Odoardo Spadaro

Odoardo Spadaro
Odoardo Spadaro nel 1957
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereMusica leggera
Periodo di attività musicale1912 – 1965
StrumentoVoce
EtichettaCetra, La voce del padrone
Targa a Odoardo Spadaro, Piazza del Giglio, Firenze

Odoardo Eugenio Giano Spadaro (Firenze, 16 gennaio 1893Firenze, 26 giugno 1965) è stato un cantautore, attore e cabarettista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Tomba di Odoardo Spadaro al cimitero delle Porte Sante di Firenze

Spadaro nacque a Firenze, nel quartiere di Santo Spirito, figlio del tenente siciliano Gustavo Spadaro, morto poco più che trentenne, e di Mary Marchesini,[1] affermata concertista di arpa,[2] appartenente a un'agiata famiglia. Maritatasi sedicenne, rimase vedova a diciannove anni col figlio Odoardo di soli quattro anni. Odoardo frequenta le scuole della buona borghesia fiorentina e intraprende gli studi di giurisprudenza, poi abbandonati per dedicarsi al teatro, nel 1912 nella compagnia di prosa De Sanctis-Borelli, nel 1918 nel varietà alla Sala Umberto di Roma, dove debutta accompagnandosi al pianoforte.

Diventa fantasista e imitatore, alternando canzoni ironiche a brani drammatici, come nel suo primo successo, La ninna nanna delle dodici mamme (1919) - contro la guerra appena terminata, che l'artista trascorre cantando nei teatri militari, negli ospedali e nelle camerate - contrapposte alle parodie dei suoi esordi Il pianista nordamericano, Wagneriano nevrastenico e Teatro Lirico. Il 15 luglio 1924 si sposa con la torinese Clementina Lovisolo nella chiesa di San Jacopino a Firenze.

Nel 1926 si trasferisce in Francia. Viene paragonato per eleganza e simpatia a Maurice Chevalier, è partner dell'americana Jenny Golder - già vedette delle Folies Bergère in Folie sur folie (1922) - e nel 1927 è "primo fantasista" al fianco della celebre Mistinguett al Moulin Rouge, mentre in parti di contorno si esibiscono Jean Gabin e Viviane Romance, agli inizi delle loro carriere di attori. Nel 1932 compie una lunga e fortunata tournée nelle due Americhe e nell'Africa settentrionale, tornando poi a lavorare in Italia.

Nel 1936 si fa accompagnare in Italia dal corpo di ballo delle Blue-Bells e viene accolto come una star internazionale. Con la rivista Mani in tasca naso al vento (1939-1940) è sul palco accanto a Paola Borboni, nella messinscena di Il dramma e la rivista oggi sposi con la soubrette Lucy D'Albert (1941), nel 1945 si esibisce con Dina Galli ed Enrico Viarisio.

Tra le sue molte composizioni, Firenze (1930), Il Cappello di Paglia di Firenze (1935) e Rumba fiorentina (1938), le ironiche A me piace la testina di vitello, Micragna Les Bains, Era nata al Cairo e Stretta la foglia, larga la via, o le sentimentali Qualche filo bianco, composta con Vittorio Mascheroni (1937), Il valzer della povera gente (1938) e Sulla carrozzella, l'unico brano di cui non è autore, firmato da Gino Filippini e Riccardo Morbelli (1939) e scritto, secondo il giornalista Enzo Biagi, dopo che il razionamento della benzina aveva fatto sparire le automobili.

Ma la canzone che maggiormente contribuisce alla sua popolarità, e non solo in Italia, è La porti un bacione a Firenze (1937), un brano che tocca i sentimenti e le solitudini dell'emigrazione di molti italiani, sensazioni che l'artista ben conosce. Tra i numerosi interpreti di questo brano, la livornese Nada: appena diciottenne lo rispolvera in una serata di Canzonissima (1971), passando a sorpresa il turno grazie ai voti delle cartoline postali di quasi duecentomila telespettatori.

Ritratto della madre Mary Marchesini dipinto da Edoardo Gelli, esposto all'Hotel Royal Victoria di Pisa
Odoardo Spadaro nella trasmissione Radio Rai La classe degli asinelli, 1956

Nel secondo dopoguerra Spadaro si dedica al teatro e al cinema, defilandosi dal mondo della canzone. Partecipa nel 1956 alla commedia musicale di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, Buonanotte Bettina (protagonisti Walter Chiari e Delia Scala), in cui presenta l’ultimo suo successo, Il cappello di paglia di Firenze, musicato da Gorni Kramer.

Nel 1955 fa parte della commissione selezionatrice del Festival sanremese, pur dichiarando:

«Io a Sanremo non ci andrei mai. Il successo lo decreta il pubblico vero, non le giurie»

Nello stesso anno la sua più nota canzone diventa un film, con la regia di Camillo Mastrocinque; nel cast, oltre a Spadaro, anche Marisa Merlini e Sergio Tofano.

In precedenza aveva preso parte a La carrozza d'oro di Jean Renoir, con Anna Magnani (1952), dal racconto di Prosper Mérimée ambientato in una colonia dell'America spagnola nel Settecento, e a Musoduro di Giuseppe Bennati (1954), dal romanzo Musoduro, memorie di un bracconiere di Luigi Ugolini.

Nel 1958 è fra gli interpreti televisivi de Il teatro dei ragazzi. Già affetto da un male incurabile alla gola, appare poi nel film Divorzio all'italiana di Pietro Germi, ricoprendovi il ruolo di don Gaetano, padre scapestrato del protagonista Ferdinando "Fefé" Cefalù (interpretato da Marcello Mastroianni), e nel 1964 recita, vestendovi i panni del signor Venanzio, nel celebre sceneggiato televisivo Il giornalino di Gian Burrasca di Lina Wertmüller (1964).

Il suo ultimo film è Le ore nude (1964), tratto da un racconto di Alberto Moravia, con Rossana Podestà e Philippe Leroy, esordio alla regia di Marco Vicario, su sceneggiatura di Tonino Guerra e fotografia di Carlo Di Palma.

Scompare il 26 giugno 1965 all'ospedale di Careggi nella sua città: al funerale i posteggiatori fiorentini intonano in suo onore proprio Porta un bacione a Firenze.

La sua città gli ha intitolato una strada e, nel quarantesimo anniversario della sua morte, ha apposto una targa ricordo sulla facciata della sua abitazione in via Luca Landucci. È sepolto al cimitero delle Porte Sante di Firenze, sepolto assieme all'amata moglie e al padre. Nello stesso cimitero, in zona diametralmente opposta, riposa anche la madre, morta il 2 ottobre del 1934, registrata nell'archivio cartaceo cimiteriale come Mary Guerrini. Nella lapide marmorea, in terra, vi è questa scritta : "Mary Spadaro Guerrini nata Marchesini - 24.10.1875 - 2.10.1934 - mite soave esempio di bonta' - come la sorella Amalia che qui accanto riposa".

Nello stesso anno il grande cantante e amico, Narciso Parigi, gli dedica un album La mia vecchia Firenze (al mio amico Odoardo), contenente vari successi di Spadaro.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Enrico Lancia e Roberto Poppi, Spadaro Odoardo, in Dizionario del cinema italiano. Gli attori dal 1930 ai nostri giorni, vol. 2, Roma, Gremese, 2003, pp. 205 e 206.
  2. ^ Ars et labor: musica e musicisti, vol. 58, G. Ricordi, 1903, p. 1036.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV. Almanacco letterario Bompiani, 1975 il teatro di varietà.
  • Le Teche Rai, la prosa televisiva 1954/2006

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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