Mercurio (rivista)

Mercurio
StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguaitaliano
Genererivista
FondatoreAlba De Céspedes
Fondazionesettembre 1944
Chiusuramarzo 1948
DirettoreRoma
 

Mercurio. Mensile di politica, arte, scienze fu una rivista fondata da Alba De Céspedes a Roma nel 1944. Uscì per quattro anni per un totale di 36 numeri[1].

Storia della rivista[modifica | modifica wikitesto]

Il primo numero della rivista "Mercurio" uscì con il sottotitolo "Mensile di politica, arte, scienze" nel settembre 1944, nella Roma appena liberata dai tedeschi, e costituì uno dei luoghi di dibattito intellettuale intergenerazionale per la costruzione della nuova Italia. Vi collaborarono intellettuali e politici di tutto l'arco antifascista: liberali come Carlo Sforza e Guido De Ruggiero, liberalsocialisti come Guido Calogero e Aldo Capitini, azionisti come Massimo Mila, e Mario Berlinguer, socialisti come Giuseppe Saragat e Pietro Nenni, comunisti come Franco Calamandrei. Aperta a tutte le arti, vide però una presenza particolare di esponenti del mondo letterario; vi scrissero, tra gli altri, Alberto Moravia, Corrado Alvaro, Sibilla Aleramo, Anna Banti, Ermanno Contini, Natalia Ginzburg, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Paola Masino, Elio Vittorini, Andrea Camilleri[2], e anche scrittori stranieri quali Jean-Paul Sartre, Ernest Hemingway, William Somerset Maugham.

La rivista appare "tanto povera d'aspetto quanto all'epoca rilevante per la sua straordinaria ricchezza intellettuale e per lo spessore delle analisi politiche".[3] Nel dicembre del 1944, in un numero speciale di oltre 300 pagine, vengono raccolte 75 testimonianze sulla Resistenza e resoconti di esperienze di politici, intellettuali e scrittori, tra i quali, Vasco Pratolini, Gianna Manzini, Guido Piovene, Maria Bellonci, Massimo Bontempelli, oltre allo scritto 16 ottobre 1943 di Giacomo Debenedetti.[4] Al fianco della Direttrice, Alba De Céspedes, un ruolo importante è svolto dal caporedattore Gino De Sanctis. Fra i curatori delle rubriche che compongono la sezione "Le Muse", vi sono, fra gli altri, Toti Scialoja[5] per le "Arti figurative" e Anton Giulio Majano per il "Cinema". La rivista si distingue nel panorama della stampa periodica dell'epoca anche per la cura dell'apparato iconografico con disegni e illustrazioni di artisti quali Gino Severini, Mario Mafai, Renzo Vespignani, Carlo Carrà, Giacomo Manzù, Filippo de Pisis.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mercurio nel sito Biblioteca Gino Bianco
  2. ^ Laura di Nicola, Mercurio. Storia di una rivista 1944-1948, il Saggiatore, 2012, ISBN 978-884281929-5.
  3. ^ Tullio De Mauro, Storia linguistica dell'Italia repubblicana: dal 1946 ai nostri giorni, Roma/Bari, Editori Laterza, 2014
  4. ^ a b Catalogo Italiano dei Periodici ACNP - Università di Bologna, Scheda a cura di Marcello Ciocchetti, su acnp.unibo.it.
  5. ^ Antonio Tarasco (a cura di ), Toti Scialoja critico d'arte. Scritti in «Mercurio», 1944-1948, Gangemi, 2015

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dizionario generale degli autori italiani contemporanei, II, Firenze, Vallecchi, 1974, ad vocem
  • Dizionario della letteratura italiana del Novecento, Torino, Einaudi, 1992, ad vocem
  • Paolo Mauri, Quando c'era Mercurio. Storia di una rivista (PDF), in La repubblica, 26 gennaio 2013. URL consultato il 30 dicembre 2023.
  • Elena Gurrieri (a cura di), Indici di Mercurio, 1944-1948, in Studi italiani, n. 12, 1994, p. 169-217.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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