Museo diocesano (Brescia)

Museo diocesano di Brescia
La facciata lungo via Gasparo da Salò
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Località Brescia
IndirizzoMonastero di San Giuseppe

Via Gasparo da Salò 13

Coordinate45°32′28.47″N 10°13′14.22″E / 45.541241°N 10.220616°E45.541241; 10.220616
Caratteristiche
TipoCattolicesimo, Arte
Istituzione1978
FondatoriLuigi Morstabilini
Apertura1978
Visitatori26 000 (2022)
Sito web
Questa voce riguarda la zona di:
Via San Faustino
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Il Museo diocesano di Brescia è il museo del patrimonio artistico della diocesi di Brescia, situato nel chiostro grande del monastero di San Giuseppe, in via Gasparo da Salò, a poca distanza da Piazza della Loggia.

Il museo, fondato dal vescovo Luigi Morstabilini nel 1978, raccoglie numerose opere d'arte provenienti da tutto il territorio della diocesi, esteso alla provincia di Brescia, spazianti tra dipinti, sculture, oggetti di oreficeria e tessuti liturgici. Il museo è inoltre sede regolare di esposizioni d'arte sacra legate al contesto bresciano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'idea di costituire un museo diocesano a Brescia risale agli anni 1970. Dell'iniziativa si fece carico monsignor Angelo Pietrobelli, il quale individuò nel chiostro maggiore di San Giuseppe una sede prestigiosa ed adeguata. Lungo e complesso è stato il processo di acquisizione della proprietà da parte della Diocesi di Brescia, risolto con un'apposita legge parlamentare.

Nel 1978, il vescovo di Brescia Luigi Morstabilini istituì canonicamente la “Fondazione di religione” denominata “Museo Diocesano di Arte Sacra”, inaugurato il 23 dicembre.

Il 21 aprile 1988, il vescovo di Brescia Bruno Foresti sostituì il precedente statuto con uno nuovo, in cui si stabilisce che, oltre al recupero e alla conservazione di opere d'arte e di materiali della Diocesi minacciati di rovina e di dispersione, sono finalità del museo anche attività di restauro, iniziative culturali e animazioni didattiche. Sempre grazie al vescovo Foresti, il chiostro maggiore di San Giuseppe venne totalmente restaurato. Lo statuto, riveduto dal vescovo Giulio Sanguineti è stato alla base del riconoscimento civile della fondazione canonica.

Dal febbraio 2010 il Museo Diocesano di Brescia è Fondazione Canonica riconosciuta dallo Stato Italiano come Fondazione di Religione e di Culto.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Le opere sono organizzate in quattro sezioni:

  • La galleria diocesana:
  • La raccolta dei codici miniati;
  • L'oreficeria;
  • Il tessuto liturgico.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Antonio Vivarini, Polittico di sant'Orsola, 1440-1445
Il Moretto, Madonna col Bambino in gloria con san Giovanni Evangelista, il beato Lorenzo Giustiniani e l'allegoria della Sapienza Divina, 1545-1550
Andrea Celesti, Madonna col Bambino tra i santi Anna, Giacomo e Benedetto, 1693
Mariegola di Collio, 1523

Nella galleria sono raccolte un centinaio di opere provenienti dal territorio della diocesi, tra le quali si annoverano dipinti di Giovanni Battista Pittoni, Il Moretto, Romanino, Andrea Celesti, Giuseppe Tortelli, Pietro Avogadro, Francesco Savanni, Paolo Veneziano e Giambattista Tiepolo.

Giuseppe Amatore
Antonio Calegari
  • Crocifisso, scultura lignea, metà XVIII secolo
Francesco Capella
  • Rebecca al pozzo
Andrea Celesti
Antonio Cifrondi
  • Dodici apostoli, olio su tela, fine XVII secolo-inizio XVIII secolo
Il Moretto
  • Madonna col Bambino in gloria con san Giovanni Evangelista, il beato Lorenzo Giustiniani e l'allegoria della Sapienza Divina
  • San Rocco medicato da un angelo
Maffeo Olivieri
Giovanni Battista Pittoni
  • Madonna con Gesù Bambino, san Leonardo e san Francesco da Paola, olio su tela, prima metà XVIII secolo
Romanino
  • San Girolamo
Giambattista Tiepolo
  • Battesimo di Costantino, olio su tela, 1757-1759
Tintoretto
Paolo Veneziano
  • Madonna col Bambino, metà XIV secolo
Antonio Vivarini
Francesco Zugno, Francesco Fontebasso, Battaglioli, Buratto, Maggiotto, Giuseppe Bazzani, Francesco Savanni

Codici miniati[modifica | modifica wikitesto]

La sezione ospita ventidue codici miniati, databili dal XII al XVI secolo e provenienti quasi esclusivamente dalla Biblioteca capitolare di Brescia. I manoscritti più antichi furono realizzati per Jacopo de Atti, vescovo di Brescia (1335 - 1344), e raccolgono per opere con miniature di scuola francese e bolognese. Di grande importanza:

Oreficeria[modifica | modifica wikitesto]

La sezione dedicata all'oreficeria espone in ordine cronologico e tipologico, un considerevole gruppo di suppellettili liturgiche, databili dalla seconda metà del XV secolo al XIX secolo, opera di argentieri ed orefici brescani, veneti e milanesi. Di notevole interesse:

  • Un turibolo architettonico (XV secolo), in rame sbalzato, di bottega lombardo-veneta
  • Il calice (seconda metà del XV secolo), di manifattura italiana, decorato con smalti
  • La croce astile (inizio del XVI secolo) con figure a getto applicate alla sommità dei bracci e clipei decorati con raffigurazioni ad incisione
  • Il Reliquiario Gambara (metà del XVI secolo), in ebano e argento, opera di un argentiere romano
  • Un ostensorio (primo quarto del XVII secolo), in argento sbalzato, con punzone di Girolamo Quadri
  • Il Calice di Pontevico (1714), in oro, argento e pietre preziose, capolavoro dell'orefice milanese Carlo Grossi
  • Il Reliquiario di san Gaudenzio
  • Il Reliquiario di san Crispino
  • Una croce da tavolo, dorata con pietre dure, proveniente dalla chiesa di Sant'Eufemia della Fonte

Tessuto liturgico[modifica | modifica wikitesto]

La sezione dedicata al tessuto liturgico, inaugurata nel 1997, comprende una collezione di paramenti liturgici (fine del XV secolo - inizio del XIX), per lo più di manifattura veneziana e francese, esposti per significato, colori, simboli e stili. Di notevole interesse:

  • Una croce di pianeta (prima metà del XVI secolo) di manifattura tedesca;
  • Pianeta (1720 - 1730) in damasco lanciato, di manifattura veneziana;
  • Pianeta (1735 - 1740) in lampasso broccato, di manifattura francese;
  • Pianeta (1750 - 1760) di manifattura francese.

In una sala è stato ricostruito un telaio del XVII secolo accompagnato da pannelli didattici che illustrano la storia della tessitura.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomini Miari Erminia, Mariani Paola, Musei religiosi in Italia, Milano 2005, pp. 127 – 128
  • Zuffi Stefano, I Musei Diocesani in Italia. Primo volume, Palazzolo sull'Oglio (BS) 2003, pp. 44 – 48

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Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN167490917 · ISNI (EN0000 0001 2198 3219 · LCCN (ENn94119116 · WorldCat Identities (ENlccn-n94119116