Neuroscienze contemplative

Le neuroscienze contemplative studiano i meccanismi neurali alla base della meditazione. L'oggetto di studio sono le manifestazioni neurologiche, psicologiche, epigenetiche, comportamentali, sociali e cognitive di uno stato mentale meditativo e calmo, compassionevole e disinteressato e allo stesso tempo all'erta (con piena consapevolezza del corpo). I ricercatori aspirano a comprendere tutti i tratti significativi dell'attenta consapevolezza di origine buddista (sati, Vipassana, mindfulness), prendendo le distanze dalle varie interpretazioni moderne di questo termine.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Anni 1960: appaiono i primi studi sull'attività cerebrale di esperti meditanti[1][2][3] che rilevano un aumento della potenza e dell'estensione spaziale delle onde alfa.

Anni 1970-1980: il primo a cercare di riprodurre lo stato meditativo in laboratorio è Arthur Deikman: i partecipanti devono osservare un vaso blu cercando di non pensare o sentire il proprio corpo. Tra gli altri pionieri ricordiamo: Alan Wallace, Richard Davidson e Daniel Goleman che iniziarono a condurre esperimenti per studiare gli effetti della meditazione descritta dal Buddismo e dallo Zen; Deane Shapiro interessato a tutti gli aspetti dell'autocontrollo. In assenza delle moderne tecniche di neuroimaging, i ricercatori cercavano di indagare gli stati contemplativi e meditativi della mente, osservando e misurando parametri fisiologici come il consumo di ossigeno, la resistenza della pelle, lo spettro dell'elettroencefalogramma (EEG)[4] e valutando le emozioni sulla base di questionari standard. Iniziarono così a discriminare tra stati alterati della mente e cambiamenti a lungo termine nei partecipanti. Le discipline che convergono sullo studio dell'argomento sono soprattutto la psicologia e la neurologia (e la medicina in generale). In particolare Jon Kabat-Zinn ha studiato gli effetti della mindfulness sullo stress e sulla riduzione del dolore cronico.

Anni 2000: nasce una nuova era. Grazie ai nuovi strumenti di indagine, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), la magnetoencefalografia (MEG) e i nuovi metodi di neurostimolazione, si moltiplicano gli studi. Nei meditatori esperti, oltre alle onde alfa già descritte, si rilevano anche onde theta[5] di grande ampiezza in un'ampia area dello scalpo e onde gamma[6]

Uno dei centri che ha contribuito maggiormente allo sviluppo della ricerca rigorosa nel campo delle neuroscienze contemplative è stato il Mind and Life Institute, fondato nel 1987 dal 14º Dalai Lama, Adam Engle (un imprenditore americano) e il defunto neuroscienziato cileno, Francisco Varela. Il primo dialogo pubblico del Mind and Life Institute, dal titolo "Investigare la Mente", si tenne al MIT nel 2003. Questa conferenza, a cui parteciparono 1.200 scienziati e contemplativi, segnò la nascita pubblica delle neuroscienze contemplative negli Stati Uniti d'America. Da allora sono stati sviluppati diversi programmi accademici per studenti, dottorandi e ricercatori interessati ad approfondire i molteplici studi in corso, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa e in Asia.

Sfide[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante alcune scoperte interessanti dovute all'utilizzo diffuso della fMRI, le neuroscienze contemplative stanno solo muovendo i primi passi. Alcuni problemi, ma anche potenziali indirizzi d'indagine sono: studiare i legami con l'etica; studiare l'espressione genica indotta; studiare l'alternativa al doppio-cieco, impossibile in questo tipo di indagini; studiare metodi che possano misurare la calma, la gentilezza, la consapevolezza attenta e la compassione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Kasamatsu A, Hirai T (1966) An electroencephalographic study on the zen meditation (Zazen). Fol Psychiatr Neuronal Jpn 20:315-336
  2. ^ Anand BK, Chhina GS, Singh B (1961) Some aspects of electroencephalographic studies in yogis. Electroencephalogr Clin Neurophysiol 13:452
  3. ^ Wenger MA, Bagchi BK (1961) Studies of autonomic functions in practitioners of Yoga in India. Behav Sci 6:312:323
  4. ^ Kugler JE(1982) Meditation and the electroencephalogram. Electroencephalogr Clin Neurophysiol Suppl. 35:391-398.
  5. ^ Takahashi T, Murata T, Hamada T, Omori M, Kosaka H, Kikuchi M, Yoshida H, Wada Y. (2005) Changes in EEG and autonomic nervous activity during meditation and their association with personality traits. Int J Psychophysiol 55(2):199-207.
  6. ^ Lutz A, Greischar LL, Rawlings NB, Ricard M, Davidson RJ (2004) Long-term meditators self-induce high-amplitude gamma synchrony during mental practice. Proc Natl Acad Sci U S A 101(46):16369-73.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

(EN) Center for Compassion and Altruism Research and Education - Stanford School of Medicine

(EN) UCLA Mindful Awareness Research Center

(EN) Center for Investigating Healthy Minds Archiviato il 27 maggio 2015 in Internet Archive.

(EN) Mind & Life Institute