Natalia Aspesi

Natalia Aspesi al XXIX Salone internazionale del libro 2016

Natalia Aspesi (IPA: /nataˈli.a ˈaspezi/[1][2]; Milano, 24 giugno 1929) è una giornalista, scrittrice e critica cinematografica italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La sua attività giornalistica ha avuto inizio, nel 1957[3], con gli articoli scritti sul quotidiano La Notte. In seguito, nei primi anni sessanta, è stata inviata de Il Giorno, per divenire successivamente critica cinematografica per il quotidiano La Repubblica[4]. Dai primi anni novanta cura, sul settimanale Il Venerdì di Repubblica, la rubrica Questioni di cuore, nella quale risponde con partecipazione e vivacità a lettere in cui persone espongono dubbi ed incertezze sull'amore e sul sesso. Firma la rassegna di critica cinematografica (Cinema) su «D-Donna».

Sensibile alle tematiche femministe, saggista, scrittrice di romanzi, nel 1973 ha pubblicato per Fabbri il suo primo libro, La donna immobile, cui sono seguiti Lui! Visto da lei (1978), Vivere in tre (1981), Il lusso e l'autarchia (1982) sulla storia della moda durante il regime fascista, e Questioni di amore: amori e sentimenti degli italiani all'ombra del Duemila (1994). Più avanti è stata critica nei confronti del «neofemminismo», tacciato di essere vittimista.[5]

Dura e storicamente priva di fondamento è stata la sua posizione sull'opera di Tolkien da lei definita un po' «naziskin».[6]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Natalia Aspesi è cugina di Anna Piaggi ed è stata la compagna di Antonio Sirtori dal 1985 fino alla morte di lui avvenuta nel 2012[7].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luciano Canepari, Natalia, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  2. ^ Luciano Canepari, Aspesi, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  3. ^ Franco Contorbia, Giornalismo italiano, 2ª ed., Milano, Arnoldo Mondadori, 2009, SBN IT\ICCU\UFE\0962136.
  4. ^ Maurizio Bertè, Intervista di Maurizio Bertè a Natalia Aspesi, in King, dicembre 1988.
    «Quando la Repubblica era ancora ai primi passi, il direttore Eugenio Scalfari per mesi le mandò dopo ogni articolo mazzi di rose, pare undici.»
  5. ^ Alessandro Nidi, Natalia Aspesi "Femminismo è vittimismo"/ "Biancaneve faccia la p*ttana e si diverta", su IlSussidiario.net, 25 maggio 2021. URL consultato il 27 maggio 2021.
  6. ^ Massimiliano Di Giorgio, Tolkien, i fasci e qualche equivoco (blog), su massimilianodigiorgio.com, 16 agosto 2012 [2001].
    «famosa saga fantasy, un po’ naziskin, scritta dal filologo inglese J.R. Tolkien che, data la sua passione per la mitologia celtica, entrerà certamente nelle scuole formigonbossiane della Lombardia come testo base di storia patria»
  7. ^ Gian Franco Ferraris, Natalia Aspesi: “I vecchi hanno solo un diritto, quello di morire. L’ipocrisia sui vecchi è tremenda, se non ci salviamo da soli è l’inferno”, su nuovatlantide.org, 7 Novembre 2020. URL consultato il 19 aprile 2021.
  8. ^ Prefazione del libro, su genova.mentelocale.it. URL consultato il 15 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2015).
  9. ^ Natalia Aspesi giornalista dell'anno, su ricerca.repubblica.it, 15 luglio 2001. URL consultato il 10 ottobre 2015 (archiviato il 4 marzo 2016).
  10. ^ A Natalia Aspesi il Premio Serao, su ricerca.repubblica.it, 10 marzo 2003. URL consultato il 10 ottobre 2015.
  11. ^ Scalfari e Aspesi vincono il De Sica, su ricerca.repubblica.it, 29 novembre 2013. URL consultato il 10 ottobre 2015 (archiviato il 4 marzo 2016).
  12. ^ Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana Sig.ra Natalia Aspesi, su quirinale.it. URL consultato il 9 ottobre 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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