Palazzo Bastai Rittafé

Palazzo Bastai Rittafé
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Indirizzovia de' Pandolfini 16 angolo via delle Seggiole 4
Coordinate43°46′15.48″N 11°15′35.44″E / 43.770968°N 11.259844°E43.770968; 11.259844
Informazioni generali
CondizioniIn uso

Palazzo Bastai Rittafé è un edificio storico del centro di Firenze, situato in via de' Pandolfini 18 angolo via delle Seggiole.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo, secondo quanto riportato dalla letteratura consultata, fu eretto dai Bastai, detti i "Rittafé" forse per la loro correttezza[1], e fu di proprietà dei Niccolini e quindi dei Libri. Sicuramente nella prima metà del Settecento era stato unito alle proprietà dei Galli Tassi che abitavano l'omonimo palazzo al n. 20: lo documenta un cabreo del 1753 pubblicato da Gian Luigi Maffei che ne mostra una veduta assonometrica su ambedue i fronti, e che mostra quello su via de' Pandolfini organizzato su tre piani per tre assi, con il portone centrale affiancato da due piccole finestre.

Ancora come proprietà Galli Tassi appare in una serie di piante, prospetti e sezioni databili alla metà dell'Ottocento (rese note da Piero Roselli e da Maffei), che mostrano come nel frattempo fosse intervenuta la soprelevazione di un piano ma per due soli assi, dal lato del palazzo principale. Alla morte dell'ultimo membro di questo ramo della casata, Angiolo Galli Tassi (1792-1863), la casa passò per lascito ereditario agli Ospedali Toscani e quindi utilizzata negli anni di Firenze Capitale, dopo importanti interventi di trasformazione assieme al palazzo principale, come sede, in affitto, del Ministero dell'Agricoltura Industria e Commercio.

Successivamente la proprietà fu frammentata fino a che questa porzione venne acquistata dal Comune di Firenze. Questo ne curò il restauro riportandola a una ideale forma tre quattrocentesca, estendendo l'ultimo piano ai tre assi. Nell'intervento (con ampie integrazioni e soprattutto con diffuse ricostruzioni) si unirono in realtà assieme elementi propri di fasi architettoniche diverse, con ampio uso di graffiti decorativi a fascia di disegno tardo quattrocentesco. A rendere ancora più plausibile la piacevole finzione, furono poi posizionati numerosi ferri da facciata, dagli erri ai ferri portabandiera, fino a inserire sulla cantonata una vistosa lumiera in ferro battuto, ben poco consona alle forme eleganti ma modeste documentate dal cabreo prima citato.

Attualmente il palazzo è sede della Ludoteca Musicale del Comune di Firenze.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 25.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • I Palazzi fiorentini. Quartiere di San Giovanni, introduzione di Piero Bargellini, schede dei palazzi di Marcello Jacorossi, Firenze, Comitato per l’Estetica Cittadina, 1972, p. 215, n. 419;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, III, 1978, p. 26;
  • Piero Roselli, Osanna Fantozzi Micali, Brunella Ragoni, Elisa Spilotros, Nascita di una capitale: Firenze, settembre 1864 / giugno 1865, Firenze, Alinea, 1985, pp. 66-67, n. 21;
  • Gian Luigi Maffei, La casa fiorentina nella storia della città dalle origini all’Ottocento, con scritti originali di Gianfranco Caniggia, appendici documentarie di Valeria Orgera, Venezia, Marsilio, 1990, pp. 128-129;
  • Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, II, p. 448;
  • Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 393;
  • Claudio Paolini, Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce a Firenze, Firenze, Paideia, 2008, pp. 145-146, n. 218;
  • Claudio Paolini, Architetture fiorentine. Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce, Firenze, Paideia, 2009, pp. 215-216, n. 301.

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