Offensiva russa nel Donbass

Offensiva russa nel Donbass
parte dell'invasione russa dell'Ucraina del 2022
Situazione militare: in giallo i territori controllati dall'Ucraina, in rosso quelli controllati dalle forze russe
Data24 febbraio 2022 - in corso
LuogoBandiera dell'Ucraina oblast' di Donec'k e oblast' di Luhans'k
Esito
Schieramenti
Bandiera dell'Ucraina Ucraina Bandiera della Russia Russia
  • Forze armate della Federazione Russa
  • Truppe Aviotrasportate
  • Forze terrestri russe
  • Kadyrovcy
  • Rosgvardia
  • Omini verdi (militari)
  • Flotta del Mar Nero
  • Gruppo Wagner (fino al 23 giugno 2023)
  • DSHRG Rusič
  • Bandiera della RP di Doneck RP di Doneck
  • Bandiera della RP di Lugansk RP di Lugansk
  • Gruppi paramilitari collaborazionisti locali
  • Mercenari da Siria, Libia e Repubblica Centrafricana

    Mercenari e militari regolari dell'Ossezia del Sud (Unità Alania, Štorm Ossetia).
    Comandanti
    Bandiera dell'Ucraina Volodymyr Zelens'kyj
    Bandiera dell'Ucraina Pavlo Kyrylenko
    Bandiera dell'Ucraina Serhij Haidaj
    Bandiera dell'Ucraina Oleksij Reznikov
    Bandiera dell'Ucraina Valerij Zalužnyj (comandante fino a febbraio 2024)
    Bandiera dell'Ucraina Oleksandr Syrskyi (comandante da febbraio 2024)
    Bandiera dell'Ucraina Denys Monastyrs'kyj
    Bandiera dell'Ucraina Serhij Šaptala
    Bandiera dell'Ucraina Ihor Tancjura
    Bandiera dell'Ucraina Viktor Muženko
    Bandiera dell'Ucraina Mykola Balan
    Bandiera dell'Ucraina Jurij Lebid'
    Bandiera dell'Ucraina Denys Šmyhal'
    Bandiera dell'Ucraina Andrіj Bіlec'kyj
    Bandiera dell'Ucraina Volodymyr Baroniuk
    Bandiera dell'Ucraina Ivan Bakanov
    Bandiera dell'Ucraina Jurij Bereza
    Bandiera dell'Ucraina Mychajlo Zabrods'kyj
    Bandiera dell'Ucraina Denys Prokopenko
    Bandiera dell'Ucraina Oleksij Arestovyč
    Bandiera dell'Ucraina Oleksandr Turčynov
    Bandiera dell'Ucraina Oleh Ljaško
    Bandiera dell'Ucraina Stepan Poltorak
    Bandiera dell'Ucraina Svyatoslav Palamar
    Bandiera dell'Ucraina Vadym Bojčenko
    Bandiera dell'Ucraina Nykyta Nadtočij
    Bandiera dell'Ucraina Maksym Žorin
    Bandiera della Russia Aleksandr Semekin
    Bandiera della Russia Vladimir Putin
    Bandiera della Russia Evgenij Prigožin
    Bandiera della Russia Dmitrij Medvedev
    Bandiera della Russia Sergej Šojgu
    Bandiera della Russia Aleksandr Dvornikov (comandante fino a giugno 2022)
    Bandiera della Russia Gennadij Židko † (comandante da giugno a ottobre 2022)
    Bandiera della Russia Sergej Surovikin (comandante da ottobre 2022 a gennaio 2023)
    Bandiera della Russia Valerij Gerasimov (comandante da gennaio 2023)
    Bandiera della Russia Konstantin Pikalov
    Bandiera della Russia Dmitrij Bulgakov
    Bandiera della Russia Ramzan Kadyrov
    Bandiera della Russia Aleksandr Lapin
    Bandiera della Russia Igor' Konašenkov
    Bandiera della Russia Oleg Mitjaev
    Bandiera della Russia Andrej Simonov
    Bandiera della Russia Dmitrij Utkin
    Bandiera della Russia Oleg Saljukov
    Bandiera della Russia Michail Mizincev
    Bandiera della Russia Aleksej Mil'čakov
    Bandiera della Russia Roman Kutuzov
    Bandiera della Russia Andrej Suchoveckij
    Bandiera della RP di Doneck Denis Pušilin
    Bandiera della RP di Lugansk Leonid Pasečnik
    Bandiera della RP di Doneck Sergej Agranovič
    Bandiera della RP di Doneck Denis Sinenkov
    Bandiera della RP di Doneck Konstantin Ivaščenko
    Bandiera della RP di Lugansk Michail Kiščik
    Bandiera della RP di Lugansk Jan Leščenko
    Bandiera della RP di Lugansk Jurij Ševčenko
    Bandiera della RP di Doneck Pavel Gubarev
    Bandiera della RP di Doneck Artëm Žoga
    Bandiera della RP di Doneck Vladimir Žoga
    Bandiera della Russia Volodymyr Zavadsky
    Effettivi
    Bandiera dell'Ucraina Ucraina
    • 40 000–50 000[1]
    Bandiera della Russia Russia
  • 200 000—300 000[2]
  • Bandiera della RP di Doneck RP di Doneck

    Bandiera della RP di Lugansk RP di Lugansk

    Bandiera della SiriaBandiera della Libia Mercenari

    • 300-400 siriani e libici[4]
    Perdite
    100 000 soldati ucraini uccisi circa (secondo il governo russo)[5]110 000 soldati russi, separatisti e mercenari uccisi (secondo il governo ucraino)[5]
    Oltre 5000 civili uccisi (secondo il governo ucraino)[5]
    Voci di operazioni militari presenti su Wikipedia

    L'offensiva russa nel Donbass (o battaglia del Donbass), è stata un'operazione militare iniziata il 24 febbraio 2022, sferrata contro l'Ucraina dalle forze armate russe, sostenute dalle repubbliche separatiste di Donec'k e Luhans'k per il possesso delle parti delle oblast' di Donec'k e Luhans'k, ancora sotto il controllo delle forze armate ucraine.[6][7][8] Questa parte dell'invasione russa dell'Ucraina rappresenta la continuazione della guerra del Donbass, che comprende le aree delle Oblast' di Donec'k e Luhans'k.[9][10]

    Storia[modifica | modifica wikitesto]

    Territorio controllato dalle Repubbliche di Donec'k e Luhans'k al 21 febbraio 2022, data del riconoscimento russo.

    All'inizio del 2022 i territori controllati dai filorussi nel Donbass includevano la parte meridionale dell'oblast' di Luhans'k e le zone orientali e sud-orientali dell'oblast' di Donec'k, annesse rispettivamente alle autoproclamate repubbliche di Luhans'k (LPR) e di Donec'k (DPR). Le principali città filorusse (Donec'k, Makiïvka e Horlivka nella DPR e Luhans'k, Alčevs'k e Kadiïvka nella LPR) si trovavano in prossimità della linea del fronte con l'Ucraina.

    Verso metà febbraio, nelle due repubbliche ebbero inizio un'evacuazione di massa verso la Russia[11][12] e una mobilitazione generale delle forze armate, motivate secondo i governi secessionisti dalla minaccia di un attacco ucraino, accusa respinta da Kiev[13] ma che in Russia ebbe seguito col riconoscimento ufficiale di DPR e LPR come stati indipendenti, in data 21 febbraio[14].

    L'offensiva principale era stata ipotizzata lungo la linea Kup"jans'k-Izjum-Barvinkove-Peršotravensk-Huljajpole-Berdjans'k, con l'obiettivo di accerchiare le truppe ucraine nel Donbass e annettere gli interi due oblast' orientali alle Repubbliche separatiste del Donbass.[15] Il primo sviluppo e l'importanza strategica della battaglia è stato paragonato alla battaglia di Kursk del 1943.[16]

    Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

    Primi giorni d'invasione[modifica | modifica wikitesto]

    Il 24 febbraio 2022, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin annuncia una "operazione militare speciale per denazificare l'Ucraina"; nello stesso giorno decine di migliaia di truppe russe varcano il confine da più direzioni, semi-accerchiando Charkiv, entrando a Kup"jans'k, arresasi rapidamente[17], e lanciando un'offensiva lampo nel Luhans'k che raggiunge Starobil's'k, al centro della regione[18]. Nel Donec'k meridionale, invece, data la maggior concentrazione di roccaforti ucraine a ridosso del capoluogo, i russi tentano un'offensiva progressiva, con l'obbiettivo di garantire un ponte di terra tra Crimea e Donbass.

    Marzo[modifica | modifica wikitesto]

    L'offensiva russa nell'oblast' di Luhans'k culmina con la presa di Svatove il 6 marzo, cosicché quasi tutta la regione diventa soggetta alla LPR eccetto la linea fortificata Kreminna-Sjevjerodonec'k-Popasna, tenuta stretta dagli ucraini.

    Miliziani del Donbass in una pausa dei combattimenti durante la battaglia di Mariupol'.

    L'11 marzo, dopo aspre battaglie, forze russe e milizie di Donec'k entrano a Volnovacha[19], il cui controllo favorisce il ricongiungimento con l'armata proveniente da Berdjans'k (già conquistata, via Crimea, il 27 febbraio) e la successiva puntata verso Mariupol', dove le truppe ucraine stanziate nella città si ritrovano a contrastare un assedio atroce che si sarebbe prolungato per oltre due mesi.[20]

    Nel Charkiv sud-orientale, i russi scendono lungo il fiume Oskol e si avvicinano ad Izjum, ma per settimane sono respinti nella periferia della città, che viene infine espugnata il 27 marzo.[21]

    Aprile[modifica | modifica wikitesto]

    I primi di aprile, i russi, dopo essersi ritirati dal fronte settentrionale (Oblast' di Kiev, Černihiv e Sumy), annunciano di volersi focalizzare sulla conquista del Donbass[22]. L'offensiva iniziale aveva allontanato il fronte da Luhans'k e isolato Mariupol' dal resto dell'Ucraina, ma al centro del Donbass la linea di contatto correva ancora ai margini occidentali di Donec'k e Horlivka, con queste e altre città della DPR sotto il tiro delle postazioni ucraine dislocate nelle prospicienti aree di Marinka, Krasnohorivka, Pisky, Avdeevka e Torec'k.

    Nella notte del 18 aprile, le forze russe lanciano un'intensa campagna di bombardamenti contro le suddette posizioni e lungo il resto del fronte negli Oblast' di Luhans'k, Donec'k e Charkiv, dando inizio alla seconda fase dell'invasione[23][24]. Al tempo stesso, il presidente ucraino Volodymyr Zelens'kyj annuncia l'inizio della "battaglia per il Donbass"[25].

    Il 22 aprile cessano i combattimenti nell’area urbana di Mariupol', infine conquistata dai russi e dalle milizie DPR eccetto lo stabilimento metallurgico Azovstal, dove rimangono asserragliati oltre duemila soldati ucraini[26][27].

    Il 24 aprile, nel giorno della Pasqua ortodossa, fonti ucraine riportano che 5 civili sono stati uccisi e 5 rimasti feriti a causa dei bombardamenti russi lungo la linea del fronte[28].

    Al 29 aprile, l'attività militare legata alla battaglia aveva ucciso e ferito quasi 800 civili. Mentre tra le perdite militari, le autorità ucraine hanno affermato di aver ucciso più di 1200 soldati russi e il ministero della difesa russo ha annunciato aver ucciso circa 2000 uomini ucraini. La DPR ha ammesso di aver subito più di 550 perdite.

    Maggio[modifica | modifica wikitesto]

    A Mariupol' prosegue l’assedio all’Azovstal, nel quale oltre ai 2500 soldati rimanenti del reggimento "Azov" comandato da Denys Prokopenko e della 36ª Brigata di fanteria di marina del maggiore Serhij Volyns'kyj si trovano anche civili, tra cui lavoratori dell’acciaieria e altri rifugiati. Nei primi giorni di maggio si alternano fasi di evacuazione dei civili tramite corridoi umanitari concordati con ONU e Croce Rossa[29][30], ad altre di bombardamenti aerei e penetrazioni di forze russe e cecene in alcune parti dello stabilimento[31]. Il 7 maggio viene annunciato dal governo ucraino che l’evacuazione dei civili è stata completata.

    Il 9 maggio si tiene una parata per le strade di Mariupol' in occasione dell'anniversario della vittoria dell'Unione Sovietica sulla Germania nazista nella seconda guerra mondiale, organizzata dalla DPR alla quale partecipa il capo Denis Pušilin[32], mentre all’Azovstal si combatte ancora.

    Il 16 maggio iniziano le trattative per l’evacuazione dei militari, avviate con la resa di un primo gruppo di soldati ucraini[33]. Tra il 17 ed il 20 maggio, il resto delle forze asserragliate all’Azovstal, compresi gli ufficiali, si arrende in massa[34]. Le autorità ucraine hanno dichiarato che i difensori avevano compiuto la propria missione consentendo di guadagnare tempo nel trattenere le truppe russe nella città evitando il loro invio a ingrossare le file altrove. Con la presa di Mariupol' la Russia si assicura il totale controllo del Mar d'Azov.

    Nell'Oblast' di Luhans'k, il 7 maggio le truppe russe e LPR espugnano Popasna[35] e il 18 conquistano Kreminna[36], avvicinandosi progressivamente a Lysyčans'k e Sjevjerodonec'k. Le operazioni in quest’area sconfinano nel nord dell’Oblast' di Donec'k con la presa russa di Lyman il 27 maggio[37], a metà strada tra Kreminna e Slov"jans'k. Infine, il 31 maggio iniziano i combattimenti a Sjevjerodonec'k che, come a Mariupol', si svolgono in una guerriglia urbana[38].

    Giugno[modifica | modifica wikitesto]

    A giugno l’attività militare si concentra principalmente a Sjevjerodonec'k e nei villaggi limitrofi. La battaglia all'interno della città vede furiosi attacchi e contrattacchi: nella prima metà di giugno la percentuale di terreno sotto controllo russo varia continuamente da un minimo del 70% a un massimo del 90%, con gli ucraini che mantengono il possesso dell’area industriale e dello stabilimento chimico Azot, ma l'afflusso di rinforzi è complicato dalla distruzione dei ponti sul fiume Severskij Donec che collegavano la città alla vicina Lysychansk[39][40].

    Il 15 giugno le forze ucraine ignorano un ultimatum russo alla resa[41], ma dopo ulteriori assalti e una controffensiva inconclusiva devono ritirarsi da Sjevjerodonec'k il 24 giugno[42], lo stesso giorno in cui sull’altra sponda del Severskij Donec'k i russi e filorussi della LPR circondano e conquistano i villaggi di Hirs'ke e Zolote, portandosi a ridosso della periferia meridionale di Lysychansk[43].

    Il giorno dopo le battaglie si spostano a Lysychansk, ultima roccaforte dell’oblast' di Luhans'k ancora in mano all’Ucraina[44].

    Luglio[modifica | modifica wikitesto]

    Il 2 luglio, dopo la capitolazione dei vicini centri di Pryvillja e Novodružes'k, i russi conquistano Lysyčans'k, ponendo l’intero oblast' di Luhans'k nelle mani della LPR[45].

    Il successivo obiettivo in zona diventa Sivers'k, a ovest di Lysychansk, ma l’avanzata russa non raggiunge la città, esaurendosi tra i villaggi di Bilohorivka (LPR) e Hrihorivka (oblast' di Donec'k) che rimane agli ucraini[46]. Poco più a sud, un altro avanzamento partito da Popasna raggiunge e conquista a metà luglio il villaggio di Pokrovske[47], a est di Bachmut e Soledar, ma anche qui l’azione non prosegue oltre; così come a nord di Slov"jans'k, sebbene il fronte sia arrivato a meno di 15 km dalla città, l’esercito russo resta sulla sponda opposta del Severskij Donec.

    Agosto[modifica | modifica wikitesto]

    I primi di agosto, i russi annunciano una "pausa operativa" in Ucraina, ma, una volta terminata, le conquiste russe sono minime e concentrate a est di Bachmut e Soledar (Berestove) e a nord di Horlivka (Kodema)[48], dopodiché l'offensiva russa nel nord-est dell’oblast' di Donec'k si ferma del tutto, probabilmente anche a causa della controffensiva nell'Ucraina meridionale, annunciata in quei giorni dalle forze ucraine. L’imminente operazione, infatti, costringe la Russia a riposizionare migliaia di uomini e mezzi nelle linee difensive intorno a Cherson[49].

    Proseguono invece gli scontri sulla linea di contatto a ovest di Donec'k: il 31 agosto le forze russe e della DPR prendono il controllo di Pisky, insediamento alla periferia nordoccidentale del capoluogo, già sulla linea del fronte tra Ucraina e Repubblica Popolare di Donec'k fin dal 2014[50].

    Settembre e ottobre[modifica | modifica wikitesto]

    Il 6 settembre, durante la controffensiva nell’Ucraina nord-orientale, le truppe ucraine si aprono un varco a Balaklija[51] e irrompono nella parte dell’oblast di Charkiv controllata dai russi che, data l’esiguità di tempo e di forze in loco per arginare l’avanzata, ripiegano sulla sponda orientale del fiume Oskil, lasciandosi indietro anche Kup"jans'k e Izjum che vengono riprese dagli ucraini il 10 settembre[52]. Tuttavia la linea raggiunta viene insidiata dal lato meridionale, con altre forze ucraine stanziate presso Slov"jans'k che tentano di oltrepassare il Severskij Donec per giungere a Lyman.

    Il 1º ottobre, dopo settimane di pesanti combattimenti, i russi si ritirano da Lyman[53]. La linea dell’Oskil è mantenuta fino a Tavil'žanka, mentre più in giù l’avanzata ucraina si amplia fino al confine della LPR, inglobando Lyman e la parte settentrionale dell’oblast' di Donec'k. Il nuovo fronte a nord del Severs'kyj Donec si attesta quindi lungo la linea Tavil'žanka-Svatove-Kreminna, dove la controffensiva ucraina si esaurisce. A sud del fiume, a parte una zona contesa intorno a Bilohorivka, non si registrano variazioni significative[54].

    A ovest di Donec'k, le truppe russe e della DPR riescono a prendere posizione nella periferia orientale di Marinka e lanciano un attacco contro la roccaforte ucraina di Vuhledar, a nord-ovest di Volnovacha; l’azione tuttavia si riduce alla sola presa di Pavlivka, villaggio a sud dell’obiettivo[55].

    Novembre e dicembre[modifica | modifica wikitesto]

    A novembre e dicembre, con la stabilizzazione della linea Svatove-Kreminna e il ristagno delle operazioni a Vuhledar, Marinka e Avdiïvka, le variazioni di controllo territoriale si hanno soprattutto nel distretto di Bachmut: a est del capoluogo i russi conquistano i villaggi di Zajceve (6 novembre)[56], Jakovlivka (16 dicembre)[57] e Bachmuc'ke (27 dicembre)[58]; da questi ultimi due centri a fine anno parte l’offensiva verso Soledar.

    Gennaio e febbraio 2023[modifica | modifica wikitesto]

    Il 13 gennaio (26 secondo gli ucraini), dopo un’aspra battaglia estesasi in tutta l’area urbana e anche nelle miniere sotterranee di sale[59], l’esercito russo e mercenari Wagner conquistano Soledar[60][61], il cui controllo permette la successiva azione su Bachmut e i villaggi circostanti, avanzando da nord (Soledar), est (Pokrovske) e sud (Zaitseve), in quest’ultima direzione il 19 gennaio viene raggiunta Kliščiїvka[62].

    Sul fronte di Vuhledar, un nuovo tentativo di assalto russo viene respinto dalle forze ucraine intorno al villaggio[63].

    Nel mese di febbraio i russi ampliano il loro controllo a nord di Bachmut, con la presa dei villaggi di Krasna Hora (11 febbraio)[64], Paraskoviïvka (18 febbraio) e Berchivka (24 febbraio)[65], il controllo dei quali taglia la via diretta tra Slov"jans'k e Bachmut. Molto più lento e difficoltoso è l'avanzamento all'interno della città, affidato al gruppo Wagner e contrastato da ingenti forze ucraine fatte affluire per tamponare l'offensiva.

    Marzo[modifica | modifica wikitesto]

    A Bachmut, il 7 marzo le truppe ucraine si ritirano dai quartieri a est del fiume Bachmutka, che passano sotto il controllo del gruppo Wagner[66][67][68]. Gli scontri proseguono sulla sponda destra, con avanzamenti russi nei quartieri settentrionali (stabilimento AZOM) e meridionali[69]. All'esterno della città il fronte lambisce i villaggi di Khromovo e Ivanivske, ultimi collegamenti tra Bachmut e le altre città ucraine a ovest.

    Nei dintorni di Donec'k si intensificano gli assalti russi e filorussi contro le roccaforti di Marinka e Avdiivka[70], con tentativi di sfondamento all'interno della prima e di accerchiamento della seconda.

    Altrove, si susseguono combattimenti a sud di Tavilzhanka (oblast' di Charkiv) e intorno a Dibrova, nell'area compresa tra le linee russe a ovest di Kreminna e le linee ucraine lungo il torrente Žerebets[71].

    Aprile e maggio[modifica | modifica wikitesto]

    L’avanzata dei Wagner a Bachmut prosegue lenta ma costante e nel corso di aprile vengono conquistati i quartieri centrali con la stazione ferroviaria e il municipio. Alla fine del mese la superficie della città sotto pieno controllo ucraino è stimata tra 1,8 e 2,7 km quadrati (5-10% del totale), mentre nella campagna circostante i russi si spingono a nord-ovest verso Bohdanivka e a sud-ovest raggiungendo il canale Severskij Donec-Donbass sotto Ivanivs'ke[72].

    A maggio anche i quartieri occidentali cadono progressivamente sotto il controllo dei militari russi[73] e il 20 maggio il capo del gruppo Wagner Evgenij Prigožin annuncia la completa conquista della città (Artemivs’k in russo)[74][75]. Da parte ucraina non c’è nessuna conferma di una perdita totale di Bachmut, tuttavia le operazioni riportate nei bollettini di guerra dei giorni successivi fanno presumere che le ultime truppe ucraine di stanza nella città abbiano ripiegato nei vicini villaggi di Ivanivske e Khromovo in attesa di rinforzi[76].

    A Marinka lievi guadagni russi portano la linea del fronte alla via principale (Prospekt Družby) che divide la città in due parti; gli ucraini mantengono le loro posizioni nella zona occidentale. Ad Avdiïvka, dopo un effimero tentativo delle forze russe di tagliare le strade e la ferrovia a nord dell’abitato, la situazione torna in stallo[77].

    Giugno, luglio e agosto[modifica | modifica wikitesto]

    All’inizio di giugno l’Ucraina tenta una nuova controffensiva generale, che nel Donbass si concentra intorno a Bachmut e nel saliente russo a sud di Velyka Novosilka, ai confini tra gli oblast' di Doneck e di Zaporižžja.

    Sotto Velyka Novosilka, gli ucraini riprendono il villaggio di Makarivka l’11 giugno[78], per poi affrontare i trinceramenti russi a nord dei villaggi di Staromajors'ke e Urožajne in lunghe e aspre battaglie che si trascinano per le settimane successive: il 27 luglio gli ucraini riescono a entrare a Staromajors'ke[79], già evacuato dai russi che mantengono l’adiacente Urožajne fino al 16 agosto, per poi cedere anch’esso e ripiegare a sud del torrente Mokri Jaly a protezione delle posizioni a Zavitne Bažanja[80].

    A Bachmut l’operazione ucraina evita un assalto frontale alla città, puntando invece a nord-est verso Berchivka e a sud-est verso Kliščiїvka, ma si trova ugualmente nella difficile situazione di dovere aprire varchi nelle linee difensive russe, tanto che durante giugno i progressi sono minimi e concentrati soprattutto sulla sponda orientale del canale Severskij Donec-Donbass[81]. A luglio proseguono i tentativi delle forze ucraine di arrivare a Berkhivka, mentre a ovest di Kliščiivka le battaglie infuriano sulle colline che sovrastano il villaggio, a volte raggiunto da alcune incursioni[82]. Durante agosto gli ucraini prendono il controllo delle alture principali avvicinandosi ulteriormente a Kliščiivka e alla sottostante località di Andriivka[83].

    Nel frattempo, l’esercito russo mantiene l’iniziativa ai confini nordoccidentali della LPR, con l’obiettivo di raggiungere i villaggi sotto controllo ucraino lungo il torrente Žerebets[84]: nella seconda metà di luglio i russi riprendono la riva sinistra del medio corso dello Žerebets, nell’area dei villaggi di Kovalivka e Karmazynivka, effettuando anche uno sbarco sulla sponda opposta in direzione di Novojehorivka[85]. Il 5 agosto i russi entrano a Novoselivske, piccolo insediamento a ovest di Kuzemivka[86], sulla strada Kupjansk-Svatove.

    Nei pressi di Kup"jans'k, il fronte si assesta durante l’estate lasciando a nord Lyman Peršyi e Vilšana (lato russo) e a sud Synkivka e Petropavlivka (lato ucraino)[80].

    Settembre e ottobre[modifica | modifica wikitesto]

    Smussato il saliente sotto Velyka Novosilka, a settembre l’esercito ucraino tenta un nuovo attacco più a est, nella zona dei villaggi di Novodonec'ke e Novomajors'ke, sulla riva del torrente Šajtanka. L’avanzata raggiunge i primi edifici di periferia, ma non riesce a procedere oltre[87]. A sud di Bachmut, il controllo delle alture permette agli ucraini di attaccare Kliščiїvka da posizioni favorevoli e di espugnarla infine il 17 settembre[88][89], facendo arretrare le truppe russe oltre la ferrovia passante a est del villaggio[90]; lo stesso scenario si era verificato ad Andriïvka due giorni prima[91]. A nord di Bachmut, invece, i russi recuperano posizioni allontanando il fronte da Berchivka[92].

    A ottobre le maggiori attività belliche al fronte tornano a concentrarsi sulla roccaforte di Avdiïvka[93]: dopo pesanti bombardamenti in tutta l’area, i russi tentano di avanzare a nord della città in direzione di Berdychi e Stepove, tagliando le vie di rifornimento[94]. L’azione più determinante è però la conquista di una collina di scorie di carbone che sovrasta la cokeria locale e un tratto di ferrovia nella periferia nord-orientale di Avdeevka[95]. Verso la fine del mese gli ucraini allontanano i russi da Berdychi, che si ridistribuiscono lungo il lato destro della ferrovia ad ampliare la zona di controllo intorno alla collina[96].

    Novembre e dicembre[modifica | modifica wikitesto]

    A novembre, mentre l’esercito ucraino aumenta l’afflusso di truppe per mantenere Avdiïvka, proseguono gli assalti russi alla città su più direzioni: a nord - lungo la ferrovia verso Stepove e lo snodo di Očeretyne, a est - intorno alla cokeria, e a sud, ultimo fronte ad attivarsi con attacchi da Vodiane e Opytne indirizzati ai quartieri meridionali di Avdeevka e ai villaggi a ovest della stessa, in primo luogo Sjeverne e Tonenke[97]. Durante il mese l’esercito russo riesce a progredire per la zona industriale (Promka Zona) di Avdeevka sud, conquistandone la gran parte[98]. Nella seconda metà di novembre nuovi avanzamenti russi si segnalano nella zona di Bachmut, dove il 29 novembre viene preso l’insediamento di Khromove[99], così come nella periferia occidentale di Marinka[100].

    Durante dicembre, le variazioni territoriali ad Avdiïvka e dintorni sono molto limitate e concentrate essenzialmente nella zona industriale sud, che passa interamente in mano russa il 15 dicembre, e ai margini di Stepove, il cui centro è mantenuto dagli ucraini[101].

    Nella zona di Bachmut, i russi riconquistano parte dei territori ceduti nella precedente controffensiva ucraina, riavvicinandosi a Bohdanivka, Ivanivs'ke e Kliščiїvka[101].

    A Marinka, le forze russe e filorusse al 13 dicembre prendono il controllo degli ultimi edifici della città a sud del lago artificiale[101]. Il 25 dicembre anche l’estrema periferia sopra il lago viene raggiunta da un battaglione DPR (tenente Trošin), completando così la conquista della città[102]. Dopo un’iniziale negazione del governo ucraino, il generale Zalužnyj conferma la perdita[103]. Il totale controllo russo di Marinka apre gli sbocchi verso i villaggi limitrofi: Heorhiivka a ovest, Pobjeda a sud-ovest e Novomykhailivka a sud[104].

    Gennaio 2024[modifica | modifica wikitesto]

    Dopo la presa russa di Marinka, a gennaio proseguono i combattimenti a ovest e a sud della città, in particolare presso la diga alla periferia di Heorhiivka e nelle campagne di Novomykhailivka[105].

    Ad Avdeevka le battaglie infuriano su tutto il fronte, ma la principale offensiva inizia il 21 gennaio, nella zona di Tsarska Okhota, dove i russi riescono ad aprire un varco nelle difese ucraine entrando nella parte sud-ovest della città e creando un saliente lungo le tre vie parallele Soborna, Sportyvna e Chernyshevskogo, che vengono mantenute anche dopo un tentato contrattacco ucraino lanciato nei giorni successivi[106].

    Più a nord, lungo la strada Kupjansk-Svatove, i russi varcano il confine tra LPR e Oblast' di Charkiv rioccupando i piccoli villaggi di Krokhmalne (22 gennaio)[107] e Tabaivka (28 gennaio)[108].

    Febbraio[modifica | modifica wikitesto]

    Ad Avdeevka, il 2 febbraio viene lanciata una nuova offensiva russa a nord-est della città[109], sulle sponde del Lago Pisochnyy Kar’yer, diretta al quartiere di Ivushka che viene conquistato nei giorni successivi. Da lì i russi continuano a procedere verso il centro: dopo altri giorni di combattimenti presso la ferrovia e il locale deposito di automezzi, il 14 febbraio l’avanzata raggiunge la strada Industrialnyy Prospekt, principale arteria logistica di Avdeevka, che risulta così tagliata in due[110]. Nel frattempo proseguono le battaglie anche nelle periferie, presso i forti Zenith e Cheburashka sulla strada T05-05 e l’impianto di filtraggio delle acque, ultimi avamposti ucraini a sud e a est di Avdeevka[111]. Il 15 febbraio i russi espugnano forte Zenith e gli ucraini si ritirano dall’impianto di filtraggio, poi il giorno successivo cade anche forte Cheburashka. Sempre il 16 febbraio, all’interno della città, i russi raggiungono il parco cittadino e l’incrocio con la strada per Lastochkyne, all’ingresso ovest di Avdeevka, precedentemente usata dagli ucraini per far affluire rinforzi e rifornimenti[112].

    Il 17 febbraio, a fronte di una situazione ormai compromessa, l’esercito ucraino si ritira dal resto di Avdeevka[113][114], compresa la cokeria, verso la linea di villaggi Stepove-Lastochkyne-Severne[115]. I russi raggiungono la linea pochi giorni dopo e ingaggiano nuovi combattimenti, conquistando entro il 27 febbraio tutti i tre villaggi e costringendo gli ucraini a ripiegare sulla seconda linea più a ovest formata dai capisaldi di Berdychi, Orlivka e Tonenke[116][117].

    A sud di Marinka, proseguono le battaglie per Novomykhailivka e per l’insediamento di Pobjeda, infine conquistato dai russi il 21 febbraio[118].

    A ovest di Bachmut, prosegue la spinta russa verso Bohdanivka e Ivanivs'ke: alla fine del mese il fronte raggiunge la periferia orientale di entrambi gli abitati[116].

    Marzo[modifica | modifica wikitesto]

    A marzo battaglie locali proseguono a Novomykhailivka e a Heorhiivka, a Nevels'ke e Pervomajs'ke, a Berdychi, Orlivka e Tonenke, a nord e a est di Kliščiїvka, a Ivanivs'ke e Bohdanivka. Tra questi, il 12 marzo passa sotto controllo russo Nevels’ke[119] e poi, tra il 21 e il 25 marzo, anche Tonenke e Orlivka. Negli stessi giorni i russi avanzano all’interno di Ivanivs'ke, mentre gli altri centri rimangono contesi[120].

    Note[modifica | modifica wikitesto]

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    Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]