Museo egizio (Torino)

Museo Egizio
L'ingresso del museo
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàTorino
IndirizzoVia Accademia delle Scienze 6
Coordinate45°04′06″N 7°41′04″E / 45.068333°N 7.684444°E45.068333; 7.684444
Caratteristiche
TipoArcheologico, egittologico
Istituzione1824
FondatoriCarlo Felice di Savoia
Apertura1824
ProprietàMinistero della Cultura
GestioneFondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino
DirettoreChristian Greco
Visitatori898 500 (2022)
Sito web

Il Museo Egizio di Torino è il museo più antico, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica[1][2] ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo[3][4]. Nel 2004 il Ministero dei beni culturali l'ha affidato in gestione alla Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino[5].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Primo allestimento della collezione Drovetti al piano terreno del Museo Egizio. Disegno di Marco Nicolosino, 1832.
Una delle sale al primo piano del museo con l'allestimento tardo-ottocentesco. Dipinto di Lorenzo Delleani, 1881.

Il primo oggetto che diede origine a una collezione di reperti, primo nucleo di quello che diventerà il museo,[6] fu la Mensa isiaca, tavoletta bronzea giunta a Torino intorno al 1626 quando fu acquistata da Carlo Emanuele I di Savoia. La Mensa suscitò enorme interesse fra gli studiosi al punto che, verso la metà del XVIII secolo, si volle inviare una spedizione in Egitto per scoprire i fondamenti storici della tavoletta.[6]

Tra il 1759 e il 1762 il botanico e professore universitario Vitaliano Donati, che era anche appassionato egittologo, ebbe perciò l'incarico di recarsi in Egitto per effettuare degli scavi; egli ritrovò vari reperti, tra cui tre grandi statue: il faraone Ramses II in granito rosa, la dea Sekhmet assisa e la dea Iside rinvenuta a Copto; tutto il materiale fu inviato al Museo dell'Università di Torino.[7]

All'inizio dell'800, all'indomani delle campagne napoleoniche in Egitto, in tutta Europa scoppiò una vera e propria moda per il collezionismo di antichità egizie. Bernardino Drovetti, piemontese, console generale di Francia durante l'occupazione in Egitto, collezionò in questo periodo più di 7000 pezzi tra statue, sarcofaghi, mummie, papiri, amuleti e monili vari. Drovetti nel 1816 aveva offerto alla Francia la sua collezione, ma in seguito al rifiuto del governo di Parigi, propose la stessa al re Carlo Felice che, seguendo il parere di illuminati consiglieri della corte, acquistò nel 1824 questa grande collezione per la cifra di 400.000 lire[7] e, unendovi altri reperti di antichità classiche di Casa Savoia, tra cui la collezione Donati, diede vita al primo Museo Egizio del mondo.[8]. La raccolta arrivò prima a Genova via nave poi, appena giunse a Torino, venne posta nelle sale dell'Accademia delle Scienze; qui si recò Jean-François Champollion che presenziò all'apertura delle numerose casse ed ebbe modo così di verificare sugli originali, in questa grande quantità di materiale, quanto aveva scoperto[6].

Dal catalogo che fu pubblicato nel 1888 a opera della direzione del Museo, la collezione di reperti egizi, con ulteriori acquisizioni, contò 7400 pezzi a cui si aggiunsero in seguito anche parte dei reperti appartenenti alla raccolta di Athanasius Kircher, padre gesuita ed egittologo del seicento.[9] Nel 1894 divenne Sovrintendente del Museo Ernesto Schiaparelli che era stato allievo di Gaston Maspero; egli, come farà poi il suo successore Farina, promosse nuovi scavi in Egitto, ottenendo così nuove acquisizioni e documentazioni dalla fase più antica fino all'epoca copta, mettendosi personalmente a condurre almeno quindici importanti campagne di scavi[6]. In questo modo, intorno agli anni trenta del '900, la collezione arrivò a contare oltre 30 000 pezzi in grado di testimoniare ed illustrare tutti i più importanti aspetti dell'Antico Egitto, dagli splendori delle arti agli oggetti comuni di uso quotidiano.[3]

Il museo è dedicato esclusivamente all'arte e alla civiltà egizia. Al suo interno si possono trovare gruppi statuari, mummie, papiri, arredi funerari e di uso comune e tutto ciò che riguarda l'antico Egitto, compresi animali imbalsamati.

Nel 2013 il museo è stato inserito dal quotidiano britannico The Times nella classifica dei 50 migliori musei del mondo.[10]

Dopo lavori di ristrutturazione e ampliamento, il 1º aprile 2015 il museo, con un'estensione di 12000 ,[11] completamente ristrutturato è stato nuovamente inaugurato con una superficie espositiva più che raddoppiata, una sala mostre, e aree per la didattica. Il museo risulta suddiviso in cinque piani espositivi (quattro piani fuori terra e uno sotterraneo) con un percorso di visita cronologico. Alcuni di questi interventi di ampliamento sono stati realizzati grazie al Gioco del Lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/1996[12]. Il museo dispone oggi di quarantamila reperti, in parte esposti in sale dotate di un moderno impianto di controllo igrotermico.

Inoltre il museo è fornito di un'importante biblioteca, spazi di restauro e studio di mummie e papiri e dal giugno 2015 partecipa a una spedizione archeologica internazionale in Egitto.[13]

Dopo un anno dalla riapertura, con il nuovo allestimento il risultato è di quasi un milione di visitatori, posizionandosi così tra i musei più visitati d'Italia[14].

Il 29 giugno 2022 viene inaugurato il giardino botanico, visitabile gratuitamente, dedicato alla flora dell'antico Egitto[15][16].

Sala con le statue della dea Sekhmet

Collezione[modifica | modifica wikitesto]

Nel museo sono presenti più di 40 000 pezzi che coprono il periodo dal paleolitico all'epoca copta. Sono esposte ben ventiquattro mummie umane visibili e diciassette animali. I papiri completi sono settecento, mentre i frammenti assommano a diciassettemila.

Le esposizioni più importanti sono:

Gestione[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 ottobre 2004 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha conferito per trent'anni la gestione dei beni del Museo ad una apposita fondazione, la "Fondazione museo delle antichità egizie", di cui fanno parte la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT. In tal modo il Museo egizio viene gestito da istituzioni pubbliche locali e insieme gode dei finanziamenti delle fondazioni bancarie e di una maggiore autonomia gestionale. Primo presidente della fondazione è stato Alain Elkann[17]. L'attuale presidente della fondazione è Evelina Christillin, indicata dal ministero, in carica dal 2012[18]

Sede e attività[modifica | modifica wikitesto]

Ha sede nello storico Palazzo dell'Accademia delle Scienze, sede dell'omonima Accademia, che ha ospitato anche la Galleria Sabauda fino all'aprile 2012, eretto nel XVII secolo dall'architetto Guarino Guarini.

Nel 2006, l'anno dei giochi olimpici, è stato visitato da 554.911 persone, con un aumento del 93,8% rispetto al 2005[19].

Nel 2008 il raggruppamento Isolarchitetti vince la gara internazionale per scegliere i progettisti del nuovo museo con un progetto firmato insieme a Dante Ferretti. Dal 2014 il direttore del museo è Christian Greco. Il 1º aprile 2015 è stato riaperto dopo 3 anni e mezzo di lavori.[20]

Visitatori[modifica | modifica wikitesto]

A seguito dell'exploit dopo la riapertura del 2016, nel 2017 i Premi Travellers' Choice di TripAdvisor classificano il Museo Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia[21], al nono in Europa[22] e al quattordicesimo nel mondo.[23]

Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato[24].

Nel 2022 ha fatto registrare 898 500 visitatori, confermandosi tra i musei più visitati d'Italia.[25]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Il museo è stato utilizzato nella realizzazione dei seguenti film:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vittoria Morganti e Emanuele Gabardi, Musei di Torino. Nuovi modi di comunicare cultura e bellezza nella prima capitale d'Italia, FrancoAngeli, 2015, p. 63, ISBN 9788891722065.
  2. ^ Il Museo Egizio di Torino, su italia.it. URL consultato il 26 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2022).
  3. ^ a b Torino e il suo territorio: le piazze, le regge, i musei, il Po, la collina e le Alpi, Milano, Touring Editore, 2010, pp. 74-76, ISBN 978-88-365-4965-8.
    «Il più importante al mondo dopo quello del Cairo, il Museo Egizio è un dei luoghi più celebri della città»
  4. ^ Lorenzo Taffarel, Ora so... di più! 5: Storia / Geografia: guida per l'insegnante, Casa Editrice Tredieci Srl, 2015, p. 133, ISBN 9788860720801.
  5. ^ La storia della Fondazione, su museoegizio.it.
  6. ^ a b c d Anna Maria Donadoni Roveri, Museo Egizio Torino. Presentazione, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1994, ISBN 88-240-0319-2.
  7. ^ a b AA.VV., Egittomania, vol. II, p. 58
  8. ^ Touring Club Italiano, Torino e provincia - Guide d'Italia, Touring Editore, 2004, p. 62, ISBN 978-88-365-3010-6.
  9. ^ Jean Vercoutter, À la recherche de l'Égypte oubliée, Parigi, Gallimard, 1986
  10. ^ Museo dell'Automobile e l'Egizio tra i migliori del mondo per il Times
  11. ^ Storia del Museo egizio
  12. ^ Il Gioco del Lotto e i Beni Culturali, su artribune.com. URL consultato il 29 febbraio 2024.
  13. ^ Christian Greco, l'Indiana Jones d'Egitto: "Io, custode dei faraoni in missione nel deserto, su torino.repubblica.it. URL consultato il 2 aprile 2016.
  14. ^ "Un milione di visitatori per il "nuovo" Egizio", La Stampa, 1/4/2016
  15. ^ Un cortile con i fiori dell'antico Egitto a colorare il Museo Egizio, su rainews.it, 28 giugno 2022. URL consultato il 3 luglio 2022.
  16. ^ A Torino un nuovo giardino ispirato alla vegetazione dell'Antico Egitto, su arte.sky.it. URL consultato il 3 luglio 2022.
  17. ^ Atto costitutivo della fondazione
  18. ^ La fondazione
  19. ^ Il Museo Egizio di Torino, su experiences.it. URL consultato il 13 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2018).
  20. ^ È nato il nuovo museo, LaStampa.it, 2015. URL consultato il 31 marzo 2015.
  21. ^ Top 10 dei musei - Italia
  22. ^ TripAdvisor, museo Egizio più apprezzato
  23. ^ Top 25 più bei musei - Mondo
  24. ^ Musei, Top 30: Colosseo, Uffizi e Pompei superstar nel 2019, su beniculturali.it. URL consultato il 25 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2020)..
  25. ^ La classifica mondiale dei musei più visitati: Louvre sempre primo al mondo, in Italia dominano gli Uffizi, su Il Giornale dell'arte. URL consultato il 7 aprile 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Egittomania, vol. II, De Agostini
  • Wolfgang Kosack: Schenute von Atripe De judicio finale. Papyruskodex 63000.IV im Museo Egizio di Torino. Einleitung, Textbearbeitung und Übersetzung herausgegeben von Wolfgang Kosack. Brunner, Berlin 2013. ISBN 978-3-9524018-5-9
  • Wolfgang Kosack: Basilios "De archangelo Michael": sahidice Pseudo - Euhodios "De resurrectione": sahidice Pseudo - Euhodios "De dormitione Mariae virginis": sahidice & bohairice: < Papyruskodex Turin, Mus. Egizio Cat. 63000 XI. > nebst Varianten und Fragmente. In Parallelzeilen ediert, kommentiert und übersetzt von Wolfgang Kosack. Verlag Christoph Brunner, Berlin 2014. ISBN 978-3-906206-02-8.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (ITEN) Sito ufficiale, su museoegizio.it. Modifica su Wikidata
  • Museo Egizio, une civiltà diventa racconto, Giovedì Scienza speciale scuole, 12 febbraio 2016, da Christian Greco, direttore della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, su youtube.com.
  • (ITEN) Gli Scarabei, associazione sostenitori delle attività del Museo Egizio di Torino dal 2007, con l'intento di valorizzare opere e progetti.
Controllo di autoritàVIAF (EN134577059 · ISNI (EN0000 0001 2162 2210 · GND (DE1006866-1 · J9U (ENHE987007265761305171