Movimento Hasm

Movimento Hasm
حسم
Attiva2015 - in attività
NazioneBandiera dell'Egitto Egitto
IdeologiaIslamismo
Componenti
Attività
Azioni principaliAttentato del Cairo del 4 agosto 2019 (accusa non verificata)
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Il Movimento delle Braccia d'Egitto (in arabo حركة سواعد مِصر? Ḥarakat Sāwa'd Miṣr), comunemente noto come Movimento Hasm (in arabo حسم?), è un gruppo terroristico di matrice islamista attivo in Egitto.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le attività del Movimento Hasm prendono avvio nel 2015, quando il gruppo si costituisce nell'ambito della rete transnazionale del terrorismo islamista. Tuttavia, fa la sua comparsa nelle cronache solo il 5 agosto 2016, quando alcuni membri di Hasm rivendicano il tentato omicidio di ʿAlī Jumʿa, ex Gran Mufti d'Egitto in carica dal 2003 al 2013.[2]

Il 29 settembre dello stesso anno il Movimento tentò di uccidere il procuratore generale aggiunto Zakaria Abdel Aziz mentre stava tornando a casa dal suo ufficio. La bomba fortunatamente mancò sia Aziz che il suo entourage, mentre ferì lievemente un passante.[3]

Poco più di un mese dopo, il 4 novembre, il gruppo rivendicò un attentato ad Ahmed Aboul Fotouh, uno dei tre membri della giuria che l'anno precedente aveva condannato l'ex Presidente Mohamed Morsi a vent'anni di carcere.[4]

Ancora nel 2016, precisamente il 9 dicembre, il Movimento Hasm rivendicò un altro attentato, stavolta a un posto di blocco non lontano dalla Necropoli di Giza, alla periferia occidentale del Cairo. Il bilancio dell'attacco fu di sei vittime, tutti agenti di polizia.[5]

Rimasto silente per quasi tre anni, il gruppo tornò a far parlare di sé l'11 aprile 2019 quando le forze governative egiziane uccisero 6 membri del gruppo in uno scontro armato.[6] Pochi mesi dopo, il 4 agosto, in seguito a un attentato nel cuore del Cairo che provocò 20 morti e 47 feriti,[7] Hasm fu accusato di esserne il responsabile. Il gruppo tuttavia negò ripetutamente il proprio coinvolgimento nell'attacco.[8]

Relazioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Al 2020 il Movimento Hasm è considerato un gruppo terroristico dai seguenti paesi:

Paese Data Note
Bandiera del Regno Unito Regno Unito 22 dicembre 2017 [9]
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti d'America 31 gennaio 2018 [10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ What Is the Hasm Movement?, in Tony Blair Institute for Global Change, 3 novembre 2017. URL consultato il 12 agosto 2020.
  2. ^ Amr Mostafa, Who's behind assassination attempt on former Egyptian mufti?, in Al-Monitor, 16 agosto 2016. URL consultato il 12 agosto 2020.
  3. ^ Recently-emerged militant group claims attack on Egyptian prosecutor, Al Arabiya, 30 settembre 2016. URL consultato il 12 agosto 2020.
  4. ^ Mohamed el Sherif e Ahmed Aboulenein, Egyptian judge who tried Mursi survives assassination attempt, in Kevin Liffey (a cura di), Reuters, The Thomson Reuters Trust Principles, 4 novembre 2016. URL consultato il 12 agosto 2020.
  5. ^ Lizzie Dearden, Bombing kills six near pyramids in Cairo, a cura di The Independent, 9 dicembre 2016. URL consultato il 12 agosto 2020.
  6. ^ Security forces kill 6 terrorist affiliated with Hasm, in Egypt Today, 12 aprile 2019. URL consultato il 12 agosto 2020.
  7. ^ Nadine Awadalla e Nafisa Eltahir, Car involved in Cairo blast contained explosives: interior ministry, in Angus MacSwan (a cura di), Reuters, The Thomson Reuters Trust Principles, 5 agosto 2019. URL consultato il 12 agosto 2020.
  8. ^ Sudarsan Raghavan, Explosives-packed car kills 20, injures dozens in Cairo collision, in Heba Farouk Mahfouz (a cura di), Washington Post, 5 agosto 2019. URL consultato il 12 agosto 2020.
  9. ^ AP, UK designates ‘Hasm’, ‘Liwaa el-Thawra’ militant groups in Egypt as 'terrorist', in Al Arabiya, Al Arabiya, 22 dicembre 2017. URL consultato il 12 agosto 2020.
  10. ^ State Department Terrorist Designations of Ismail Haniyeh, Harakat al-Sabireen, Liwa al-Thawra, and Harakat Sawa'd Misr (HASM), Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America, 31 gennaio 2018. URL consultato il 12 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2018).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]