Orazio Gonzaga

Orazio Gonzaga
Ritratto di Orazio Gonzaga, artista ignoto XVI secolo
Marchese di Solferino
Stemma
Stemma
In carica15491587
PredecessoreAloisio Gonzaga
SuccessoreCristierno Gonzaga
TrattamentoSua Eccellenza
NascitaCastel Goffredo, 1545
MorteMantova[1], 13 gennaio 1587
DinastiaGonzaga
PadreAloisio Gonzaga
MadreCaterina Anguissola
ConsortePaola Martinengo delle Palle
Figlinessuno
Orazio Gonzaga
SoprannomeOrazio di Solferino
NascitaCastel Goffredo, 1545
MorteMantova, 13 gennaio 1587
Cause della mortemalattia
Dati militari
Paese servito Sacro Romano Impero
Bandiera della Repubblica di Venezia Repubblica di Venezia (1569-1570)
Armacavalleria
Anni di servizio1566-1580
GuerreGuerra di Cipro
BattaglieAssedio di Sighet (1566)
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Orazio Gonzaga (Orazio di Solferino) (Castel Goffredo, 1545Mantova, 13 gennaio 1587) è stato un nobile italiano, marchese di Solferino.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Solferino, Castello di Orazio Gonzaga

Figlio terzogenito di Aloisio Gonzaga e di Caterina Anguissola, nacque a Castel Goffredo nel 1545.

Alla morte del padre nel 1549, divenne signore di Solferino ereditando i cospicui possedimenti terrieri, tra cui Palazzo Secco-Pastore e Corte San Lazzaro a San Martino Gusnago. Il 20 marzo 1559 ottenne, tramite il nunzio Alessandro Pomello, l'investitura da parte dell'imperatore Ferdinando I d'Asburgo[2] per il feudo di Solferino.[3]

San Martino Gusnago, Corte San Lazzaro

Nel 1565 circa iniziò la costruzione a Solferino del proprio castello, che venne parzialmente terminato nel 1574, divenendo la propria residenza.

Tra il 1566 e il 1580 partecipò ad alcune campagne militari, tra cui l'assedio di Sighet, organizzato dall'imperatore Massimiliano II contro Solimano il Magnifico.

Sposò nel 1568 Paola Martinengo delle Palle (?-1574) di Padernello, figlia del conte Pietro II, morta prematuramente nel 1574 senza avergli dato figli.

Nel 1570 combatté per la Serenissima contro i Turchi, battaglia cui partecipò anche Ascanio de' Mori da Ceno.[4]

Nel 1574 lasciò per testamento a Vincenzo I Gonzaga, duca di Mantova, il feudo di Solferino e al fratello Alfonso una parte dei suoi beni, escludendo l'altro fratello Ferrante dall'eredità. Ciò provocò alla sua morte, avvenuta nel 1587 nella sua casa di Mantova, accudito dall'amico poeta Ascanio de' Mori da Ceno, una crisi acuta tra Castiglione e Mantova, che venne risolta dall'imperatore riconoscendo ai "Gonzaga di Castiglione" la successione al feudo. Fu investito il nipote Cristierno Gonzaga.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

 Rodolfo
(1452-1495)
 
  
 Gianfrancesco
(1488-1525)
 Aloisio
(1494-1549)
  
    
 Ramo di Luzzara
Alfonso
(1541-1592)
 Orazio
(1545-1587)
 Ferrante
(1544-1586)
   
           
Ferdinando
Caterina 1 sp. Carlo Trivulzio
(1574-1615?)
Giulia
(1576-?)
Ginevra
(1578-?)
Giovanna
Maria
Luigia
Luigi
(naturale, 1550-?)
Ramo di Solferino
Rodolfo
(1569-1593)
Francesco
(1577-1616)
  
  
 Ramo di Castel Goffredo
(estinto)
Ramo di Castiglione

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Massimo Marocchi, Principi, santi, assassini, Mantova, p.41, 2015.
  2. ^ Marocchi, p. 214.
  3. ^ Il documento imperiale prevedeva anche l'investitura di Ferrante (per Castiglione) ed Alfonso (per Castel Goffredo).
  4. ^ Treccani.it. Mori Ascanio.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, Brescia, 1922.
  • Massimo Marocchi, I Gonzaga di Castiglione delle Stiviere. Vicende pubbliche e private del casato di San Luigi, Verona, 1990.
  • Massimo Marocchi, Storia di Solferino, Castiglione delle Stiviere, 1994.
  • Massimo Marocchi, Principi, santi, assassini, Mantova, 2015, ISBN 978-88-95490-74-8.
  • Massimo Telò (a cura di), Aloisio Gonzaga. Un principe nella Castel Goffredo del '500, Roma, PressUp, 2021, ISBN non esistente.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Marchese di Solferino Successore
Aloisio Gonzaga 1549-1587 Cristierno Gonzaga
Controllo di autoritàVIAF (EN103455740 · ISNI (EN0000 0000 7334 4323 · LCCN (ENn2009076055 · WorldCat Identities (ENlccn-n2009076055