Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio

Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio
La sede del Museo ferroviario
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàTrieste
IndirizzoVia Giulio Cesare, 1
Coordinate45°38′46.01″N 13°45′19.46″E / 45.646114°N 13.755406°E45.646114; 13.755406
Caratteristiche
TipoMateriale ferroviario
Istituzione1984
Sito web

Il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio è un museo triestino dedicato alla storia delle ferrovie del Friuli e della Venezia Giulia, e i relativi mezzi di locomozione, personale, sistemi di manutenzione e gestione. Sito nell'ex stazione ferroviaria di Campo Marzio, il museo è uno dei pochi in Italia completamente dedicati alle "strade ferrate".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il museo sorge l'8 marzo 1984 per l'iniziativa di un gruppo di volontari della "sezione appassionati trasporti" del Dopolavoro Ferroviario di Trieste. Il numero di oggetti esposti nel museo, inizialmente limitato, aumenta con le donazioni di reperti da parte di altri appassionati della storia delle ferrovie, fino a giungere a una collezione che, per quantità e qualità, è una vera "testimonianza storica" di un periodo che va dalla prima metà dell'Ottocento alla prima metà del Novecento.

Il 18 luglio 2017 il museo è stato chiuso per importanti lavori di restauro da parte della Fondazione FS Italiane.[1]

Il museo[modifica | modifica wikitesto]

La sede[modifica | modifica wikitesto]

Il museo ha sede nell'ex stazione ferroviaria di Campo Marzio, a Trieste. La prima stazione edificata sul luogo fu quella di Trieste Sant'Andrea aperta nel 1887 come capolinea della Ferrovia Trieste-Erpelle e che da quella stazione lungo la ferrovia Istriana permetteva di raggiungere Pola e Rovigno (attualmente in territorio croato). Nel 1902 si attestò in questo impianto anche la linea a scartamento ridotto della Parenzana.

L'edificio attuale fu costruito tra il 1901 e il 1906 su progetto dell'architetto Robert Seelig in quanto la stazione di Sant'Andrea era stata scelta come capolinea dell'importante ferrovia statale chiamata Ferrovia Transalpina, che congiungeva Trieste con il territorio interno austriaco e che, grazie ad alcune ramificazioni, arrivava a Vienna e Salisburgo. Questo nuovo impianto ferroviario era secondo per dimensioni e volume di trasporti solo all'odierna Stazione Centrale. Sotto l'esercizio FS (succedute alle KKStB) l'impianto mutò il nome originale da Triest Staatsbahnhof (Trieste Stazione dello Stato) in Trieste Campo Marzio.

La stazione è ancora dotata di quattro binari: alcuni tronchi e inutilizzati, altri che invece ospitano locomotive e tram d'epoca, facenti anch'essi parte della collezione museale che facevano parte della rete tranviaria locale.

L'esibizione permanente[modifica | modifica wikitesto]

L'interno[modifica | modifica wikitesto]

La vasta collezione del museo, comprendente cimeli storici di vario tipo, è ospitata in varie sale dell'ala un tempo dedicata ai passeggeri. Nel primo salone, quello principale, decorato in stile liberty, trovano posto molte fotografie (specialmente d'epoca), rappresentanti i mezzi e le stazioni del "periodo d'oro" delle ferrovie friulane, alcuni tracciati in scala funzionanti e altri cimeli che, per le loro dimensioni, necessitano di un'area adeguata. Nel corridoio principale vi sono reperti di piccole dimensioni, dedicati soprattutto al personale delle stazioni: vi trovano posto, per esempio, indumenti, documenti vari che spaziano da orari a schemi di funzionamento di locomotive e, particolarmente interessante, la ricostruzione di una biglietteria dei primi del '900. Vi sono poi altre sale laterali, che ospitano reperti aventi come tema le tranvie triestine, i sistemi di manutenzione dei binari, la gestione dei tracciati. Di particolare interesse sono un grande diorama in scala H0 e la ricostruzione dell'ufficio di un capostazione.

L'esterno[modifica | modifica wikitesto]

All'esterno del museo, sui binari, sono esposti locomotori, carrozze e tram d'epoca, alcuni di questi funzionanti.

Di particolare interesse, vi sono le antiche locomotive dell'800, alcune anche di grandi dimensioni; un veicolo ferroviario corazzato tedesco della Seconda guerra mondiale, e un'elettromotrice appartenente alla serie delle ALe 840[2].

Nei pressi dei binari, inoltre, sono rimaste ancora le attrezzature d'epoca, come un serbatoio idrico per i treni a vapore e segnali di transito.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Museo di Trieste Campo Marzio, su Fondazione FS Italiane. URL consultato il 2 novembre 2022 (archiviato il 22 ottobre 2020).
  2. ^ Merisio, pp. 110-111.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gian Guido Turchi, Trieste: verso un museo ferroviario, in "I Treni Oggi" n. 7 (marzo 1981).
  • Roberto Carollo, Leandro Steffè, Il Museo Ferroviario di Trieste Campo Marzio, Edizioni Luglio, Trieste, 2007. ISBN 978-88-89153-23-9
  • Luca Merisio e Antonio Polito, Indice delle illustrazioni, in Italia della nostra gente - Treni ad altra velocità, Roma, Ecra - Edizioni del Credito Cooperativo, 2023.

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