Museo di antropologia ed etnologia

Museo di antropologia e etnologia
Sala del Museo di Antropologia e Etnologia, con statua equestre dei Kalash, regione del Chitral, Pakistan
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàFirenze
IndirizzoVia del Proconsolo 12
Coordinate43°46′18.1″N 11°15′30.12″E / 43.771694°N 11.258367°E43.771694; 11.258367
Caratteristiche
TipoAntropologia, Etnologia
Istituzione1869
Visitatori14 405 (2022)
Sito web

Il Museo di antropologia e etnologia di Firenze conserva ed espone preziose collezioni etnografiche, testimonianze delle culture dei popoli del mondo.

Le collezioni, per un totale di circa 25.000 manufatti, comprendono anche oggetti etnografici arrivati a Firenze nel Cinquecento grazie ai Medici, come una tromba da guerra del Congo e clave e mantelli dei Tupinamba: così la famiglia Medici stupiva i visitatori delle proprie Wunderkammer, o "camere delle meraviglie", piccoli musei privati.

Il Museo è parte del sistema museale universitario dell'Università degli Studi di Firenze [1] e articolazione del Museo di Storia Naturale di Firenze; si trova in via del Proconsolo all'interno dello storico palazzo Nonfinito.

Nella sede del Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze sono conservate anche collezioni a disposizione di studiosi: resti scheletrici dell'Homo sapiens, modelli di gesso (gipsoteca), ma anche strumenti scientifici e un archivio fotografico costituito sin dal 1869.

Il palazzo Nonfinito[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo Nonfinito.

Collocato nelle vicinanze del duomo, fu iniziato nel 1593 per Alessandro di Camillo Strozzi, ma come lascia intendere il nome, rimase incompiuto.

Il museo[modifica | modifica wikitesto]

Il museo è stato fondato nel 1869 dall'antropologo Paolo Mantegazza e poi nel 1922 venne rifondato come il primo museo italiano dedicato all'antropologia ed alla ricerca etnografica. Gestito dall'Università di Firenze, ha un enorme patrimonio distribuito su 25 sale che include oggetti da moltissime popolazioni del pianeta, dalle culture africane (in special modo dalle ex-colonie italiane quali Libia e Somalia, ma anche Etiopia e Africa sub-sahariana), a quelle asiatiche (soprattutto Indonesiana, ma anche delle steppe mongoliche e degli Ainu del Giappone), dalle isole dell'Oceania alle tribù indigene dell'Amazzonia.

I reperti iniziarono a confluire fin dall'epoca dei granduchi medicei, attratti da qualsiasi curiosità esotica, fino alle numerose spedizione dei secoli successivi, fra le quali spicca la terza spedizione di Sir James Cook.

Culture e popoli documentati nel museo[modifica | modifica wikitesto]

Africa[modifica | modifica wikitesto]

Tre cucchiai d’avorio con manico scolpito. Parte delle collezioni medicee del Museo.

Gli oggetti più antichi risalgono alle collezioni della casata dei Medici: tra questi, i raffinati cucchiai in avorio nello stile Bini-Portoghese dall'antico regno del Benin sono tra i più antichi manufatti provenienti dall'Africa in una collezione europea.[2]

Asia[modifica | modifica wikitesto]

Nativi americani[modifica | modifica wikitesto]

La gigantesca statua lignea del Patagone
  • Eschimesi (arpioni, asce antropomorfe rituali... spedizione Cook)
  • Nativi americani (mocassini in pelle di cervo, cinture, cestelli di fibre vegetali, recipienti di ceramica, pipe cerimoniali o calumet)
  • Aztechi (dalle collezioni medicee)
  • Incas (dalle collezioni medicee, esempi di manufatti tessili, metallurgici in oro, argento, rame e bronzo, ceramica domestica e rituale risalente fin dal IX secolo)
  • Culture peruviane (mummie accovacciate in posizione fetale, mummificazione naturale per fattori climatici)
    • Quipu (cordicelle con nodi usati per il calcolo)
  • Popolazioni Amazzoniche (teste-trofeo, essiccate dopo aver estratto il cervello per impadronirsi del valore militare dell'ucciso, venivano legate alla cintura con corde cucite alle labbra)
  • Argentina (bardature dei gauchos; interessante la scultura del Patagone, alta più di due metri e realizzata nel Seicento secondo un'interpretazione letterale delle cronache dei primi esploratori)
    • Calchaqui (vasi di terracotta, grande urna funeraria per seppellire i bambini)
    • Fuegidi (oggetti in pietra, osso e conchiglia)

Oceania[modifica | modifica wikitesto]

Europa[modifica | modifica wikitesto]

È anche esposta una serie di strumenti antropometrici usati per misurare le caratteristiche anatomiche degli individui.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il sistema museale, su sma.unifi.it | Sistema Museale di Ateneo. URL consultato il 10 gennaio 2021.
  2. ^ Moggi Cecchi e Stanyon, pp. 49-51.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sandra Carlini, Lara Mercanti, Giovanni Straffi, I Palazzi parte prima. Arte e storia degli edifici civili di Firenze, Alinea, Firenze 2001.
  • Jacopo Moggi Cecchi e Roscoe Stanyon, Il Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Firenze. Le collezioni antropologiche ed etnologiche, Firenze University Press, 2014, ISBN 978-88-6655-611-4.
  • Claudio Paolini, Borgo degli Albizi, case e palazzi di una strada fiorentina, Edizioni Polistampa, Firenze 2008. ISBN 978-88-596-0411-2.
  • Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, Le Lettere, Firenze 1995 ISBN 88-7166-230-X.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Le altre sezioni del Museo di Storia Naturale di Firenze sono:

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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