese
PresidenteCristina Chiappa
Mappa di localizzazione
Map
Sito istituzionale

Il parco naturale lombardo della Valle del Ticino è un'area naturale protetta istituita il 9 gennaio 1974. È stato il primo parco regionale italiano ad essere istituito[3] nonché il primo parco fluviale europeo[4]. È situato lungo le rive del fiume Ticino, interamente in Lombardia, e interessa le province di Milano, formando una cintura verde intorno alla città, Pavia e Varese, in un'area di 91.410 ettari compresa tra il Lago Maggiore ed il Po. La sede istituzionale e degli uffici tecnici ed amministrativi dell'ente che gestisce il parco si trova a Magenta, in località Ponte Vecchio.

Il parco confina con il parco naturale della Valle del Ticino, in Piemonte, creato nel 1978.

Comuni[modifica | modifica wikitesto]

I comuni appartenenti al parco naturale lombardo della Valle del Ticino sono:

Provincia di Varese[modifica | modifica wikitesto]

Arsago Seprio, Besnate, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Gallarate, Golasecca, Lonate Pozzolo, Samarate, Sesto Calende, Somma Lombardo, Vergiate, Vizzola Ticino.

Città metropolitana di Milano[modifica | modifica wikitesto]

Abbiategrasso, Bernate Ticino, Besate, Boffalora sopra Ticino, Buscate, Cassinetta di Lugagnano, Castano Primo, Cuggiono, Magenta, Morimondo, Motta Visconti, Nosate, Ozzero, Robecchetto con Induno, Robecco sul Naviglio, Turbigo, Vanzaghello.

Provincia di Pavia[modifica | modifica wikitesto]

Bereguardo, Borgo San Siro, Carbonara al Ticino, Cassolnovo, Gambolò, Garlasco, Gropello Cairoli, Linarolo, Mezzanino, Pavia, San Martino Siccomario, Torre d'Isola, Travacò Siccomario, Valle Salimbene, Vigevano, Villanova d'Ardenghi, Zerbolò.

Flora[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte del territorio è occupata da boschi ricchi di latifoglie. Un censimento aereo compiuto tra il 2003 e il 2004[5] ha individuato zone con caratteristiche diverse:

  1. a nord della Malpensa (Somma Lombardo), dove sono presenti colline moreniche, si trovano la quercia, il castagno e le conifere;
  2. al centro nord (Magenta, sud della Malpensa) prevalgono la robinia, la quercia e il ciliegio tardivo;
  3. al centro (Abbiategrasso), la quercia e il carpino, il pioppo e la robinia;
  4. al centro sud (Vigevano), i pioppi, la robinia e il salice;
  5. al sud (Pavia) la maggiore disponibilità di acqua favorisce le specie igrofile: pioppo, ontano e salice, rispetto a quercia e robinia.

Le robinie, insieme alla quercia rossa e al prugnolo tardivo, sono considerate esotiche infestanti.

Nel sottobosco si trovano il nocciolo, il biancospino, il caprifoglio.

Tra le fioriture erbacee che si sviluppano all'interno dei boschi e lungo il fiume è possibile annoverare: il campanellino di primavera, l'euforbia, la bugola di Ginevra, la ginestra, la celidonia, l'alliaria, il lampascione, l'enotera.

Fauna[modifica | modifica wikitesto]

Mammiferi[modifica | modifica wikitesto]

Tra i mammiferi si possono osservare volpi, donnole, tassi, puzzole e faine. Nello scorso decennio è comparsa la martora, probabilmente in seguito a processi di dispersione dall'arco alpino. A seguito di reintroduzioni effettuate dall'ente parco, sono ricomparsi i caprioli; altri ungulati, i cinghiali, sono invece presenti a causa di una fuga avvenuta anni fa da un allevamento. Nei boschi sono piuttosto diffusi anche lo scoiattolo e il ghiro.

Tra le specie non molto comuni vi sono anche il coniglio selvatico e la lepre, mentre è diffusa la specie esotica del silvilago o minilepre. Nel 2010 è stata localizzata a Bereguardo un'importante "nursery" di circa 2.000 individui di Myotis emarginatus, un pipistrello il cui status di conservazione in Europa è problematico.

A partire dai primi anni '90 è stato messo in atto un progetto di reintroduzione della lontra, utilizzando esemplari provenienti dall'Inghilterra. Questi erano ritenuti lontre europee (Lutra lutra), ma all'analisi genetica si sono rivelate, in realtà, incroci eurocanadesi. Il progetto di ripopolamento è stato quindi sospeso, ma le lontre continuano comunque a riprodursi nelle lanche del fiume. Da segnalare la comparsa dell'istrice nella parte sud del Parco. Da qualche tempo è ricomparso anche il lupo, avvistato più volte nel territorio del parco grazie al supporto di fototrappole[6], presenza che, negli ultimi anni, si è fatta sempre più presente anche perché i lupi, come altre specie animali, stanno utilizzando il parco come corridio ecologico per raggiungere, partendo dall'Appennino settentrionale, le Alpi[7].

Uccelli[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio del Parco vi sono 246 specie diverse di uccelli. Tra questi i più numerosi sono gli uccelli acquatici, come la garzetta, l'airone rosso e l'airone cenerino, la sgarza ciuffetto e la nitticora.

Altre specie che frequentano gli specchi d'acqua sono il martin pescatore, il gruccione, la gallinella d'acqua, lo svasso e la folaga. Nelle aree boschive numerose sono le cince, i picchi, compreso il picchio rosso minore, presente solo in pochi siti sul territorio lombardo. Abbondanti anche lo scricciolo, il merlo, il pettirosso, insieme a ghiandaia, cuculo, fringuello, usignolo, storno.

Vi sono anche numerosi predatori, diurni e notturni, come il lodolaio, la poiana, lo sparviero, il gheppio, il falco pellegrino e il falco pescatore[senza fonte].

Pesci[modifica | modifica wikitesto]

Il Ticino è popolato da circa quaranta specie ittiche. Nelle acque del fiume sono presenti le seguenti specie autoctone: alborella, anguilla, barbo canino, barbo comune, bottatrice, carpa, cavedano, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano, gobione, lampreda padana, lasca, luccio, panzarolo, persico reale, pigo, sanguinerola, savetta, scardola, scazzone, spinarello, storione cobice, temolo, tinca, triotto, trota marmorata, vairone.

Da qualche decennio sono aumentate anche le specie alloctone: abramide, aspio, barbo europeo, carassio, cobite di stagno orientale, gambusia, lucioperca, persico sole, persico trota, pseudorasbora, rodeo, rutilo, siluro, trota fario, trota iridea.

Luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Oltre a riserve e oasi naturalistiche, tra le architetture presenti all'interno del parco vi sono numerosi esempi di castelli e torri di avvistamento, insieme agli edifici di origine monastica, che costituiscono l'ossatura della presenza religiosa nell'area del Ticino.

Oasi e riserve gestite[modifica | modifica wikitesto]

Il visitatore può passeggiare lungo i sentieri nei boschi del parco, ma trova anche strutture e riserve gestite da associazioni che si occupano di tutelare l'ambiente e la fauna ospitata, tra cui la Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU). Tra le strutture vi sono:

Ponti e sbarramenti[modifica | modifica wikitesto]

Il Ticino viene attraversato da numerosi ponti e il suo flusso modificato da sbarramenti che raccontano il rapporto tra fiume e attività dell'uomo.

Tra i più interessanti:

Castelli e fortezze[modifica | modifica wikitesto]

Il castello Visconteo di Pavia

Fra i molti castelli presenti nel territorio del Parco, spiccano tra tutti quelli di Vigevano, Somma Lombardo, Pavia (sede della corte viscontea di Galeazzo II, Gian Galeazzo e, fino al 1413, di Filippo Maria) e di Mirabello; di alcuni si salvano solo pochi resti, è il caso di Vergiate, Besate e Ozzero; altri sono stati talmente rimaneggiati nel corso dei secoli da essere quasi irriconoscibili rispetto alla destinazione originale.

Villa Clerici a Castelletto di Cuggiono

Le abbazie[modifica | modifica wikitesto]

Le abbazie di Bernate Ticino e Morimondo sono senza dubbio le più prestigiose. Le origini della canonica di Bernate Ticino risalgono al 1186, con la bolla di papa Urbano III che autorizzava l'insediamento degli agostiniani milanesi al Castrum Brinate, il cui territorio venne direttamente legato alla sede apostolica. La commenda rimase per circa tre secoli ai canonici di Crescenzago, fino a che venne ceduta, da papa Alessandro IV, ad Antonio Stanga i cui eredi la restituirono, nel 1511, alla Congregazione Lateranense. Dopo non importanti vicende la canonica venne soppressa nel 1722, tornando sotto la giurisdizione ordinaria.

L'abbazia di Morimondo invece, fu fondata dai monaci cistercensi, provenienti dalla cittadina francese di Morimond. Particolarmente importante l'opera di bonifica del territorio circostante, operata dai monaci, che insediarono nuove tecniche agricole in un'area bonificata dalle paludi. Attualmente il complesso comprende una chiesa a forma basilicale, a tre navate e con transetto e abside rettangolare, il chiostro, la sala capitolare e una serie di costruzioni, tra le quali l'alloggio dell'abate. L'intero complesso, in gotico borgognone francese con elementi di romanico lombardo, è costruito con mattoni a vista.

Le chiese urbane[modifica | modifica wikitesto]

Pavia, la basilica di San Michele Maggiore

Le principali chiese sono nei più popolosi centri del parco: Abbiategrasso, Pavia, Gallarate e Vigevano. Ad Abbiategrasso citiamo la chiesa di Santa Maria Nuova edificata per volere di Galeazzo Maria e dedicata a Maria Nascente per celebrare la nascita del figlio Gian Galeazzo Maria. Alla struttura originaria suddivisa in tre navate coperte da capriate, Bramante, secondo alcuni storici, intorno al 1497, aggiunse un pregevole pronao. Di Pavia, una delle città d'arte più importanti d'Italia, citiamo fra le numerose chiese e basiliche quelle del periodo longobardo, carolingio e ottoniano, quando la città fu capitale del regno longobardo prima e d'Italia poi[9]: la chiesa di San Salvatore[9], per fare un solo esempio, che risale al 643, e fu mausoleo di diversi re longobardi, come Ariperto I, Cuniperto o Ariperto II, e conserva cicli pittorici rinascimentali realizzati da Bernardino Lanzani. Ma soprattutto per il periodo carolingio, dopo la conquista del regno Longobardo da parte di Carlo Magno, le numerose basiliche di grande valore architettonico che vennero edificate, prima fra tutte quella di San Pietro in ciel d'Oro[9] (sorta nell'VIII secolo), dove si trovano le tombe di re Liutprando, Severino Boezio e l'arca di Sant'Agostino, con il relativo monastero, e quella romanica di San Michele (probabilmente fondate da re Grimoaldo) dove vennero incoronati diversi re d'Italia, tra cui Federico Barbarossa nel 1155, o la gotica chiesa di Santa Maria del Carmine, fatta realizzare da Gian Galeazzo, quella di San Francesco, dove riposa la sua prima moglie: Isabella di Valois, senza dimenticare la rinascimentale chiesa di Santa Maria di Canepanova, opera forse di Giovanni Antonio Amadeo o, addirittura, di Donato Bramante.

Per quanto riguarda Vigevano, altra rinomata città d'arte, non possiamo non citare il Duomo, la cui costruzione prese il via nel 1532 per volere del duca Francesco II Sforza, su una chiesa anteriore al Mille, fu completato solo nel 1612. La originale facciata concava in stile barocco, fu fatta erigere nel 1680 dal vescovo architetto Juan Caramuel a chiusura della rinascimentale piazza Ducale. Sempre a Vigevano ricordiamo le chiese di San Pietro Martire, tra i più rilevanti esempi di gotico lombardo, e di San Francesco. Infine a Gallarate, divenuta capoluogo amministrativo del Contado di Seprio Inferiore nel 1287, il suo unico importante monumento religioso è la chiesa di San Pietro, costruita a partire dal 1150 e molto rimaneggiata nei secoli successivi.

I Santuari[modifica | modifica wikitesto]

Santuario della Madonna della Bozzola a Garlasco

Due i santuari nel territorio: la Madonna delle Grazie alla frazione Bozzole di Garlasco e la Madonna della Ghianda di Somma Lombardo, entrambi costruiti su luoghi di apparizioni o per documentare eventi miracolosi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ IL PARCO IN CIFRE, su ente.parcoticino.it. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  2. ^ Fonte: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Elenco ufficiale delle aree protette (EUAP) Archiviato il 4 giugno 2015 in Wikiwix. 5º Aggiornamento approvato con Delibera della Conferenza Stato Regioni del 24 luglio 2003 e pubblicato nel Supplemento ordinario n. 144 alla Gazzetta Ufficiale n. 205 del 4 settembre 2003.
  3. ^ Parco del Ticino Archiviato il 6 giugno 2010 in Internet Archive.
  4. ^ Sito ufficiale del Parco Lombardo del Ticino, su parcoticino.it. URL consultato il 1º agosto 2012.
  5. ^ Mappatura delle specie arboree del Parco del Ticino
  6. ^ Un lupo salvato dalle acque dei Navigli di Milano. WWF Lombardia "La natura in città è possibile" - Montagna.TV
  7. ^ Parco del Ticino, accertata la presenza di un lupo, su ente.parcoticino.it.
  8. ^ a b c I Parchi di Pavia, su Comune di Pavia. URL consultato il 13 aprile 2021.
  9. ^ a b c Pavia città regia, su Pavia e i monasteri imperiali. URL consultato il 19 aprile 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Parco del Ticino - Natura in primo piano, Luigi Meroni, Sergio Luzzini, Pubblinova Edizioni Negri, 1993, ISBN 88-86227-04-3

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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