Notte di San Giovanni

Fuoco di San Giovanni con festeggiamenti davanti a un calvario di un santuario cristiano in Bretagna (illustrazione dalla rivista Le Petit Parisien del 1º luglio 1893)

La notte di San Giovanni è la notte che precede la ricorrenza della natività di San Giovanni Battista, il 24 giugno di ogni anno, quindi la notte fra il 23 e il 24 giugno. A questa notte sono legate innumerevoli credenze, usanze, riti e superstizioni diffuse sia in Italia che nell'Europa settentrionale.[1] Questa notte è conosciuta anche come notte delle streghe in quanto vi viene attribuito dalla superstizione popolare il raduno delle streghe per il loro sabba.[2]

Proverbi[modifica | modifica wikitesto]

Molti proverbi popolari sono ispirati a questa notte, per esempio La notte di San Giovanni destina il mosto, i matrimoni, il grano e il granturco è un proverbio popolare a sfondo religioso, diffuso in molte zone d'Italia e la cui spiegazione va ricercata nella straordinarietà di questa notte a cui sono attribuiti poteri magici e sortilegi.[1]

San Giovanni e la notte dei sortilegi[modifica | modifica wikitesto]

«La note de San Zuane
destina mosto, sposalizi, gran e pane.
»

Il proverbio dialettale veneto ci indica alcuni dei sortilegi compiuti durante la nottata magica: per la mietitura si avanza qualche dubbio a causa della rugiada che, secondo la tradizione, cadrebbe questa notte sul grano; anche il granoturco e l'uva si trovano in una fase delicata dei loro processi; per quanto riguarda il matrimonio, le ragazze cercano di interpretare i presagi per capire le loro sorti amorose.[1]
Nel Molise vi è un'antica usanza che prevede di interpretare il piombo fuso versato nell'acqua dove assume varie forme, inoltre le ragazze per saper se si sposeranno entro l'anno scelgono due cardi e dopo una serie di riti li mettono sul davanzale della finestra. Il mattino seguente, a seconda della posizione assunta dal cardo, sarà possibile esprimere la tanto e sospirata previsione sul matrimonio.
Ma anche in Sardegna si usa porre sulla finestra il fiore del cardo per la manifestazione dei presagi: in questo caso si valuta se il fiore ha attirato formiche o moscerini, che sono associati ai contadini o ai pastori.[1] In Calabria vi è l'usanza del dono da parte delle madri alle loro figlie di una bambola costruita con fiori ed erbe, a rappresentarne il simbolo della fertilità e maternità.[3]

San Giovanni e le streghe[modifica | modifica wikitesto]

«Chi nasci la note de San Zuane
no vedi strighe e no sogna fantasme.
»

"Chi nasce la notte di San Giovanni non vede streghe e non sogna fantasmi."
Il proverbio evidenzia che i fortunati che nascono in questa notte sono investiti di poteri straordinari.[1]

San Giovanni e i fuochi[modifica | modifica wikitesto]

«San Giovanni col su' fogo
el brusa le strighe, el moro, e 'l lovo
»

"San Giovanni con il suo fuoco, brucia le streghe, il moro ed il lupo."
Il proverbio rileva l'usanza antica di accendere i fuochi, utili per allontanare la sfortuna e i contagi.

San Giovanni e gli inganni

"San Svan al fa veder l'ingan"

(dialetto emiliano)

"San Giovanni fa vedere gli inganni"

Il proverbio suggerisce di non mentire in questo giorno perché le bugie verrebbero scoperte.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Alla Notte di San Giovanni sono ispirate le seguenti opere:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Carlo Lapucci & Anna Maria Antoni, I proverbi del mese, pp. 172-174
  2. ^ La notte delle streghe: mito, storia, leggenda, su RomaStorie, 6 settembre 2018. URL consultato il 15 maggio 2022.
  3. ^ Annamaria Gnisci, Riti magici e tradizioni della notte di San Giovanni, su CalabriaMagnifica.it, 23 giugno 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Lapucci e Anna Maria Antoni, I proverbi del mese, Garzanti, 1985.
  • T. Buoni, Nuovo thesoro de' proverbij italiani, Venezia, 1604.
  • N. Castagna, Proverbi italiani raccolti e illustrati, Napoli, 1869.
  • U. Rossi, Proverbi agricoli, Firenze, 1931.
  • A. Pochettino, Tradizioni meteorologiche popolari, Torino, 1930.
  • A. Arthaber, Dizionario comparati di proverbi e modi proverbiali, Milano, 1929.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]