Ondata di caldo

Mappa dell'ondata di caldo dell'estate 2003 in Europa

Un'ondata di caldo, in meteorologia, è un periodo di tempo atmosferico durante il quale la temperatura è insolitamente elevata rispetto alle temperature medie usualmente sperimentate in una data regione, in quel periodo e con caratteristiche di persistenza. Non va confusa con il più specifico fenomeno della bolla di calore.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa dell'ondata di caldo dell'estate 2012 in Europa

L'espressione non ha dunque significato oggettivo, ma è relativo a una regione (o, meglio ad un clima locale) nel senso che ciò che è percepito dalla popolazione come una temperatura eccessiva in un clima temperato può non esserlo in un'area dal clima maggiormente caldo. A volte ad ondate di calore prolungate o particolarmente intense si associano fenomeni di siccità dei suoli con ripercussione sui raccolti agricoli fino a casi limiti di carestie in zone particolarmente predisposte.

A titolo di esempio il Royal Netherlands Meteorological Institute[1] definisce ondata di calore un periodo di almeno 5 giorni con temperatura massima superiore ai 25 °C di cui almeno 3 con temperatura superiore a 30 °C. Spesso, ma non sempre, alle ondate di caldo si associa l'afa.

In Europa queste ondate di caldo estive sono in genere legate agli spostamenti latitudinali dell'anticiclone subtropicale africano che normalmente staziona a latitudini subtropicali, mentre in altre zone del mondo sono sempre gli anticicloni di matrice subtropicale a determinare con i loro spostamenti le ondate di caldo.

Le ondate di calore sono divenute più frequenti e intense negli ultimi anni a causa, secondo gli scienziati, dell'attuale riscaldamento globale ovvero esse sarebbero uno dei modi attraverso i quali si manifesterebbe tale riscaldamento a livello meteorologico, cioè nel breve periodo[2]. Spesso, ma non sempre, le ondate di caldo più intense sono precedute da un'altra mini ondata di caldo, della durata di pochi giorni, che funge da anticipazione alla seconda.

Ripercussioni sanitarie[modifica | modifica wikitesto]

Al pari delle forti ondate di freddo, forti ondate di calore costituiscono un rischio per la salute, in particolare di anziani e bambini e persone che soffrano di patologie croniche: durante l'ondata di caldo sperimentata in Europa nell'estate del 2003 è stato stimato in Italia per il periodo che va dal 16 al 31 agosto un incremento della mortalità tra le persone con più di 65 anni del 19,1% rispetto al 2002 (fonte Ministero della Salute).

La rivista The Lancet ha pubblicato il 1 dicembre 2023 il rapporto Countdown on Health and Climate Change che evidenzia che l'incremento delle temperature aumenta la diffusione di malattie infettive, miete vittime e provoca insicurezza alimentare.[3]
Tra le persone più vulnerabili al caldo estremo ci sono le persone di età superiore ai 65 anni: il rapporto stima che in Africa nel periodo 2017-2022 l'11% in più di persone sopra i 65 anni sia morto a causa del caldo estremo rispetto al periodo 2000-2005; nello stesso periodo l'aumento per l'Europa è stato dell'8,8% e del 7% per l'America meridionale e centrale.
Il riscaldamento globale sta contribuendo all'espansione delle malattie infettive in nuove regioni: alcuni scienziati hanno stimato che quasi il 10% della superficie terrestre del mondo che una volta era troppo secca o troppo fredda è diventata adatta alla trasmissione della malaria nel periodo 2013-2022 rispetto al periodo 1951-1960.
Mentre il mondo si surriscalda sempre più persone perdono l'accesso a cibo sicuro e nutriente: le alte temperature e la siccità distruggono i raccolti e gli eventi meteorologici estremi impediscono alle persone a lavorare all'aperto, quindi perdono reddito e non riescono a nutrirsi a sufficienza.

Note[modifica | modifica wikitesto]

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