Palazzo Spada

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Palazzo Spada
Consiglio di Stato italiano
Vista da Piazza Capo di Ferro
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
IndirizzoPiazza Capo di Ferro, 13
Coordinate41°53′38.5″N 12°28′18.5″E / 41.894028°N 12.471806°E41.894028; 12.471806
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Inaugurazione1540
Stilebarocco
UsoSede del Consiglio di Stato
Galleria Spada
Realizzazione
ArchitettoBartolomeo Baronino
Francesco Borromini
ProprietarioStato italiano

Palazzo Spada, già Palazzo Capodiferro, è l'edificio storico di Roma nel quale hanno sede il Consiglio di Stato e la Galleria Spada. Si trova in Piazza Capo di Ferro, una piccola piazzetta del Rione Regola, lungo il percorso che da piazza Farnese conduce a via Arenula.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La galleria prospettica del Borromini
Il giardino verso via Giulia nel 2007

Fu costruito nel 1540 per il cardinale Girolamo Recanati Capodiferro (1501–1559) su terreni e case della famiglia Capodiferro[1] cui apparteneva la madre, nel rione Regola. L'architetto fu Bartolomeo Baronino da Casale Monferrato, mentre una squadra di lavoro coordinata da Giulio Mazzoni creò i sontuosi stucchi sia dell'interno sia degli esterni. Il palazzo fu comprato nel 1632 dal cardinale Bernardino Spada, il quale incaricò Francesco Borromini di modificarlo secondo i nuovi gusti dell'epoca, propendenti per lo stile barocco.

Borromini creò, tra l'altro, il capolavoro di trompe-l'œil della falsa prospettiva nell'androne dell'accesso al cortile, in cui la sequenza di colonne di altezza decrescente e il pavimento che si alza generano l'illusione ottica di una galleria lunga 37 metri (mentre è di 8); in fondo alla galleria, in un giardino illuminato dal sole, si trova una scultura che sembra a grandezza naturale, mentre in realtà è alta solo 60 centimetri.[2] [3]

Per creare la sua falsa prospettiva, Borromini fu aiutato dal matematico padre Giovanni Maria da Bitonto.

Le decorazioni scultoree in stucco manieristiche della facciata del palazzo, ispirate a quelle di Palazzo Branconio dell'Aquila[4], e del cortile, con sculture all'interno di nicchie incorniciate da ghirlande di fiori e frutta, grottesche e scene di significato simbolico in bassorilievo fra le piccole finestre del mezzanino, ne fanno la più ricca facciata del Cinquecento romano. Le statue del primo piano rappresentano Traiano, Pompeo, Fabio Massimo, Romolo, Numa Pompilio, Marco Claudio Marcello, Giulio Cesare e Augusto. Le loro imprese sono narrate in otto grandi riquadri che si alternano alle finestre dell'ultimo piano.

Nel cortile sono collocate le statue di Ercole, Marte, Venere, Ebe, Giunone, Giove, Proserpina, Minerva, Mercurio, Anfitrite, Nettuno e Plutone.

Sala di Pompeo[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo ospita, al primo piano, un pezzo in argento in un salone attiguo alla sala delle Quattro stagioni, anche una colossale scultura di Pompeo Magno, ritenuta essere quella ai cui piedi cadde Giulio Cesare.

Fu trovata sotto le mura di confine di due case romane nel 1552 nel vicolo dei Leutari (vicino alla Cancelleria): doveva essere decapitata per soddisfare le pretese di entrambe le famiglie, ma il cardinale Capodiferro, chiamato a dirimere la questione, intercedette a favore della scultura presso papa Giulio III, che la comprò, donandola poi al cardinale Capodiferro.

Uso attuale[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Spada è stato acquistato, con tutti gli arredi e la galleria, dallo Stato Italiano nel 1927 dagli eredi Spada Veralli e attualmente ospita il Consiglio di Stato.

Nei primi mesi del 2014 a causa dei lavori per la creazione di alcuni locali sotterranei, fra cui un parcheggio, sono state smontate le fontane seicentesche ed è stato rimosso il manto erboso che ricopriva il giardino retrostante il palazzo, il tutto verrà ripristinato al termine dei lavori di costruzione dei locali sotterranei.

La Galleria Spada[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Galleria Spada.

La collezione del cardinale Spada, la Galleria Spada, espone in quattro sale pitture del XVI e XVII secolo di Andrea del Sarto, Guido Reni, Tiziano, Jan Brueghel il Vecchio, Guercino, Rubens, Hans Dürer, Caravaggio, Domenichino, Annibale Carracci, Salvator Rosa, Parmigianino, Francesco Solimena e Artemisia Gentileschi. I quadri sono esposti secondo il gusto del XVII secolo, cornice contro cornice, con i quadri più piccoli in alto, sopra quelli più grandi.

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1990 è stata emessa una moneta commemorativa da 200 lire rappresentate palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato. Nel 2011 le Poste italiane hanno dedicato alla galleria prospettica di Palazzo Spada un francobollo da 0,60 per celebrare l'ottantesimo anniversario del Consiglio di Stato.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ John Hunter, The architectus celeberrimus of the palazzo Capodiferro at Rome, 1942.
  2. ^ Palazzo Spada, su inforoma.org. URL consultato il 18 aprile 2019.
  3. ^ Fabrizio Falconi, Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma, Newton Compton Editori, 2003, p. PT59.
  4. ^ P. Murray, L'architettura del Rinascimento italiano, Bari 2007, pp. 164-165.
  5. ^ In francobollo: 'Galleria prospettica', Palazzo Spada a Roma, su ansa.it. URL consultato il 23 novembre 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Jack Wasserman, Palazzo Spada in The Art Bulletin, Vol. 43, No. 1 (Mar., 1961), pp. 58-63 (8 pages)


Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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