Monte Argentera

Monte Argentera
La cresta del monte Argentera dal Corno Stella alla Cima di Nasta. In primo piano, la costiera della Madre di Dio.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Piemonte
Provincia  Cuneo
Altezza3 297 m s.l.m.
Prominenza1 295 m
Isolamento53,03 km
CatenaAlpi
Coordinate44°10′39.55″N 7°18′19.47″E / 44.177652°N 7.305407°E44.177652; 7.305407
Data prima ascensione18 agosto 1879
Autore/i prima ascensioneWilliam Auguste Coolidge con le guide Christian Almer e Ulrich Almer
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Argentera
Monte Argentera
Mappa di localizzazione: Alpi
Monte Argentera
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Occidentali
Grande SettoreAlpi Sud-occidentali
SezioneAlpi Marittime e Prealpi di Nizza
SottosezioneAlpi Marittime
SupergruppoCatena Argentera-Pépoiri-Matto
GruppoGruppo dell'Argentera
SottogruppoMassiccio dell'Argentera
CodiceI/A-2.1-B.6.a

Il monte Argentera (3.297 m[1]) è una montagna delle Alpi Marittime, di cui rappresenta la massima elevazione.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Si trova nell'alta valle Gesso, in provincia di Cuneo, sul confine tra i comuni di Entracque e Valdieri.

La vetta non si trova sullo spartiacque italo-francese, ma su una dorsale secondaria. Questa si stacca dallo spartiacque principale in corrispondenza della cima Ghiliè, e procede in direzione generale nord fino a culminare alla cima sud dell'Argentera, da dove procede ancora, arrivando poi a digradare verso il vallone di Lourousa.

Il monte è una struttura morfologicamente complessa, indicato come serra dell'Argentera. Il corpo principale è formato da una serie di vette allineate in direzione sud-nord, ovvero, da sud:[2]

Il gruppo presenta inoltre altre cime rilevanti su alcune dorsali secondarie che si diramano dalla serra principale.

Dalla cima Genova, una dorsale scende in direzione ovest-sud-ovest verso il piano della casa del Re, nella valle Gesso della Valletta; su questa dorsale si incontrano, da est ad ovest:

Dalla cima Genova, la dorsale principale scende invece verso sud fino al passo dei Detriti (3122 m), per poi risalire alla cima Paganini (3051 m).

Dalla cima nord, un'altra dorsale scende rapidamente verso ovest-nord-ovest, dividendo il canale della Forcella a sud dal canale Gunther a nord.

Dalla punta Gelas di Lourousa, una dorsale secondaria dirama verso nord-ovest, incontrando nell'ordine:

Da punta Plent la dorsale si biforca; un ramo scende verso ovest, con la cima del Souffi (2710 m); l'altro scende invece verso nord-ovest, incontrando la punta Stella (2567 m).

Sempre dalla punta Gelas di Lourousa, la dorsale principale procede per breve tratto incontrando subito il monte Stella (3262 m); il breve tratto tra punta Gelas di Lourousa e monte Stella chiude la testata del canalone di Lourousa.

Dal monte Stella la dorsale principale prosegue verso nord, poi piegando verso nord-nord-ovest, separando il canalone di Lourousa dal vallone di Lourousa, nel quale va a digradare. Una dorsale secondaria si stacca invece in direzione est, e piega a semicerchio assumendo poi una direzione sud-est, incontrando nello scendere il passo del Chiapous ed il passo del Porco (2580 m) per poi digradare in direzione sud-est fino al bacino del Chiotas.

Dal punto di vista geologico, la montagna appartiene ad una struttura geologica tipica, denominata appunto "massiccio cristallino dell'Argentera". Si tratta essenzialmente di gneiss di varia composizione e diverso grado di scistosità, con locali affioramenti di graniti.[3]

Il nome deriva dal latino argentum (argento). Molto probabilmente il toponimo deriva dall'innevamento perenne della montagna (almeno in tempi passati), che la rendeva simile all'argento.[4]

Ascensione alla vetta[modifica | modifica wikitesto]

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Il gruppo visto da ovest

Prima ascensione[modifica | modifica wikitesto]

La prima ascensione fu compiuta il 18 agosto 1879 da William Auguste Coolidge e le sue guide Christian Almer e Ulrich Almer. Essi percorsero il Couloir di Lourousa, canale di neve diventato classico presso gli alpinisti locali, ridiscendendo per la stessa via.[2][5]

Un itinerario più facile, ovvero l'attuale via normale lungo la parete est, è stato scoperto il 16 agosto 1882 da G. Dellepiane, U. Ponta, R. Audisio.[2][4][5]

Via normale - cima sud[modifica | modifica wikitesto]

La via normale alla vetta ha inizio dal passo dei detriti, sulla parte meridionale della dorsale dell'Argentera. Al passo si può giungere sia da ovest (valle Gesso della Valletta) che da est (valle Gesso di Entracque). L'avvicinamento da ovest prevede di risalire il vallone di Assedras dal piano della casa del Re; ci si può appoggiare al rifugio Remondino. L'avvicinamento da est parte dal bacino del Chiotas, dove sorge il rifugio Genova-Figari, e passando per il bivacco del Baus (2668 m) si arriva al passo.

Dal passo si traversa sul versante est fino a raggiungere l'evidente cengia percorsa per la prima volta nel 1882. Si segue la cengia, che presenta un passaggio in discesa di un certo impegno, fino alla base della vetta, dove la cengia si biforca in due canaline parallele. Si risale a piacere una qualsiasi delle canaline, fino a raggiungere la cresta, da dove si guadagna la croce di vetta. Dal passo alla vetta il percorso dura circa un'ora.[2]

Si tratta di un itinerario di tipo alpinistico, con grado di difficoltà valutato in F+ in buone condizioni. Ad inizio stagione, è possibile incontrare neve, che rende il percorso più difficile.[2]

Via normale - cima nord[modifica | modifica wikitesto]

La via normale alla cima nord si sviluppa in senso opposto, dal passo del porco nel vallone del Chiapous. L'avvicinamento in questo caso può essere effettuato sia dal rifugio Genova-Figari, che dal vallone di Lourousa, appoggiandosi eventualmente al rifugio Morelli-Buzzi. Raggiunto il passo del porco, si traversa sul versante est per tracce di sentiero con segni di vernice ed ometti fino ad incontrare due cenge; si segue quella superiore fino ad incontrare una nuova traccia di sentiero che conduce in vetta. Il passo del porco è servito da un sentiero accessibile all'escursionista, che tuttavia in caso pioggia o neve non va sottovalutato. Il grado di difficoltà di questo percorso è valutata in F.[6]

Altre vie[modifica | modifica wikitesto]

La vetta è raggiunta anche da altre vie di arrampicata, di difficoltà superiore, tra le quali si possono ricordare: il couloir della Forcella, lo sperone Campia, lo sperone del Promontorio, lo sperone Salesi, il versante sud o via moderna delle Stelle Nere.[7]

Sci estremo[modifica | modifica wikitesto]

Il canalone di Lourousa è una classica dello sci estremo. Questo canalone, che presenta una pendenza media di 45° su 900 metri di dislivello, fu disceso per la prima volta con gli sci ai piedi da Heini Holzer nel 1973.[5]

Cartografia[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

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Panorama del Parco nazionale del Mercantour. A sinistra, la cima dell'Argentera.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Mauro Soldati e Mauro Marchetti, 6.2 Physical settings of the Wstern Alps, in Landscapes and Landforms of Italy, Springer, 2017, p. 78, ISBN 9783319261928. URL consultato il 3 dicembre 2020.
  2. ^ a b c d e Le guide di Alp: Grandi monti/1, anno III, numero 1, estate 1989, Vivalda Editori, Torino, pagg. 15-16
  3. ^ Carta Geologica d'Italia scala 1:100.000 - foglio 90 - Demonte, su apat.gov.it. URL consultato il 2 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  4. ^ a b Montagna in Provincia di Cuneo - Cima Sud dell'Argentera, su montagna.provincia.cuneo.it. URL consultato il 1º luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2007).
  5. ^ a b c Nanni Villani, Monte Argentera, tre metri sotto i tremila e trecento, in Piemonte Parchi - speciale Cime Tempestose, supplemento al n. 116 di Piemonte Parchi, Regione Piemonte, aprile 2002, consultabile online Archiviato l'8 giugno 2007 in Internet Archive.
  6. ^ gulliver.it - normale alla cima Nord per il passo del porco Archiviato il 18 ottobre 2011 in Internet Archive.
  7. ^ Per avere un esempio delle vie alpinistiche alla vetta, si esegua una ricerca per Argentera in www.gulliver.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Euro Montagna, Lorenzo Montaldo e Francesco Salesi, Alpi Marittime, vol. II, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1990.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]