Pace di Ramla

Pace di Ramla
Tipotrattato di tregua di 3 anni e 3 mesi (o 5 anni)
Contestoterza crociata
LuogoRamla
Efficaciasettembre 1192
Scadenzagennaio 1195
PartiRiccardo I d'Inghilterra
Saladino
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La pace di Ramla[1], sottoscritta il 1º settembre 1192, equivalente a martedì 21 shaʿbān 588 E.,[2] concluse un iter negoziale avviato il 10 settembre 1191 / 17 shaʿbān 587 E.,[3] subito dopo la contrastata e altalenante conquista di Giaffa da parte del re d'Inghilterra Riccardo Cuordileone, avvenuta il 10 settembre, immediatamente dopo la vittoria conseguita il 7 settembre dallo stesso Riccardo ad Arsūf.

Questo primo abboccamento preparatorio vide impegnati nella trattativa il sovrano inglese e il fratello di Saladino, al-'Adil I,[4] ma il vero accordo tra crociati e musulmani giunse a seguito dell'incontro tra Saladino e lo stesso sovrano plantageneta.

Secondo i termini dell'accordo, che comportava una tregua di 3 anni e 3 mesi (o 5 anni)[5] Gerusalemme sarebbe rimasta sotto sovranità islamica. Tuttavia, la città sarebbe stata aperta ai pellegrinaggi cristiani. Il trattato di pace, concludendo la terza crociata, riduceva di fatto e di diritto i regni latini crociati di Outremer a una striscia geopolitica costiera che si estendeva da Tiro a Giaffa.

Né Saladino, né Riccardo I erano stati entusiasti nel sottoscrivere tale accordo ma, di fatto, entrambi non avevano alcuna altra scelta possibile. L'emiro ayyubide era stato fiaccato, fisicamente e finanziariamente, dalle vicende belliche e re Riccardo doveva guardarsi dal tradimento che già si stava ordendo ai suoi danni in patria.
Entrambi scomparvero in breve tempo dalla scena militare e politica vicino-orientale: Saladino morì infatti a Damasco il 4 marzo 1193/27 ṣafar 589 E. e Riccardo fu preso ostaggio in Austria una settimana dopo aver sottoscritto la tregua, mentre era sulla via di ritorno in patria.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Più propriamente indicata da storici musulmani come Ibn Shāma "accordo" (in arabo ﺻﻠﺢ?, ṣulḥ) nel Kitāb al-rawḍatayn fī akhbār al-dawlatayn al-nūriyya wa l-ṣalāḥiyya, cioè "Libro dei due giardini sulle notizie delle due dinastie dei Zangidi e degli Ayyubidi".
  2. ^ Cfr. Francesco Gabrieli, Storici arabi delle Crociate, Torino, Einaudi, 1963, p. 231.
  3. ^ P.M. Holt, "The Ascendancy of Saladin 1174-1193", in: The Age of the Crusaders - The Near East from the eleventh century to 1517, London & New York, Longman, 1986, p. 58.
  4. ^ Noto nelle fonti occidentali come Sefardino.
  5. ^ Abū Shāma, Kitāb al-rawḍatayn, 3 voll. Ibrāhīm Shams al-Dīn (ed.), Beirut, Dār al-kutub al-ʿilmiyya, 1422/2002, vol. IV, p. 191.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (IT) Francesco Gabrieli, Storici arabi delle Crociate, Torino, Einaudi, 1963.
  • (AR) Bahāʾ al-Dīn b. Shaddād, al-Nawādir al-sulṭāniyya wa l-maḥāsin al-yūsufiyya aw sīrat Ṣalāḥ al-Dīn, dr. Jamāl al-Dīn al-Shayyāl (ed.), s.l. (ma Il Cairo), s.e., 1964.
  • (AR) Abū Shāma, Kitāb al-rawḍatayn fī akhbār al-dawlatayn al-nūriyya wa l-ṣalāḥiyya, 3 voll. Ibrāhīm Shams al-Dīn (ed.), Beirut, Dār al-kutub al-ʿilmiyya, 1422/2002.
  • (EN) R. L. Wolff, "The later Crusades, 1189-1311", in: H. W. Hazard (ed.), II: The Third Crusade: Richard the Lionhearted and Philip Augustus, Madison, Wisconsin, University of Wisconsin Press, 1969.
  • (EN) P.M. Holt, "The Ascendancy of Saladin 1174-1193", in: The Age of the Crusaders - The Near East from the eleventh century to 1517, London & New York, Longman, 1986. ISBN 0-582-49303-X.
  • (EN) Axelrod, Alan and Charles L. Phillips (eds.), Encyclopedia of Historical Treaties and Alliances, Vol. 1, New York, Zenda Inc., 2001. ISBN 0-8160-3090-1.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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